N. 10 - 2019 10 marzo 2019
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Madonna del Ghisallo (Como)

Il santuario dei ciclisti

Al culmine di una famosa salita che mette alla prova i campioni di ieri e i oggi, nella chiesetta di antico culto mariano gli ex voto sono maglie e biciclette

 Il santuario del Ghisallo

Nel Triangolo lariano, il territorio che si incunea tra i due rami del Lago di Como, a 754 metri di quota, sorge questo piccolo santuario. In un punto da cui si gode uno splendido panorama su uno dei più bei laghi del mondo e sulle Prealpi, la piccola chiesa dedicata a Maria accoglie numerosissimi pellegrini, che giungono in questa frazione del Comune di Magreglio per rivolgere una preghiera alla Madonna del latte, conosciuta ormai da settant’anni quale patrona dei ciclisti. Siamo al santuario del Ghisallo, sorto in epoca medievale per assolvere al voto fatto da un nobile, scampato dalle mani dei briganti proprio grazie alla intercessione della Vergine raffigurata in un’edicoletta. L’edicola fu trasformata in seguito in una chiesa, dal bel campaniletto romanico, rimaneggiata e dotata anche di un grazioso e caratteristico portichetto. Il fatto miracoloso all’origine dell’edificazione della chiesuola è stato recentemente immortalato in una vetrata artistica.

La chiesa sorge al culmine della strada che sale lungo la Valassina, un percorso che, grazie alle sue salite e alla sinuosità del suo andamento, sin dagli albori delle gare ciclistiche  ha appassionato e messo alla prova gli amanti delle due ruote. Per questo motivo, alla fine della Seconda guerra mondiale, il rettore del piccolo santuario, don Ermelindo Viganò, assieme ai ciclisti professionisti di quel tempo, presentò domanda a papa Pio XII affinché la Vergine del Ghisallo diventasse patrona dei ciclisti. E così avvenne, il 13 ottobre del 1949. Per l’occasione,  i grandi Gino Bartali e Fausto Coppi conclusero la staffetta che portava da Castelgandolfo al Ghisallo la fiaccola perenne benedetta dal Papa.

Il nome della Madonna del Ghisallo è pertanto diventato sinonimo di ciclismo e si è inscindibilmente legato a quello di grandi campioni, quali Fiorenzo Magni, Alfredo Binda, Francesco Moser, Marco Pantani, Eddy Merckx, Mario Cipollini, Cadel Evans e tanti altri.

All’esterno del santuario, ci si può soffermare a osservare il monumento al ciclista, oltre ai busti di Coppi e di Bartali. Società, federazioni, gruppi di amatori, campionissimi e semplici appassionati della sana fatica di spingere sui pedali, provenienti da tutto il mondo, hanno donato alla chiesa maglie, immagini, gagliardetti, e biciclette. Entrare nel piccolo edificio, sotto lo sguardo dolce della Madonna del latte, significa così ripercorrere la storia del ciclismo.

STORIE DI FEDE
Ma non è solamente questo. «Il nostro santuario», confida don Giovanni Giovannoni, dal 2015 a capo della comunità pastorale dell’Alta Valassina, «è legato al mondo del ciclismo professionista, ma anche a tanti dilettanti e amatori. Certo, è difficile leggere nei cuori di coloro che entrano in questa chiesa e comprendere il motivo della visita. I pellegrini accendono candele, portano immaginette. Custodiamo i quaderni dei visitatori, che nel corso dei decenni sono stati riempiti di frasi, di pensieri, con alcune bellissime testimonianze di fede».

Un episodio fra i molti di cui è stato testimone, don Giovanni lo ha ben presente: «Mi chiamò un uomo, attrezzato di tutto punto, con bici e carretto. Voleva partire con una preghiera e una benedizione, proprio dal santuario del Ghisallo, per compiere un pellegrinaggio in bicicletta a Roma, in nome di un amico ammalato».

Un’importanza particolare riveste il ricordo delle vittime della strada e anche di tutti coloro che sulle due ruote, come appassionati, hanno trascorso giornate felici: «Non dimentichiamo», aggiunge in proposito il parroco, «tutte le preghiere e le Messe in suffragio dei numerosi ciclisti defunti, richieste da parenti e da gruppi e federazioni». Da questo punto panoramico, inoltre, partono molte fiaccolate organizzate da oratori e gruppi sportivi.

Al santuario si festeggiano le diverse feste mariane oltre alla ricorrenza del 13 ottobre. La chiesa è aperta tutto l’anno, ma la Messa festiva è celebrata solamente nei mesi estivi. Ci sono appuntamenti sportivi importanti che transitano da qui, come il Piccolo e Grande giro di Lombardia e la Ciclostorica del Ghisallo. Anche il Giro d’Italia vi ha fatto tappa più volte, come avverrà anche quest’anno: l’edizione 2019 ha in programma la salita del Ghisallo nel corso della 15ª tappa, da Ivrea a Como, il prossimo 26 maggio.

Accanto al piccolo santuario sorge il Museo del ciclismo, la cui ultima pietra fu benedetta da papa Benedetto XVI nel 2006. Fondato da Fiorenzo Magni, noto come il “Leone delle Fiandre” e vincitore del Giro d’Italia nel 1948, 1951 e 1955, il Museo può essere considerato una filiazione del santuario ma è gestito da un ente privato. Visitato da moltissimi appassionati, provenienti anche dall’estero, permette di entrare nel mondo delle due ruote, delle vicende tecniche legate alla bici, ai suoi protagonisti, agli appassionati.

«Realtà perfette, anche nell’ambito dello sport, non ce ne sono», conclude don Giovanni, alludendo a problemi come il doping. «Ma vedo ancora un buon ciclismo, una buona realtà sportiva». Per i settant’anni della bolla che ha decretato la Madonna del Ghisallo patrona dei ciclisti, che ricorrerà il prossimo ottobre, ci sono in serbo numerose iniziative il cui calendario è in fase di definizione.
    

ORGANIZZARE LA VISITA
Il Santuario Madonna del Ghisallo si trova a Magreglio (Como) in via Campolungo 2. Si raggiunge da Milano con la Statale 36 in direzione Erba, quindi con la Sp41. La chiesa è aperta tutti i giorni, in inverno dalle 9 alle 17, in estate fino alle 20. Si celebra la Messa solo nelle domeniche di giugno, luglio e agosto. Per contatti: rettore tel. 031/96.31.44; custode cell. 333-52.39.618. Il Museo del ciclismo è aperto tutti i giorni da marzo a novembre dalle 9.30 alle 17.30. Per informazioni: www.museodelghisallo.it.
   

Testo di Barbara Garavaglia

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