N. 11 2014 16 marzo 2014
L’editoriale di don Antonio Rizzolo

In meditazione e preghiera sull’esempio di Francesco

Cari amici lettori, anche in questo numero di Credere (con il quale siamo arrivati a quota 50!) troverete un ampio spazio…

Il sondaggio

Questo Papa ci ha cambiato la vita

Anche se è ormai già trascorso un anno dall’elezione, continua l’effetto novità del Papa: nelle interviste esclusive…

Il ritratto del Papa

«Il segreto del sorriso di Francesco»

Perché lo schivo Bergoglio è oggi un uomo così mediatico? «Un intervento... dall’alto». Parla Elisabetta Piqué,…

Alessandro Preziosi

«Questa volta la star non sono io. È don Diana»

Un bagno di umiltà per l’attore che nella fiction Per amore del mio popolo interpreta il sacerdote ucciso vent’anni…

Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe

La sedia dei miracoli per rimanere incinta

Il 6 di ogni mese si rinnova, nella casa santuario dove visse santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe, il pellegrinaggio…

Ite Missa est

Costanza Miriano: "Perdere il sonno? Sì, per la fede"

Continuo a scrivere, a costo di non dormire, e mi chiedo perché...

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Ite Missa est

Costanza Miriano: "Perdere il sonno? Sì, per la fede"

Illustrazione di Franco Bellardi

Illustrazione di Franco Bellardi

Costanza MirianoDevo dire la verità, ci sono dei giorni in cui scrivere questo pezzetto per Credere mi costa davvero molto. Il fatto è che ho un lavoro vero, quattro figli e una vita come tutti piena di complicazioni e posso scrivere solo di notte: diciamo la verità, la soddisfazione di essere apprezzati c’è, senz’altro, ma il cuscino avrebbe anche lui un suo fascino impareggiabile.

Eppure continuo a scrivere, a costo di non dormire, e mi chiedo perché. Penso che sia lo stesso motivo che mi induce a chiamare le amiche che hanno bisogno di una mano, che è poi lo stesso che induce loro a chiamare me. È che ci preoccupiamo del bene degli altri. Forse non ne siamo capaci, non abbiamo grandi soluzioni, ma non possiamo lasciare nulla di intentato. È che quando abbiamo trovato un tesoro, è vero, un po’ ne siamo gelosi e lo risotterriamo per andare a comprare il campo, ma dall’altra parte quando la ricchezza – la ricchezza della fede – è nostra ci viene anche voglia di condividerla, di invitare gente a cena da noi.

Credere vuol dire avere la certezza che la vita sia una cosa buona, anche quando ci tocca un dolore inspiegabile, e vuol dire sapere che anche questo dolore ha un senso. Credere vuol dire sapere di stare dalla parte di quello che ha vinto, e quindi sapere che come in un film di Hollywood alla fine tutto si risolverà. Credere significa che non c’è bisogno di essere forti, bravi, fedeli o perfetti, ma solo di affidarsi a uno più forte. Credere, infine, è una buona notizia, e quindi va passata di bocca in bocca.

Non a tutti è chiesto di scrivere, ma a tutti è chiesto di passare la voce, ognuno come può e dove si trova. D’altra parte, se penso alla mia vita, di cose belle ne ho lette, ma quelle che mi hanno toccato il cuore sono state le parole che mi hanno detto le persone in carne e ossa. A ognuno di noi, dunque, è chiesto questo lavoro, magari senza la scadenza del martedì. Ma perderci il sonno, questo è chiesto a tutti.

di Costanza Miriano, giornalista e scrittrice

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