Una vita non più prigioniera dell’ovvio, ma piena di gioia e di bene
Nel suo messaggio per la prossima giornata di preghiera per le vocazioni, il Papa ci invita a tornare all’origine delle…
La dottoressa che cura i poveri del Papa
Dirige il nuovo ambulatorio sotto il colonnato di San Pietro che assiste i clochard ma anche la gente delle periferie di…
A Maputo gli ex detenuti preparano ostie per tutti
Nella Casa della misericordia, che riabilita persone uscite dal carcere, è nato un laboratorio che produce il pane eucaristico.…
La casa dei cercatori di Dio
Adagiato ai piedi dei Colli Euganei, il fiorente monastero benedettino invita al silenzio e a rallentare, ma è anche sprone…
Le due ali dello stesso volo
Non c’è contemplazione che non si traduca in amore sempre più concreto verso i fratelli e non c’è amore vero al prossimo…
Ite, missa est di Chiara Amirante
Le due ali dello stesso volo
Non c’è contemplazione che non si traduca in amore sempre più concreto verso i fratelli e non c’è amore vero al prossimo che non ci porti a crescere nella nostra vita di preghiera
Quante volte ci siamo resi conto che per arrivare alla contemplazione è necessario dedicarci con grande amore, impegno e dedizione alla preghiera. Nel Vangelo di questa domenica, la seconda di Quaresima, vediamo Gesù che si ritira sul Tabor con Pietro, Giacomo e Giovanni e avviene qualcosa di straordinario: si trasfigura davanti a loro.
Credo che in molti siamo in cerca della via per avere la pienezza della vita. Ciascuno di noi ha davanti a sé tante scelte da fare, vive tante insoddisfazioni, porta tanti pesi. Gesù ci dà questa grande notizia: se vogliamo avere la pienezza di vita che il nostro cuore cerca, se vogliamo sapere qual è la via da percorrere, lui ci risponde: «Io sono la via, la verità e la vita» (Giovanni 14,6).
L’evangelista Luca sottolinea un particolare importante nel brano di oggi: «Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; tuttavia restarono svegli e videro la sua gloria» (Luca 9,32). Spesso anche noi, nel nostro piccolo, rischiamo di lasciarci prendere da una certa stanchezza spirituale, ci sentiamo oppressi e finiamo per addormentarci. È dunque importante vigilare da ogni forma di torpore spirituale per arrivare alla preghiera del cuore e poter contemplare la manifestazione della gloria di Dio, così come hanno sperimentato i tre apostoli.
Più diventa profonda la vita di preghiera, più cresce l’attitudine a vivere sempre immersi nella dimensione della contemplazione. Pietro e i discepoli vorrebbero restare lì, piantare tre tende ma… devono presto scendere dal monte. Non c’è allora vera contemplazione che non si traduca in amore sempre più concreto verso i fratelli, e non c’è amore vero al prossimo che non ci porti a crescere nella nostra vita di preghiera: sono due ali dello stesso volo.
Immergiamoci nella più profonda contemplazione perché la gloria di Dio si manifesti nella nostra vita e nella vita dei fratelli a cui il Signore ci manda e sappiamoci inabissare poi con Gesù negli inferi dei cuori di tanti fratelli che vivono nella sofferenza e nella disperazione.
Illustrazione di Emanuele Fucecchi