N. 11 16 giugno 2013
Migranti

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Libera la domenica

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Nonno, mi spieghi...

In paradiso ci sono il gelato e l'altalena?

Nonno, i miei genitori finalmente mi hanno regalato un cucciolo di cane. L’ho chiamato Ben Ten, ed è troppo bello! Solo…

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Nonno, mi spieghi...

In paradiso ci sono il gelato e l'altalena?

Nonno, i miei genitori finalmente mi hanno regalato un cucciolo di cane. L’ho chiamato Ben Ten, ed è troppo bello! Solo che hanno detto che me ne devo occupare io, che devo educarlo. Io non credo di sapere come si fa!

Perché non vedo Dio?

 

Ecco, nel tuo piccolo stai sperimentando tutta l’ansia e la paura di sbagliare che aveva anche mio figlio, il tuo papà, quando sei nato tu. È naturale che si abbia una grande paura di non sapere cosa fare e come farlo, perché il compito di educare è il più difficile al mondo. Ma la sapienza del Vangelo può davvero rasserenarci:

«Mentre andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: “Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?”. Gesù gli disse: “Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo”»
(Mc 10,17-18).

Qui c’è un giovanotto che si rivolge a Gesù chiamandolo «maestro buono». Gesù sa benissimo di essere Dio, ma forse non lo sapeva quel ragazzo, così gli ricorda che non esiste nessuno sulla terra che sia completamente buono.
E in altri passi del Vangelo il Signore va oltre, dicendo esplicitamente che noi siamo cattivi, e noi sappiamo che non c’è menzogna sulle labbra del Figlio di Dio, quindi questa cosa dobbiamo ricordarcela sempre anche noi, perché può davvero essere fonte di una grandissima liberazione.

 

In che modo?

Ricordandoci che noi ci uniamo a Gesù per imparare la bontà, per ricevere la sua bontà, perché senza non potremmo mai avere in noi questa qualità che è caratteristica di Dio solo. La Messa della domenica è considerata precetto perché è davvero il nutrimento essenziale per la sopravvivenza della nostra anima.  La Comunione e la Confessione  ci danno realmente l’amore e il perdono di Gesù, e di questo abbiamo un assoluto bisogno per affrontare la missione dell’educare.

 

Com'è fatto il Paradiso? Cosa ci aspetta?

 

Hai ragione nonno, ma devo confessarti che ho paura a fidarmi di Dio. Ad esempio penso spesso al Paradiso e mi chiedo: ci sarà il mare, il gioco del calcio, il gelato, il cinema? Non è che ci ritroveremo tutti lì ad annoiarci, in mutande come Gesù?

Anche questa paura è normale, perché se la bontà è solo di Dio, che cos’è invece tipicamente nostro? Nostro è il sospetto nei confronti di Dio. Noi con Dio abbiamo spesso la paura di ricevere una “fregatura”, abbiamo sempre paura che poi Dio non sia così buono. Se siamo onesti con noi stessi non possiamo non riconoscere che in fondo in fondo siamo convinti che le cose le faremmo meglio di Dio, che se fossimo noi Dio saremmo più buoni di lui. Non dobbiamo vergognarci di avere questi pensieri. Anche i discepoli li avevano. Lo stesso Pietro si rivolge a Gesù, e stringi stringi gli chiede con chiarezza: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?» (cfr. Mt 19,27). Il sospetto di Pietro è che in fin dei conti il seguire Gesù non completerà il desiderio del suo cuore. Tutti quanti vogliamo delle rassicurazioni, e Gesù nella sua risposta a Pietro è molto concreto, e promette per chi lo segue un centuplo in case, fratelli, sorelle, campi... Cose molto materiali, e lascia intendere che questo è niente in confronto al Paradiso. Se dovessi descriverti molto concretamente in che modo sperimento io questo centuplo qui sulla terra, ti parlerei della serenità profonda che ti dà l’amicizia, l’unione con Gesù. Quando sono in grazia di Dio e chiudo gli occhi alla sera, trovo veramente la serenità, come quando ero un bambino. E tante volte, chiudendo gli occhi, penso a quelli che invece hanno una vita lontana da lui, una vita nel peccato. Ed è proprio un peccato non poter andare a letto con gioia, con serenità, nella pace. Gustare il centuplo che ti fa intuire che cosa deve essere il Paradiso.

 

INVIATE LE DOMANDE DEI VOSTRI RAGAZZI A nonnomispieghi.credere@stpauls.it

 

Testo di padre Maurizio Botta, don Andrea Lonardo, Alessandro Franchi, Ufficio catechistico diocesi di Roma Disegni Plum

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