Uno stile di vita in armonia con il creato, attento alla giustizia e alla vita
Milioni di ragazzi sono scesi in piazza in tutto il mondo contro il degrado ambientale. il Papa con la Laudato si’ e la sua…
In Dio e nella musica trovo la pace
«Ringrazio sempre per le cose belle che mi succedono, a cominciare dall’essere al mondo», dice la violoncellista, ipovedente…
La fede cantata sul palco
Compie 20 anni la compagnia teatrale 1diNOI, fondata dalle Suore operaie della Santa Casa di Nazareth, che così annunciano…
A scuola di preghiera con lo smarthphone
La Pastorale giovanile di Padova lancia un percorso per imparare a pregare attraverso 12 “lezioni” in video diffuse sui social…
Sui sentieri del santo eremita
Recentemente riscoperto grazie a un gruppo di appassionati, il pellegrinaggio a piedi sui tratturi della Sila parte dai luoghi…
La lezione di un sopravvissuto alla strage di Marzabotto
Francesco Pirini ha custodito la memoria di quello che accadde il 29 settembre 1944. Al termine di un lungo e doloroso percorso…
Ite, missa est di Daniele Rocchetti
La lezione di un sopravvissuto alla strage di Marzabotto
Francesco Pirini ha custodito la memoria di quello che accadde il 29 settembre 1944. Al termine di un lungo e doloroso percorso è riuscito a perdonare
«La mattina del 29 settembre 1944 mi alzai presto: aveva appena albeggiato, quando giù nella valle vidi bruciare le prime case. Un rastrellamento! La voce si sparse subito e gli uomini che rischiavano la deportazione si affrettarono a rifugiarsi nel bosco. Con me, verso la cima di Monte Sole, si avviarono i partigiani... Donne, anziani e bambini rimasero: era impensabile che avessero qualcosa da temere. Ma stavolta era diverso! Salendo, i tedeschi ci sparavano così vicino che mi spaventai e decisi di ritornare indietro, nascondendomi in un fosso. Così vidi le SS chiudere tutti nell’oratorio, vidi le bombe a mano lanciate attraverso le finestre, e sentii le grida e i lamenti innalzarsi subito e spegnersi molto lentamente».
A parlarmi così è Francesco Pirini, uno degli ultimi sopravvissuti alla strage di Marzabotto, Grizzana e Monzuno, una delle pagine più dolorose della recente storia italiana. Complessivamente, le vittime dei nazifascisti furono 955: più di duecento erano ragazzi e bambini. Il più giovane si chiamava Walter Cardi: era nato da due settimane. Francesco in quei giorni perse quasi interamente la sua famiglia, eccetto la sorella Livia, salvatasi solo per essere stata sommersa e nascosta sotto un mucchio di cadaveri.
Sono salito tante volte su questi luoghi guidato da Francesco. Un uomo che ha custodito la memoria. Un credente che al termine di un lungo e doloroso percorso è riuscito a perdonare. Quante volte gli ho chiesto come sia stato possibile farlo. E lui, con un sorriso disarmato, sempre a rispondermi: «Avevo iniziato a fare l’accompagnatore volontario guidando centinaia di scolaresche sui luoghi della strage. Cosa vado a fare con loro? Ad instillare l’odio? Andiamo! No, no, se così fosse stato, potevo stare a casa. Anche ai tedeschi racconto le stesse cose. Alla fine mi dico: “Abbiamo fatto l’Europa, cerchiamo anche di fare il popolo europeo”. E poi per quanto mi riguarda voglio dare un contributo per costruire un mondo migliore. Bisogna pure che qualcuno inizi e io ho capito che dovevo fare la mia parte».
Illustrazione di Emanuele Fucecchi