Buona Pasqua a tutti voi nel segno della divina misericordia
La missione della Chiesa, come ci ricorda il Giubileo, è annunciare la gioia della risurrezione di Cristo e testimoniare…
Io, sposa “irregolare”, accolta nella Chiesa
Ha ritrovato la fede, ma secondo le regole non può accedere ai sacramenti perché sposata con un uomo divorziato. «Con Francesco…
Sprigioniamo la gioia del Risorto
Ateo di formazione, ha incontrato Dio alla vigilia della carriera di scrittore. «Non è più tempo di essere tristi, il Vangelo…
Passare dalla morte alla vita nel dono di sé
Riviviamo insieme i tre giorni che vanno dalla sera del Giovedì santo alla domenica di Pasqua, momenti centrali della speranza…
La ferita illuminata
Mi scorrono davanti agli occhi tante storie. Di ferite che, per chi le ha sapute abitare e non è fuggito, hanno il potere…
Il senso spirituale della Pasqua
Passare dalla morte alla vita nel dono di sé
Riviviamo insieme i tre giorni che vanno dalla sera del Giovedì santo alla domenica di Pasqua, momenti centrali della speranza cristiana, con l’aiuto di tre capolavori d’arte
1 - L’Ultima cena di Gesù
L’Ultima cena di Gesù, condivisa insieme ai discepoli alla vigilia della sua passione, è uno dei momenti più intensi e drammatici nel racconto dei Vangeli: Dio offre qui il suo corpo e il suo sangue, il pane e il vino della vita, come cibo e bevanda di salvezza, in un memoriale ancora oggi celebrato da milioni di fedeli in tutto mondo. In un momento di fraternità e di comunione, Dio si dona all’umanità. È questo un episodio ripreso tantissime volte, come nell’affresco del pittore toscano Andrea del Castagno, nel refettorio delle monache di Sant’Apollonia a Firenze, in cui l’autore raggiunge vertici altissimi per il suo realismo, per la costruzione prospettica, per il rigore volumetrico, per la capacità di introspezione psicologica. Gesù, al centro di una lunga tavola, è affiancato dagli apostoli. Giuda invece è di fronte, dall’altro lato della mensa. Siamo nel momento successivo all’annuncio del tradimento. Giuda, ripreso di schiena, sta per intingere un tozzo di pane in un piatto. È la discesa nell’abisso della morte.
2 - La crocifissione
Il secondo momento è segnato dalla crocifissione, di cui uno splendido esempio è costituito dal pannello del pittore tedesco Matthias Grünewald a Isenheim. Inserito al centro del polittico dell’altare dei monaci Antoniani, è una visione atroce nella sua spietata crudezza. Il dipinto era collocato sull’altare maggiore della cappella di un ospedale. I malati vedevano così impresse sul corpo di Cristo le loro piaghe, provocate da malattie come la peste e la sifilide. Contemplandolo, chiedevano di esserne guariti. Grünewald concepisce una composizione sconcertante. La morte si presenta qui in tutto il suo orrore. Il corpo imponente e smisurato è martoriato, ripugnante. Cristo prende su di sé tutte le infermità, inscrivendole nella propria pelle, nel proprio corpo, perché il malato ne possa essere guarito. Si fa lui stesso corpo malato, perché l’umanità ne sia liberata. Cristo salva, prendendo su di sé il male dell’uomo. È un Cristo sofferente, un Dio nascosto, che si cela nei drammi dell’umanità. È l’uomo dei dolori. La bellezza di questo Dio si nasconde sub contraria specie, nel suo opposto. In Cristo, Dio muore, perché l’uomo riceva in dono la vita.
3 - La Risurrezione
Nella Risurrezione, sempre di Grünewald, Cristo appare invece in tutta la sua bellezza, nella sua gloria. Il cielo è plumbeo. Il Risorto si staglia nell’oscurità, sprigionando una luce che, irradiandosi dal suo volto, s’infiamma e si dirada in una miriade di stelle, che trapuntano la notte. Cristo è luce, sole di giustizia che lacera le tenebre con una luce sfolgorante. Pieno di dolcezza e di misericordia, accenna a un sorriso, infondendo fiducia e pace. Il Risorto ascende verso il cielo, contro le leggi naturali di gravità. Ora è un corpo spirituale, non ha più alcuna deformità, non presenta più le piaghe. È divenuto esile, leggero, come se avesse perduto la pesantezza. Come per farsi riconoscere, mostra le ferite del costato, delle mani e dei piedi, dalle quali s’irradiano raggi luminosi. La ferita è diventata ora passaggio da cui s’irradia la sua gloria. Al cuore della notte, appare ora in tutta la sua gloria. Questa è la rivelazione del destino dell’uomo. Morire con Cristo, per risorgere con lui, per essere condotti tra le braccia del Padre. Il dolore del Crocifisso si è tramutato in una gioia profonda, in una fiducia da trasmettere a chi sta ancora soffrendo. È questa la Pasqua: un passaggio dalla morte alla vita, nel dono di se stessi.
Testo di Andrea Dall’Asta