Francesco a Milano per confermarci e darci coraggio nella fede e nell’amore
Il compito del Papa viene dall’impegno affidato da Gesù a Pietro di confermare i fratelli. Alla base c’è l’esperienza di…
L’amore di Dio estiste, e io l’ho trovato
La giovane attrice siciliana racconta il suo cammino di fede, dal catechismo in parrocchia ai pellegrinaggi con il fidanzato...…
Don Pino, l’amico che sapeva ascoltare
Padre Puglisi è stato suo professore e guida spirituale. Insegnante di Lettere, da poco ha scritto un libro sul sacerdote…
Il salame e la quaresima
Venerdì ho mangiato del salame anche se siamo in quaresima... Se senti di avere offeso Gesù, chiedigli scusa, proprio come…
Apre il Duomo salvato dal sisma
È il simbolo della rinascita di questa terra che attende la visita di papa Francesco il prossimo 2 aprile
La quaresima “urgente” dei rifugiati
Fare teatro con dieci immigrati africani è l’occasione – anche per loro – di lasciarsi alle spalle tutto per scommettere…
Cattedrale di Carpi
Apre il Duomo salvato dal sisma
È il simbolo della rinascita di questa terra che attende la visita di papa Francesco il prossimo 2 aprile
È stata costruita cinquecento anni fa sullo sfondo di una tra le piazze più belle d’Italia, per restituire a Carpi, che allora contava meno di 3.000 abitanti, la dignità di una vera corte rinascimentale. Oggi la cattedrale di Santa Maria Assunta, che riapre al pubblico il 25 marzo, completamente restaurata a cinque anni dal sisma del 2012, diventa un simbolo per tutta l’Italia devastata dalla tragedia dei terremoti, compresi quelli più recenti. Ed è solo uno dei due grandi eventi che attendono la cittadina emiliana nel giro di pochi giorni, visto che il 2 aprile arriverà in visita anche papa Francesco.
«La riapertura è un evento straordinario anche per i tempi in cui è avvenuto il recupero», spiega il vescovo di Carpi monsignor Francesco Cavina, «e un segno di speranza per le comunità dell’Italia centrale che sono state colpite duramente negli ultimi mesi e che tanto stanno soffrendo, perché significa che con l’impegno di tutti è davvero possibile ricostruire i luoghi della nostra identità».
LA DISTRUZIONE DEL SISMA
Le scosse del maggio del 2012 in effetti avevano danneggiato pesantemente la cattedrale, scardinando la facciata e facendo precipitare all’interno le sfere di pietra e la croce che la decoravano. Una ferita profonda per Carpi. Ma oggi, a restauri conclusi, la cattedrale ha recuperato la sua bellezza. «Si tratta di una svolta per la nostra città, perché Carpi respira con due polmoni, l’ospedale e il duomo, che è il segno dell’unità della diocesi», continua il vescovo, «ma per la sua bellezza la cattedrale di Santa Maria Assunta costituisce un patrimonio che è di tutti, per questo la riapertura è importante anche per chi non appartiene alla comunità cristiana».
Doveva essere ancora più bella, più bella persino di San Pietro. Così l’aveva concepita nel progetto originario l’architetto Baldassarre Peruzzi, ispirandosi ai disegni di Bramante e Raffaello, su commissione del principe Alberto III Pio, nipote di Pico della Mirandola e discepolo dell’umanista Aldo Manuzio. Un grande mecenate, cui Carpi deve la sua fisionomia di città rinascimentale, col corso imponente che confluisce nella scenografia geometrica della grande piazza dei Martiri, delimitata dalle 52 arcate del Portico Lungo, dal duomo e dallo stesso palazzo dei Pio.
UNA STORIA ACCIDENTATA
I primi lavori cominciarono nel 1515, determinando lo spostamento del baricentro cittadino dal nucleo medievale, che faceva riferimento all’antichissima chiesa della Sagra. In tempi in cui la conservazione del patrimonio artistico non costituiva una priorità, per edificare la nuova cattedrale furono utilizzate persino le pietre della chiesa madre, di cui oggi restano l’abside e la navata centrale affrescata. Un progetto grandioso, che doveva esaltare la casata dei Pio, signori di Carpi, ma anche testimoniare la grande devozione del principe Alberto per la Madonna, tant’è vero che la basilica fu dedicata a Santa Maria Assunta. Sempre come segno della sua devozione, il principe donò alla città la bellissima statua lignea dell’Assunta, opera dello scultore carpigiano Gaspare Cibelli, facendola venire da Parigi dove allora lavorava l’artista.
I lavori del duomo proseguirono alacremente per un decennio, fino al 1525, poi s’interruppero. Dopo la battaglia di Pavia gli spagnoli occuparono la città e, due anni dopo, la vendettero agli Estensi, duchi di Ferrara, per nulla intenzionati a finanziare un progetto così dispendioso e impegnativo. Le absidi e il transetto erano già impostati, ma bisognerà attendere ben 80 anni per riprendere il cantiere, modificando il progetto originario. La facciata barocca fu completata nella seconda metà del Seicento, mentre la basilica fu ultimata sul finire del secolo successivo. L’edificio fu consacrato nel 1791 dal primo vescovo diocesano, monsignor Francesco Benincasa.
IL FIORIRE DEL BAROCCO
L’interno del duomo è a pianta basilicale a tre navate separate da poderosi pilastri abbinati. L’insieme è imponente, anche perché nei secoli il tempio è stato arricchito da dipinti e pale d’altare di artisti barocchi emiliani e veneti, come Teodoro Ghisi, Matteo Loves, Luca Ferrari, Giacomo Cavedoni e Sante Perandai, mentre i cicli degli affreschi delle navate e delle volte, in stile neorinascimentale, sono ottocenteschi. Di grande interesse le tombe dei vescovi e i paliotti degli altari, che imitano la tarsia marmorea.
La statua dell’Assunta negli ultimi mesi è stata oggetto di un accurato restauro non ancora concluso, ma in occasione della solenne riapertura è stata ricollocata al suo posto, nella nicchia dell’abside. È una statua cui i carpigiani sono molto affezionati. In occasione della festività dell’Assunzione di Maria, il 15 agosto, un tempo veniva portata in processione per le vie cittadine, ma a partire dagli anni Settanta, a causa della sua fragilità, è stata sostituita da una copia, per evitare i rischi del trasporto.
Anche la reliquia del santo di Carpi, il beato Odoardo Focherini, è stata ricollocata nel duomo (vedi il box a pagina 71). Si tratta della sua fede nuziale, contenuta nell’apposito reliquiario. Un evento nell’evento. «A sottolineare la laicità di un uomo che ha saputo vivere santamente il matrimonio, con lo sguardo sempre rivolto a Cristo fino alla chiamata estrema del martirio», conclude il vescovo.
Tutta questa bellezza e questo patrimonio di fede saranno mostrati anche al Papa, che durante la sua visita farà tappa in cattedrale.
IL REGALO DI FRANCESCO: UN GIORNO A CARPI E MIRANDOLA
La notizia è giunta a sorpresa solo poche settimane fa. Il prossimo 2 aprile papa Francesco andrà in visita pastorale alla diocesi di Carpi. Sarà una giornata in gran parte dedicata alla memoria dei terremoti che colpirono queste zone il 20 e 29 maggio del 2012 provocando 27 morti, 400 feriti e migliaia di sfollati. Nel corso dell’intensa giornata, papa Francesco benedirà le prime pietre di una nuova chiesa e di due centri pastorali e visiterà brevemente la cattedrale di Carpi. A Mirandola, una delle cittadine più colpite, visiterà il duomo, ancora inagibile, e renderà omaggio al monumento dedicato alle vittime nella chiesa di San Giacomo.
LA RELIQUIA DI FOCHERINI
Con l’inaugurazione della cattedrale, giunge alla sua destinazione definitiva, nella zona dell’altare del Santissimo, il reliquiario di Odoardo Focherini, beatificato il 15 giugno del 2013. Il reliquiario, realizzato dallo scultore di Ortisei Paul de Doss Moroder, consiste in una croce in argento piantata su una pietra prelevata nell’ex campo di concentramento di Hersbruck, in Germania, dove Focherini, deportato a causa della sua attività a favore degli ebrei, morì di setticemia il 27 dicembre del 1944 «in odium fidei» (cioè martire della fede) a soli 37 anni, lasciando la moglie Maria e sette figli. Al centro, in una teca d’argento appesa con filo spinato, realizzata dall’orafo Luca Semellini, nipote del beato, è contenuta la fede nuziale di Odoardo.
ORGANIZZARE LA VISITA
La cattedrale di Carpi riapre il 25 marzo, giorno dell’Annunciazione del Signore. Sarà presente il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, che presiederà la solenne concelebrazione eucaristica alle 10.30. Al termine della Messa seguirà un momento di convivialità aperto a tutti nella cornice del porticato di piazza Martiri, mentre nel pomeriggio il programma dei festeggiamenti continuerà con l’esibizione dei falconieri, sempre in piazza Martiri, cui seguirà l’esibizione degli sbandieratori, musici e giocolieri del gruppo Maestà della battaglia. Previsto anche un momento dedicato ai più piccoli nel cortile del Castello, sul tema «Nonno insegnami a giocare coi giochi di una volta». Infine, in serata, gran galà di chiusura con fuochi pirotecnici, musica e proiezioni sulla facciata della cattedrale. La cattedrale si trova nella centrale piazza Martiri. Telefono: 059/68.62.78. Non sono stati ancora resi noti gli orari della cattedrale dopo la riapertura.
Testo di Simonetta Pagnotti · Foto di Alessandro Andreoli