N. 13 - 2017 26 marzo 2017
INSIEME di don Antonio Rizzolo

Francesco a Milano per confermarci e darci coraggio nella fede e nell’amore

Il compito del Papa viene dall’impegno affidato da Gesù a Pietro di confermare i fratelli. Alla base c’è l’esperienza di…

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INSIEME di don Antonio Rizzolo

Francesco a Milano per confermarci e darci coraggio nella fede e nell’amore

Il compito del Papa viene dall’impegno affidato da Gesù a Pietro di confermare i fratelli. Alla base c’è l’esperienza di perdono e di amore gratuito da parte del Signore

 

Cari amici lettori, quello che avete tra le mani è chiamato nel gergo giornalistico un «numero cieco». La rivista, infatti, viene chiusa in redazione lunedì 20 marzo, prima della visita di papa Francesco a Milano di sabato 25, ma arriva agli ultimi lettori domenica 26 marzo. Permettetemi, comunque, una riflessione “al buio” su questa visita pastorale, visto che Milano è la città dove abito ed è la sede della redazione di Credere. In attesa di ascoltare dalla viva voce di Francesco parole di conferma della nostra fede. Questo è, infatti, uno dei compiti principali del Papa, come ha ricordato l’arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, nell’intervista che gli ho fatto per Famiglia Cristiana e Jesus: «Il Papa viene per confermarci nella fede e nell’amore. Anche Milano e le terre ambrosiane ne hanno bisogno più che mai, in questa fase di cambiamento epocale».

Confermare nella fede i fratelli è il compito che Gesù assegna a Pietro prima di affrontare la passione (Luca 22,31-32). Ed è interessante rileggere queste parole, in questo tempo di Quaresima e prima dell’arrivo di Francesco a Milano. Il contesto è quello dell’Ultima cena. Gesù si rivolge al capo degli apostoli così: «Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli». Qual è la conversione richiesta a Pietro? Leggiamo il seguito: «E Pietro gli disse: “Signore, con te sono pronto ad andare anche in prigione e alla morte”. Gli rispose: “Pietro, io ti dico: oggi il gallo non canterà prima che tu, per tre volte, abbia negato di conoscermi”». È quello che avverrà più tardi: Pietro rinnegherà Gesù, ma ne incrocerà lo sguardo e si metterà a piangere amaramente (Luca 22,61-62). Pietro si converte da un’idea di fede basata sul potere e sulle opere grandiose da compiere, per seguire Gesù povero e umile, accogliendo il suo amore gratuito, non meritato. Lo ha spiegato bene san Giovanni Paolo II in un’udienza del 1991: «Quel mandato: “Conferma i tuoi fratelli”, significa: insegna la fede in tutti i tempi, [...] e insegnando, infondi coraggio ai fedeli; tu stesso hai sperimentato che la potenza della mia grazia è più grande della debolezza umana».

C’è una parola di grande conforto per papa Francesco e per tutti noi che Gesù pronuncia rivolgendosi a Pietro: «Io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno». È la nostra certezza, che ci aiuta ad affrontare ogni difficoltà: il Signore ci vuole bene, prega per noi e così ci unisce a sé nell’amore del Padre.

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