N. 13 30 giugno 2013
Editoriale

Lo “strappo” del Papa

La fede ci chiede scelte coraggiose...

Carlo Acutis

Eucaristia e computer

Un brillante adolescente milanese, appassionato di informatica e affascinato dai miracoli eucaristici. Se ne è andato in…

Peter Geremia

Una vita in cerca di guai, per il Vangelo

È finito due volte in carcere, un attentato gli ha ucciso un amico. Eppure, a 75 anni, padre Peter non si arrende...

Intervista a Luigino Bruni

«Non date la paghetta ai bambini»

Si contribuisce ai lavori di casa perché si è parte della famiglia, non per guadagnare. Insegnamo ai ragazzi che contano…

Nonno, mi spieghi...

Chi scandalizza i più piccoli?

Raccontiamo la Fede ai più piccoli: PERCHÉ SI SENTE PARLARE DI COSE BRUTTE FATTE DA PRETI? Spieghiamolo in linguaggio chiaro…

Con Unitalsi e Italo in viaggio a Loreto

In pellegrinaggio ad alta velocità

L’Unitalsi della Lombardia, in collaborazione con Italo, ha organizzato un viaggio da Milano a Loreto con i nuovi treni…

Per una lettura completa...

Carlo Acutis

Eucaristia e computer

Un brillante adolescente milanese, appassionato di informatica e affascinato dai miracoli eucaristici. Se ne è andato in pochi giorni nel 2006 per una leucemia. Lascia una luminosa testimonianza di fede e carità. E ora cammina verso la beatificazione.

 

Carlo Acutis ad Assisi, sul monte Subasio

ALBUM DI FAMIGLIA - Carlo Acutis in gita sul monte Subasio di Assisi.

Eucaristia e computer, adorazione e libri di scuola, rosario e volontariato: la via alla santità di Carlo Acutis – morto nel 2006 all’età di 15 anni, oggi servo di dio – è stata una mirabile combinazione di straordinario e ordinario, di slanci spirituali e passioni umane. Su tutte quella per l’informatica, per la quale dimostrava una predisposizione quasi incredibile considerando la sua età. Così, proprio grazie alla rete, la vicenda di Carlo è riuscita ad andare oltre i confini, pur molto ampi, delle amicizie e conoscenze dirette. Oggi, infatti, anche grazie alla mostra virtuale sui miracoli eucaristici da lui ideata (www.miracolieucaristici.org), la sua eredità spirituale è stata raccolta, lo si può ben dire, in tutto il mondo: dalle Filippine a Capo Verde, dal Brasile alla Cina.

Ma dovendo scegliere tra le autostrade informatiche e quelle spirituali, Carlo – primogenito di una famiglia molto benestante di Milano, studente del liceo classico Leone XIII, dei Gesuiti – non aveva dubbi: «Lui definiva l’eucaristia proprio così: “La mia autostrada per il cielo” – spiega la mamma, Antonia Salzano –. Diceva spesso che siamo molto più fortunati dei primi discepoli di Gesù. Loro dovevano inseguirlo, noi per stare con lui basta che entriamo in una chiesa: Gerusalemme l’abbiamo sotto casa». Per Carlo l’Eucaristia, insieme all’adorazione e al rosario, erano appuntamenti quotidiani: «Non si capacitava – continua la mamma – di come ci fossero gli stadi pieni per partite di calcio e concerti rock e le chiese fossero vuote».

Carlo era un ragazzo devoto (ricevette la prima comunione a 7 anni, grazie a un permesso speciale), con un’intelligenza superiore alla media. Ma proprio per questo era un po’ emarginato dai coetanei? «Niente affatto – replica padre Roberto Gazzaniga, gesuita, assistente spirituale del Leone XIII in quegli anni –. Carlo aveva una forte personalità e i compagni non solo lo rispettavano, ma ne erano conquistati. Ho accompagnato tanti ragazzi di quell’età e ho capito una cosa: se uno emerge, o è bravo davvero oppure finisce con il diventare bersaglio di invidie e gelosie. Lui ha superato indenne questo rischio, perché oltre alle doti umane c’era anche una grande spiritualità. Una fede però non ostentata, Carlo non era affatto un bacchettone».

In effetti non è stato difficile per i suoi biografi trovare testimonianze di quanto questo adolescente con la faccia pulita e amante degli animali domestici (un’altra sua grande passione), fosse stimato dai compagni: c’è chi ne ricorda la disponibilità all’ascolto e la solarità, chi sottolinea la fermezza delle sue convinzioni sulle questioni etiche, qualcuno racconta di un riavvicinamento alla fede successivo alla morte dell’amico.

Ma lo sguardo di Carlo andava oltre la cerchia dei compagni. «Al funerale – riprende la mamma – c’erano diversi immigrati, alcuni musulmani e induisti: immagino li avesse conosciuti nei suoi giri del quartiere in bici, quando si fermava a parlare con i portinai, quasi tutti stranieri. Sotto casa nostra c’era un senza fissa dimora, lui gli portava il pasto. Una volta regalò un sacco a pelo a un signore anziano che dormiva nei cartoni. Le piccole mance che si guadagnava le dava ai frati cappuccini». Grazie al racconto che faceva Carlo della fede cristiana, il domestico di casa Acutis, Rajesh, induista di casta sacerdotale bramina, decise di chiedere il battesimo. «Era anche molto austero – prosegue la madre –: ricordo che una volta si arrabbiò perché gli avevo comprato un paio di scarpe che lui riteneva superflue. Insomma, allenava la volontà.“Il problema – diceva – è far scattare la volontà. L’unica cosa che bisogna chiedere al signore nelle preghiere è di darci la voglia di diventare santi”».

Una “voglia” che, proprio perché profondamente coltivata, Carlo ha saputo sfoderare anche nel momento più difficile. Ai primi di ottobre del 2006 manifesta i sintomi di quella che inizialmente viene scambiata per una parotite. Poi la diagnosi: leucemia fulminante di tipo m3. Il decesso arriva in pochi giorni, il 12 ottobre. «Carlo ha capito cosa stava succedendo e ha offerto le sue sofferenze per la Chiesa e per il Papa – spiega Francesca Consolini, postulatrice della causa di beatificazione, attualmente all’esame della congregazione vaticana competente –. In ospedale si preoccupava per i genitori, ringraziava infermieri e medici. Ha vissuto con pienezza anche la morte, come aveva vissuto prima. Vivere bene l’oggi, cercando l’essenziale: questo credo sia il messaggio più forte che ci ha lasciato».  «Tutti nascono come originali, ma molti muoiono come fotocopie»: è un’altra delle sue frasi confidateci dalla mamma. Un richiamo per tanti giovani, che Carlo oggi avrebbe certamente diffuso su Twitter o Facebook. Nel 2006 i social network erano solo agli albori, ma Carlo ha fatto molto di più e meglio: ci ha mostrato non sullo schermo di un pc, ma con la sua stessa esistenza, come è bello vivere lasciandosi conquistare dall’amicizia con Gesù.

 

PER CONOSCERE MEGLIO CARLO ACUTIS POTRESTI LEGGERE...



Carlo Acutis a Fatima

CARLO ACUTIS, PELLEGRINO -  Carlo ebbe la possibilità di visitare con i familiari diversi importanti santuari mariani ed eucaristici. Qui sopra è ritratto a Fatima.

La vita e il cammino spirituale di Carlo Acutis sono raccontati in due libri facilmente reperibili.

 

Nicola Gori: La mia autostrada per il cielo - la biografia di Carlo AcutisEucaristia. La mia autostrada per il cielo, biografia di Carlo Acutis, scritta da Nicola Gori, è pubblicata da San Paolo (160 pagine, 14 euro).
Carlo Acutis: la vita oltre il confine, di Francesco OcchettaIl gesuita Francesco Occhetta firma invece Carlo Acutis. La vita oltre il confine pubblicato da Velar (48 pagine, 3,50 euro).
Santi giovani per giovani santi, di monsignor Rocco Talucci vescovo emerito di Brindisi: Carlo Acutis e altri giovani esemplariPer conoscere tante altre figure di giovani testimoni di santità, segnaliamo Santi giovani per giovani santi, pubblicato da Monti (200 pagine, 13 euro), scritto da monsignor Rocco Talucci, vescovo emerito di Brindisi.

Il libro propone le brevi biografie di 14 giovani già canonizzati nel corso dei secoli e di 16 giovani contemporanei con storie di vita esemplari anche se poco conosciute. Tra questi c’è lo stesso Carlo Acutis.

 

Testo di Stefano Femminis

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