N. 13 30 giugno 2013
Editoriale

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Carlo Acutis

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Con Unitalsi e Italo in viaggio a Loreto

In pellegrinaggio ad alta velocità

L’Unitalsi della Lombardia, in collaborazione con Italo, ha organizzato un viaggio da Milano a Loreto con i nuovi treni…

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Con Unitalsi e Italo in viaggio a Loreto

In pellegrinaggio ad alta velocità

L’Unitalsi della Lombardia, in collaborazione con Italo,  ha organizzato un viaggio da Milano a Loreto con i nuovi treni veloci. I mezzi moderni sono più comodi per i malati.

 

In pellegrinaggio a Loreto

 

I tradizionali treni bianchi dell’Unitalsi diretti a Lourdes, per un giorno, si sono tinti di amaranto, i colori di Italo, e hanno cambiano destinazione, portando a Loreto 450 pellegrini, malati e disabili delle diocesi lombarde. L’azienda di trasporti Ntv con il suo elettrotreno Italo ha inaugurato così la nuova tratta ad alta velocità Milano-Ancona, che sarà poi operativa da quest’autunno: un insolito taglio del nastro all’insegna della vicinanza solidale con chi soffre e con i  tanti volontari che li accompagnano.

Milano Porta Garibaldi, lunedì 17 giugno, binario 13, ore 12: nessun segnale sui monitor ad annunciare treni in arrivo né località di destinazione. Sembrava un binario fantasma. Ma a fugare i dubbi ci hanno pensato decine e decine di carrozzine, spinte da barellieri e dame, che all’improvviso hanno animato la pensilina; e poi via via gli altri malati con familiari e accompagnatori. Che si trattasse di pellegrini è risultato subito chiaro anche agli occhi distratti dei passeggeri dei binari vicini. Un breve fischio ed ecco allinearsi alla banchina gli undici vagoni di Italo. Un treno intero per l’Unitalsi lombarda. Gli sguardi, prima distratti, si sono accesi di sorpresa. Forse s’aspettavano un treno dimesso!

«Grazie a Italo si è avverato un sogno», racconta Vittore De Carli, presidente dell’Unitalsi lombarda. «Da tempo coltivavamo l’idea di mettere a disposizione dei nostri malati un viaggio confortevole con tempi di percorrenza dimezzati, viaggiando su carrozze spaziose e attrezzate per il trasporto disabili».

Partito alle 12.56, Italo raggiunge Ancona in tre ore. Da lì con otto pullman e un bus-ambulanza dell’Unitalsi si raggiunge Loreto in meno di mezz’ora. Già nel tardo pomeriggio, con la preparazione spirituale al sacramento della Riconciliazione, si entra nel vivo del pellegrinaggio lauretano che si concluderà il giovedì successivo con il commiato dalla “Madonna nera” e la discesa ad Ancona per il ritorno a casa. Nei due giorni centrali le consuete celebrazioni di ogni pellegrinaggio mariano: Rosario meditato, Via Crucis, processione eucaristica e la Messa quotidiana.

Italo al servizio dei pellegrini alla volta di Loreto

Nel santuario si trova la “Santa Casa”  proveniente da Nazareth. Una parete reca la scritta: “Qui il Verbo si è fatto carne”. «Anche le mie due bambine hanno preso vita qui e ci torniamo ogni anno: per noi è una scuola di vita». Valeria, medico quarantenne di Mantova, è venuta a Loreto con i genitori, il marito Eugenio, conosciuto a una scuola di preghiera, e le due figlie, dal nome singolare, eppur affascinante: Genesi di 8 anni e Eden di 5, le mascotte del pellegrinaggio.

Ma cosa attira i pellegrini a Loreto? Non le apparizioni, che qui non sono mai avvenute. Al santuario si viene a trovare la Madonna, bussando alla porta di casa sua e scambiando con lei parole e gesti come si fa in casa di parenti e amici. «Qui sani e malati si trovano a proprio agio, come in famiglia. È questo lo spirito del pellegrinaggio a Loreto», ci racconta Paolo, 49 anni, di Lissone, nel Monzese, che accompagna l’anziana mamma in carrozzina e il fratello Edo, disabile. «Incontro, condivisione, fraternità: questo io respiro ogni volta che ci vengo». Purtroppo sta per perdere il lavoro, eppure il sorriso non l’abbandona: «La gioia che provo nel dare agli altri supera le mie difficoltà».

Gli fa eco Marco, 32 anni, di Vedano al Lambro, in Brianza, disabile dalla nascita: «Qui mi sento amato come a casa mia; siamo tutti amici e aiuto a spingere le carrozzine». E proprio qui a Loreto, l’ultimo giorno, Marco ha ricevuto l’investitura ufficiale a “barelliere”.

Rino, 66 anni di Tavazzano (Lodi), una vita da macellaio e pellegrino orante da quando è in pensione: «Qui si recita il Rosario guardando in faccia i misteri dolorosi e gaudiosi insieme, e lo facciamo raccogliendoci attorno come si faceva nelle nostre case una volta...». Giorni intensi quelli proposti dall’Unitalsi lombarda. Si è pregato dentro e fuori la “Santa Casa” e si sono allacciate o consolidate amicizie tra disabili, barellieri, dame, sacerdoti e medici, come un’unica grande famiglia. Giorni nei quali Maria ha facilitato percorsi umani segnati dalla sofferenza ma vissuti con fede e tanta fraternità. E ha benedetto molte coppie di sposi che qui hanno voluto festeggiare i loro anniversari di nozze: 45, 50, 55, ma anche i 62 di Angela e Giuseppe Giorgetti. Una speciale benedizione anche per il quarantesimo di sacerdozio di monsignor Giovanni Frigerio, assistente ecclesiastico dell’Unitalsi Lombarda.

E la gioia di quei giorni si è respirata anche durante il viaggio di ritorno. Ascoltando il fruscio del vento che lambiva le carrozze di Italo, sembrava di udire lo sbatter d’ali degli angeli. Che fossero loro a riportarci a Milano?

Testo di Claudio Mazza
Immagini di Monica Fagioli

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