N. 14 - 2018 8 aprile 2018
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Ite, missa est di Emanuele Fant

La “buona azione” di andare per negozi

Fare acquisti online è indubbiamente comodo, Ma sta mettendo In crisi le catene di negozi. Potremmo mai vivere in una città…

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Ite, missa est di Emanuele Fant

La “buona azione” di andare per negozi

Fare acquisti online è indubbiamente comodo, Ma sta mettendo In crisi le catene di negozi. Potremmo mai vivere in una città priva di esercizi commerciali?

Ite missa est. Illustrazione di Emanuele Fucecchi

Trony chiude e licenzia tutti i dipendenti. Pare che i giganti della vendita online mangino, ogni giorno, fette enormi di mercato a colazione. Secondo gli analisti, c’è poco da fare: fatalmente proprio l’elettronica è il primo settore nel quale chi compra preferisce farlo senza uscire, dal computer.

C’era un negozio di questa catena sulla strada che percorro per andare a lavorare. Sentire al telegiornale dei numerosi licenziamenti non mi ha colpito quanto vedere le sue poche vetrine svuotate (stare a un soffio da un disagio limitato fa più impressione che osservarne uno gigante col cannocchiale).

Ho pensato alle tre persone che vedevo tutti i giorni dietro al bancone e un po’ di sincera preoccupazione l’ho sentita. Fatto qualche passo, ho dovuto ammettere che tra i responsabili della loro sparizione c’ero anch’io, che ormai compro online libri, giocattoli e vestiario.

Mi sono guardato intorno, ipotizzando una futura città senza vetrine. Con terrore, ho ammesso di non essere pronto a fare a meno del tutto degli esercizi commerciali: ci sono esperienze alle quali non potrei rinunciare. Mi piace, ad esempio, andare a scegliere i libri con i miei bambini. Impongo un tetto di spesa, poi loro sfogliano per ore, fino a inibire il mio autocontrollo. A quel punto si presentano alla cassa con il volume da collezione più costoso, tipo Harry Potter dipinto a mano.

È usanza pure, al supermercato, far arrabbiare mia moglie: non sopporta che le insegni come si impila la spesa nello scatolone. È risaputo che gli incastri sono un’arte maschile, e io posso far stare 250 euro di alimentari in due cartoni di media misura.

Con la chiusura dei negozi reali mi mancherebbero l’aroma dei diffusori del negozio giapponese di via Torino, le vetrine geniali della Rinascente, persino la troppa gente che si spintona nei giorni dei saldi in corso Como.

Non avevo mai considerato una visita al centro commerciale come una buona azione. Ma credo che questo sabato affronterò le persone.

Illustrazione di Emanuele Fucecchi

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