N. 14 - 2018 8 aprile 2018
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Piacenza

Il labirinto nella Cattedrale

Con l’inaugurazione del rinnovato museo del Duomo è stato aperto al pubblico un percorso attraverso passaggi segreti che conducono fino agli affreschi del Guercino nella cupola. Ma tutto l’edificio romanico è un tesoro da scoprire

La bella facciata del duomo di Piacenza

È un vero e proprio labirinto il percorso di camminamenti che permettono di salire ai piedi della cupola del duomo di Piacenza e ammirare da vicino i colossali affreschi del Guercino. L’itinerario attraverso i segreti dell’edificio romanico, dopo il successo di alcune aperture sperimentali dei mesi scorsi, a partire dal 7 aprile diventa sempre accessibile e parte integrante di Kronos - Museo della cattedrale. E non è tutto, perché per la città emiliana è in corso una straordinaria primavera in cui, alla riapertura del rinnovato Museo della cattedrale e alla visita della cupola, si affianca, negli stessi ambienti, una bella mostra dedicata a preziosi codici miniati medievali.

Il riallestimento del Museo (che trae il nome da Kronos, nella mitologia greca il più giovane dei giganti, rappresentato nella facciata laterale della cattedrale in una scultura che funge da meridiana) debutta con un nuovo ingresso autonomo dal retro del duomo e accompagna il visitatore in un viaggio virtuale nella storia quasi bimillenaria del complesso sacro, cuore della Chiesa piacentina.

SCRIGNI DEL SAPERE
Entrati nel museo, dopo le sale delle sculture, degli argenti e quella delle suppellettili si arriva alla mostra dei codici miniati. Della diocesi di Piacenza fa parte l’antica abbazia di Bobbio che nel Medioevo, con gli amanuensi impegnati nel suo scriptorium, fu una delle grandi “fucine” di trasmissione del sapere.

La mostra ovviamente prende le mosse da quel patrimonio e quella tradizione e permette di ammirare, tra gli altri, il celebre Codice 65, detto Libro del Maestro, pezzo preziosissimo dell’Archivio della cattedrale risalente al XII secolo, che contiene testi di vari argomenti: un calendario liturgico con usi e costumi della popolazione legata ai cicli lunari e al lavoro nei campi, un Salterio (cioè il libro dei Salmi) e abbozzi di rappresentazioni sacre e notazioni musicali. Lo affiancano il Salterio di Angilberga, libro di preghiere di oltre mille anni fa, e numerosi altri codici provenienti, tra l’altro, dalla biblioteca Ambrosiana, dalla biblioteca Braidense e dall’Archivio di Stato di Parma. Il tutto accompagnato da schermi touch-screen e filmati multimediali che aiutano a comprendere ciò che si sta visitando. «Questa mostra», dice il vescovo di Piacenza Gianni Ambrosio, «esprime un itinerario di riflessione, di silenzio meditativo e di contemplazione per condurre all’incontro con Dio».

PASSEGGIARE SOTTO LA CUPOLA
Il nuovo percorso del Museo si sviluppa attraverso ambienti adiacenti alla cattedrale, tra le quali le sacrestie superiori, fino a oggi inaccessibili, e lentamente sale verso la cupola.

L’ultimo tratto, con ripide rampe e stretti camminamenti, affacci verso l’interno e l’esterno, conduce al loggiato della cupola ottogonale. Qui lo spettacolo è mozzafiato. Da un lato si ammira dall’alto la navata della cattedrale, dall’altra si possono quasi toccare gli affreschi realizzati tra il 1626 e il 1627 da Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino: un ciclo in otto scomparti con le immagini dei profeti e le lunette con gli episodi dell’infanzia di Gesù alternati alle immagini delle Sibille. Il pittore barocco, nativo di Cento, intervenne su una decorazione già avviata da un altro pittore, il lombardo Morazzone, ma che era stata presto interrotta per la morte di quest’ultimo.

Visitata la cupola, la cattedrale merita poi un percorso “dal basso”. Innanzitutto per apprezzarne le austere mura esterne in marmo rosa veronese e arenaria, con la vista molto suggestiva dal retro e soprattutto sul lato destro, della piazzetta detta Chiostri del Duomo. Il cantiere della cattedrale, in stile romanico padano con elementi gotici, risale al terzo decennio del 1200, ma l’abside e la cripta sono più antiche di quasi un secolo. La facciata è monumentale, con profilo a capanna, sovrastata dall’altissimo campanile del 1300 in mattoni rossi coronato da un angelo in rame, l’Angil dal Dom. Vi si aprono un bel rosone e tre portali vigilati dalle sculture di leoni e telamoni.

Sopra l’ingresso di destra merita uno sguardo attento l’architrave scolpito con Storie di Cristo da Niccolò, uno dei maestri della scultura medievale.

UN LUOGO PER PREGARE
L’interno, con tre navate coperte da alte volte sorrette da possenti pilastri cilindrici, è monumentale e conserva perfettamente l’aspetto voluto dai progettisti ottocento anni fa. Alcuni pilastri portano incastonate delle formelle che rappresentano le corporazioni medievali che contribuirono alla costruzione di ciascuna colonna. L’ambiente, nonostante le grandi dimensioni, invita subito al raccoglimento e alla preghiera, come a ripetere un affidamento a Dio che tra quelle mura decine di generazioni hanno vissuto nel corso dei secoli.

Le nude murature romaniche e gotiche, nella zona sopra l’altare, oltre che nella cupola, lasciano spazio ad alcuni sontuosi affreschi di artisti lombardi ed emiliani attivi a cavallo tra Cinquecento e Seicento: l’Incoronazione della Vergine e l’Assunzione di Camillo Procaccini, i Cori di angeli e Il limbo di Ludovico Carracci. All’altare, un vistoso polittico ligneo dorato, opera del 1447 di Antonio Burlengo e Bartolomeo da Gropallo.

La zona del presbiterio è sopraelevata perché al di sotto si trova l’antica cripta. Sorretta da 108 colonnine romaniche, custodisce le reliquie di santa Giustina, patrona della prima cattedrale di Piacenza, che era crollata nel XII secolo per un terremoto. E anche qui il pellegrino non può che piegare le ginocchia e pregare!

IL BEATO SCALABRINI, PADRE DEI MIGRANTI
Nel transetto destro della cattedrale si può pregare davanti alla tomba del beato Giovanni Battista Scalabrini (18391905), il vescovo di Piacenza che fu il pioniere della pastorale dei migranti. Scelto da papa Pio IX, su segnalazione di don Bosco, come vescovo di Piacenza quando aveva solo 36 anni, Scalabrini fu un pastore attento alle opere sociali. Passando un giorno dalla stazione di Milano, rimase colpito dalla massa di povera gente in partenza per emigrare all’estero. Nel 1887 fondò i Missionari di san Carlo Borromeo, seguiti nel 1895 dal ramo femminile. Denunciò il fenomeno dei «mercanti di carne umana» che sfruttano le migrazioni e propose al Papa la costituzione di una Commissione per gli emigrati, oggi divenuta il Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale.

ORGANIZZARE LA VISITA 
La cattedrale di Piacenza, dedicata a Santa Maria Assunta, si trova in pieno centro della cittadina emiliana, in piazza Duomo. È aperta tutti i giorni dalle 7.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30. Tel. 0523/33.51.54. https://cattedralepiacenza.it.

LA MOSTRA
La mostra I misteri della cattedrale. Meraviglie del labirinto del sapere, inaugurata il 7 aprile, prosegue ino al 7 luglio. Si visita con biglietto unico all’interno del rinnovamento Kronos - Museo della cattedrale, in via Prevostura 7. Ingresso: da martedì a domenica: 9?20; venerdì e sabato: 9?23. Biglietti: 10 euro (mostra + museo). Tel. 331/46.06.435; 0523/30.83.29.

LA SALITA ALLA CUPOLA
Per salire alla cupola di Guercino occorre acquistare il biglietto cumulativo per la visita al museo, alla mostra e alla cupola, che costa 15 euro. La visita si e?ettua in gruppi accompagnati il venerdì e sabato dalle 10 alle 22 e gli altri giorni dalle 10 alle 19.

Testo di Paolo Rappellino

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