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martedì 26 agosto 2025
 
Dopo tutto
 
Credere

Il social egg freezing, una tristissima idea di maternità

04/04/2024  «Mentre l’Europa invecchia, diventa moda congelare i propri ovociti, come se i figli fossero robot da pre-fabbricare» Dalla rubrica di Credere "Dopo tutto" di Monica Mondo

Piena primavera, festeggiata la Pasqua di risurrezione e rinascita, restano gli avanzi delle uova di cioccolato, ma di rinascita se ne vede poca. La storia sembra vendicarsi e riproporre contrapposizioni e dinamiche che speravamo accantonate nei libri di storia e nelle memorie dei padri. Qualcuno sognava di guardare solo al futuro, dimenticando il passato di due guerre mondiali e una guerra fredda. E invece un millennio apertosi con un massacro nel cuore dell’Occidente ha svelato in fretta un repertorio già visto di orrori: dittatori invasati, fondamentalismo religioso, odio etnico e rivalse postume per riscrivere le sconfitte. Soprattutto, un’Europa che si credeva immune e spalancata al progresso irreversibile scopre di non contare nulla, sempre più divisa e anziana.

Già, anziana, perché difficile pensare alla rinascita quando i ­figli non nascono più, sono una scommessa e un privilegio di pochi, o un problema capitato per sventatezza. Fatti gli auguri a una giovane collega che ha dato alla luce il suo bimbo, mi racconta che la sua amica del cuore, medico d’eccellenza a Parigi, ha deciso di regalarsi il congelamento degli ovuli per i suoi trent’anni. Vedi mai, se avrà voglia di fare un ­ figlio, quando e come e con chi, non dovrà seguire l’orologio biologico, e sistemata carriera, affari, casa, viaggi e fidanzati reticenti, scatterà l’ora X per estrarre dal freezer un grumo di cellule, fecondarli con un altro grumo di cellule possibilmente scelto, e fabbricare un bambino. Non parlo di una donna malata che vuole tenere aperta una porta alla speranza, ma di un’emula della splendida modella Bianca Balti, che ha rivelato la stessa scelta in una recente intervista. Social egg freezing, che tradotto

suona ancora peggio, vetri­ficazione degli ovociti. Allora, la top model esce da una relazione tossica, ha già due figli, magari ne vorrà un altro, ma sarà troppo tardi per il suo corpo e invece, chissà. Sempre meglio che farseli regalare per il compleanno, come qualche anno fa si faceva con la mastoplastica additiva o il naso rifatto. Gli egg congelati resistono decenni, e quando sarà ora di svuotare i contenitori e buttarli forse non ci saremo più. Che c’entra questa nota con la denatalità europea? C’entra con la concezione dell’uomo,

che è persona, non merce o robotica. C’entra con la pretesa di programmare ogni attimo della nostra vita, pretesa così menzognera, così sbagliata, perché la vita sa sorprenderti sempre, nella gioia o nel dolore, e se i tuoi piani saltano, salta il tuo sistema nervoso, e soprattutto la tua speranza. C’è un barlume di desiderio buono, nel cercare di prolungare la giovinezza e la possibilità di dare ancora la vita. Ma perché allora frenare la baldanza, la spensieratezza, il coraggio e per­fino l’incoscienza allegra dei venti, trent’anni ed

essere madri quando è giusto, quando capita, sì, quando il cuore chiede, e pazienza se i pezzi del tuo quotidiano non sono tutti tutti a posto. Non lo saranno mai. Cosa abbiamo trasmesso alle nostre ­ figlie? Che triste idea di femminilità, che pesantezza, per vederle imporsi freni di paura, di sogni illusori?

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