N. 14 7 luglio 2013
ANTEPRIMA - La Lumen Fidei con Credere 15

La prima enciclica di Papa Francesco

Il testo integrale dell'enciclica sarà allegato a Credere numero 15, in edicola e in parrocchia da giovedi' 11 luglio.

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Costanza Miriano: Se ritorneremo bambini

Costanza Miriano: ritornare bambiniIllustrazione di Franco Bellardi

Costanza MirianoSera, preghiera prima di dormire. Ultimi tentativi da parte delle bambine di trattenere la mamma in camera. «Mamma, ma perché quando preghiamo teniamo le mani unite?» (Si sa che le questioni teologiche si mostrano in tutta la loro urgenza solo oltre l’ora del coprifuoco). La mamma, con la testa ciondolante dal sonno, cerca di reperire una risposta che non le faccia perdere quel pur minimo prestigio che ancora conserva in casa. Non le viene in mente nulla. «Già, perché?» si chiede.

Interviene a salvarla la sorellina: «Celto, scusa, è pelché dai la mano a Gesù. Una mano è la tua, una è la sua, e lui te la tiene. Ti eli dimenticata?». La mamma dà la buonanotte con il cuore in festa. «Se non ritornerete come bambini, non entrerete mai», dice Gesù. Ecco, molte volte al giorno guardando, ascoltando i miei bambini, mi ritrovo a commuovermi davanti alla loro fiducia vera, cieca, assoluta.

È così la fede che è chiesta a noi. La differenza tra noi e loro, però, è che loro sanno di essere deboli e bisognosi, come siamo anche noi, ma non hanno paura di ammetterlo. Sono lì tutto il giorno a chiedere uno sguardo dei genitori, che li rassicuri, che dica loro: «La vita è una cosa buona, tu sei una cosa buona».
Anche noi desideriamo quello sguardo, solo che a volte invece di chiederlo al Padre lo chiediamo, con i soldi, la bellezza, il potere, la comunicazione, all’approvazione degli altri. I bambini no, non si curano della loro immagine, loro vogliono solo essere amati, e si fidano ciecamente di chi li ama.

Certo, poi sono evidenti in loro le tracce del peccato originale, e non è difficile, guardandoli, immaginare il grande lavoro che dovranno fare, un’ascesi che durerà tutta la vita (perché noi uomini siamo sì a immagine di Dio, ma la somiglianza ce la dobbiamo sudare). Eppure, nonostante le tracce del male siano evidenti in loro, sono certa che il cuore di Dio, infinitamente più grande di quello di una mamma, di fronte a una fiducia cieca e alla totale ammissione di debolezza non può che sciogliersi. Anche noi abbiamo la chiave del cuore di Dio, basta «dale la mano a Gesù», come direbbe la mia Lavinia.

di Costanza Miriano, giornalista e scrittrice

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