N. 15 - 2018 15 aprile 2018
INSIEME di don Antonio Rizzolo

La gioia e perfino l’umorismo sono le caratteristiche di chi vive la santità

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Chiamati a dare fiducia ai giovani

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Antonella Sciarrone Alibrandi

Chiamati a dare fiducia ai giovani

La numero due dell’Università Cattolica di Milano spiega a Credere come vive la sua missione di docente: «Oggi dobbiamo aiutare gli studenti a diventare protagonisti delle loro vite»

Antonella Sciarrone Alibrandi

«Oggi, grazie ad appositi algoritmi, si possono realizzare operazioni speculative ogni due secondi. Ma dietro quelle operazioni gestite in automatico da un software ? non va dimenticato ? c’è un mondo, c’è l’economia reale, fatta di aziende e, in ultima analisi, di lavoratori in carne e ossa. Per questo mi occupo molto di tecnologia applicata alla finanza, una frontiera particolarmente “calda” oggi».

La professoressa Antonella Sciarrone Alibrandi, milanese, 53 anni, docente di Diritto bancario e dei mercati finanziari all’Università Cattolica del Sacro Cuore, si infiamma nello spiegare la materia che insegna, solo in apparenza arida. Continua: «Se c’è un momento in cui è veramente necessario un ripensamento dal punto di vista delle regole del sistema finanziario, è proprio l’attuale. Tante vicende recenti, sia nazionali che internazionali, ci dicono che si è persa la coscienza del fatto che la finanza dev’essere a sostegno dell’economia e della società, e non qualcosa di autoreferenziale».

Da pochi mesi Antonella Sciarrone Alibrandi è diventata pro-rettore vicario, ossia il numero due dell’ateneo di largo Gemelli, il più grande d’Europa tra quelli cattolici. Eppure, raccontando di sé e della sua storia di fede a Credere, ne parla così, con grande semplicità: «Sono cresciuta facendo vita d’oratorio in una parrocchia milanese retta dagli Scolopi. Fin da giovane, negli anni del liceo e poi dell’università, ho fatto la catechista con i ragazzi del “post Cresima”». Un’esperienza particolarmente significativa per lei ? racconta ? è stata la Scuola della Parola, lanciata dal cardinale Martini per educare i fedeli alla familiarità con la Scrittura. Non solo: «Subito dopo la laurea, nel periodo in cui mi stavo interrogando su cosa fare della mia vita, l’arcivescovo promosse il Gruppo Samuele per giovani in discernimento; vi partecipai con Roberto, allora mio fidanzato, oggi mio marito». Un’altra amicizia importante, in ordine alla fede, che la docente della Cattolica condivide col marito, è quella con don Luigi Verdi, fondatore della Fraternità di Romena, in Toscana, conosciuto a partire dal 1991, anno del matrimonio, dal quale sono nati tre figli: Lucia, Pietro ed Elisa.

Al momento di iscriversi all’università la futura docente di Diritto non s’immaginava affatto giurista: «Da ragazza volevo fare giornalismo e incominciai scrivendo sul Sabato. Si rivelò un’occasione di crescita importante per me: fra tanti incontri davvero significativi ricordo, in particolare, di aver seguito nel 1986 la prima edizione di Uomini e religioni, l’incontro interreligioso di Assisi. Poi è scattato qualcosa e… mi sono laureata in Legge». Da allora una carriera progressiva, fino ad arrivare, nel 2014, a presiedere l’Associazione dei docenti di diritto dell’economia.

Domenica 15 aprile si celebra la Giornata annuale dell’Università Cattolica. Cosa significa per lei insegnare in un ateneo che si fregia di tale aggettivo?

«Insegnare significa lasciare un segno. Questa consapevolezza trasforma chi sta in cattedra da mero fornitore di contenuti e conoscenze in persona che accompagna i giovani in un cammino di crescita. Insegnare in Cattolica richiede poi un’ulteriore consapevolezza, quella di far parte di un disegno ben preciso, grande quanto lo è la Chiesa. Questo fa la differenza: non credo molto alla “neutralità tecnica” delle discipline. Credo, piuttosto, alla necessità di avere uno sguardo largo, capace di dialogare e di confrontarsi con visioni differenti sulle varie questioni, ma sempre a partire dalla “nostra” visione dell’uomo. Quanto alla materia che insegno, ora è tornato di moda parlare della stabilità del sistema e della tutela dei risparmiatori in termini di “bene comune”; ma solo pochi anni fa, prima della crisi, era un pensiero di minoranza, rispetto al mainstream che teorizza il primato esclusivo del mercato, della concorrenza, del profitto».

Nella costituzione apostolica Veritatis gaudium, di pochi mesi fa, papa Francesco ha chiesto che il sistema educativo universitario che fa riferimento alla Chiesa cattolica diventi un «provvidenziale laboratorio culturale» per interpretare il cambio d’epoca. La Cattolica come si sta muovendo in tal senso?

«Le iniziative sono più d’una, ma mi soffermo su un progetto sul “post-umano”, ovvero sulla sfida che pone l’innovazione tecnologica all’antropologia cristiana. L’abbiamo avviato di recente, anche alla luce degli stimoli lanciati dal cardinale Gianfranco Ravasi nella sua prolusione in avvio di anno accademico. Si tratta di un progetto di ricerca di rilevante interesse d’ateneo che coinvolge più Facoltà e Dipartimenti in un’ottica transdisciplinare. La tecnologia non mette l’uomo al centro, anzi, spesso tende a marginalizzarlo. L’innovazione non si può (e non si deve) frenare, ma è decisivo riuscire a governarla. Questo tema è cruciale in ambito scientifico, ma un’università come la nostra, che possiede un enorme bagaglio di competenze umanistiche e filosofiche, può dare un contributo originale al dibattito».

Tra i progetti strategici dell’Ateneo che lei segue c’è quello sull’educazione contro la violenza sul web, un tema di grande attualità. Che scopi si prefigge?

«Il virtuale sembra più innocuo del reale, ma non è così. I ragazzi di oggi hanno molta dimestichezza con i vari device, ma non sempre adeguata percezione riguardo alla comunicazione sul web. Proprio per contribuire alla crescita di tale consapevolezza abbiamo dato vita a un’associazione temporanea di scopo (ne fanno parte l’associazione Parole ostili, l’Università Cattolica e l’Istituto Toniolo), che ha siglato un protocollo con il ministero dell’Istruzione e dell’Università, per promuovere una serie di attività formative per le scuole anche in ottica di prevenzione del fenomeno del cyberbullismo. Nel febbraio scorso abbiamo ospitato in largo Gemelli ben 1.200 insegnanti provenienti da tutta Italia».

Eredi e innovatori. I giovani protagonisti della storia: questo il titolo della Giornata dell’Università Cattolica 2018. Uno slogan efficace, perfetto nell’anno in cui la Chiesa celebra il Sinodo dei giovani. Ma oggi i giovani vivono precarietà, incertezza e non si sentono (o solo in parte) “protagonisti della storia”…

«Vero: il tema della Giornata dell’Università è volutamente provocatorio. Oggi più che mai c’è bisogno che i giovani si sentano figli di una storia, vivano il presente coscienti del loro passato e dell’eredità ricevuta. Un’eredità che, reinterpretata, li porta a essere protagonisti dell’oggi. Lo sforzo dell’Università consiste nel dare, più che un bagaglio di competenze specifiche, gli strumenti necessari per muoversi in una realtà complessa e in continua trasformazione. Credo che i giovani abbiano bisogno soprattutto di sentire che ci si fida di loro; devono essere aiutati a guardare avanti. In concreto un elemento che ci connota come Cattolica è l’accompagnamento verso il mondo del lavoro. In questo, l’apporto che può venire dagli ex studenti – nell’ambito del Progetto Alumni – è fondamentale per realizzare quell’alleanza inter-generazionale che tutti auspicano, ma che si fatica a costruire».

IL 15 APRILE LA GIORNATA PER LA CATTOLICA
Domenica 15 aprile si celebra la 94ª Giornata per l’Università Cattolica, promossa dall’Istituto Giuseppe Toniolo. In questa occasione, da quasi un secolo, la Chiesa italiana ricorda ai fedeli l’importanza dell’ateneo cattolico più grande d’Italia e d’Europa (www.giornatauniversitacattolica.it).

SOLIDARIETÀ E INTERNAZIONALITÀ
L’Istituto Toniolo promuove anche la dimensione internazionale della Cattolica nella formazione degli studenti, interpretandola in chiave di solidarietà. Attraverso il Charity Work Program ha finanziato dal 2009 a oggi oltre 260 borse di studio a studenti di tutte le facoltà e le sedi ell’ateneo, con la possibilità di vivere un’esperienza unica di volontariato presso alcune missioni e i progetti dell’Università Cattolica attivi in Paesi emergenti e in via di sviluppo (www.istitutotoniolo.it).

IL RAPPORTO GIOVANI
Fra le più importanti iniziative condotte dall’Istituto Toniolo va ricordato il Rapporto giovani, la più grande indagine sui giovani oggi presente in Italia. Realizzato in collaborazione con l’Università Cattolica e IPSOS Italia, e grazie al sostegno di Fondazione Cariplo e Intesa Sanpaolo, il Rapporto giovani, a partire dal 2012 coinvolge un campione di circa 9.000 individui tra i 18 e i 34 anni (i cosiddetti Millennials). In questo mese di aprile uscirà il quinto rapporto annuale, Rapporto giovani 2018. La condizione giovanile in Italia, edito da Il Mulino. Info: www.rapportogiovani.it

Testo di Gerolamo Fazzini - Foto di Ugo Zamborlini

L’INIZIATIVA: BORSE DI STUDIO E UN LAVORO IN ATENEO
«Vogliamo offrire a tutti un’opportunità». Antonella Sciarrone Alibrandi spiega come la Cattolica sostiene il diritto allo studio

È possibile dire che la Cattolica fa ogni sforzo per dare a chi lo merita, anche se in condizioni economiche non facili, l’opportunità di studiare? La professoressa Antonella Sciarrone Alibrandi presiede il Consiglio di amministrazione della Fondazione EDUCatt (l’ente per il diritto allo studio dell’Università di largo Gemelli): «Il tema dei costi degli studi universitari è di grande attualità in questo periodo anche perché, negli anni, l’investimento dello Stato sulla formazione universitaria si è ridotto in maniera preoccupante. Studiare in Italia non costa poco anche nelle università statali, specie considerando l’esiguità dei fondi pubblici destinati al diritto allo studio. In Cattolica non da oggi ci poniamo questo problema. E da sempre la nostra politica, molto chiara, è che chi è intenzionato a farlo (e lo merita) deve poter studiare in Cattolica: non vogliamo essere esclusivi o selettivi, ma offrire a tutti un’opportunità».

Aggiunge Sciarrone Alibrandi: «Negli anni in cui le borse di diritto allo studio non sono state sufficienti abbiamo aiutato gli studenti attraverso fondi dell’università, dell’Istituto Toniolo e di benefattori privati. Da qualche anno poi abbiamo introdotto veri e propri contratti di lavoro per gli studenti (studentwork), mediante i quali i ragazzi fanno un’esperienza professionale in qualche modo inerente al loro percorso, garantendosi, al contempo, un sostegno finanziario per gli studi».

Oltre al sostegno agli studenti bisognosi e meritevoli, da un paio d’anni la Cattolica e l’Istituto Toniolo hanno voluto anche premiare, a prescindere dal reddito, matricole e studenti di anni più avanzati che mostrano particolare talento. A tal fine sono state assegnate duecento borse di studio di solo merito, cento delle quali a matricole che hanno partecipato prima dell’estate a un Concorso nazionale svoltosi in dieci città italiane, con la collaborazione di Fondazione EDUCatt. Gli studenti iscritti all’ultima edizione del Concorso sono stati 2.125, circa il 20% delle nuove immatricolazioni annuali.

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