N. 15 - 2018 15 aprile 2018
INSIEME di don Antonio Rizzolo

La gioia e perfino l’umorismo sono le caratteristiche di chi vive la santità

L’esortazione apostolica di papa Francesco sulla santità riguarda tutti noi, non solo alcuni privilegiati. È un invito a…

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INSIEME di don Antonio Rizzolo

La gioia e perfino l’umorismo sono le caratteristiche di chi vive la santità

L’esortazione apostolica di papa Francesco sulla santità riguarda tutti noi, non solo alcuni privilegiati. È un invito a gioire ed esultare perché Dio ci ama

 

Cari amici lettori, al centro della rivista anticipiamo alcuni brani dell’esortazione apostolica di papa Francesco Gaudete et exsultate, presentata lunedì scorso 9 aprile, ma che porta la data del 19 marzo, solennità di san Giuseppe. Insieme a Credere e a Famiglia Cristiana della prossima settimana potrete trovare il testo completo del documento, in una bella edizione tascabile. In questo nuovo documento, che tecnicamente si chiama “esortazione”, con il suo solito stile semplice e profondo il Papa ci invita a rispondere anche oggi alla chiamata di Dio alla santità, perché non è esclusiva di qualcuno, ma è un dono per tutti noi.

È un testo che merita di essere letto con attenzione, perché ci riguarda da vicino. Chi di noi, infatti, non vorrebbe essere felice, beato? Chi non vorrebbe assaporare la gioia vera, una pace profonda e duratura, una serenità che ricolma il cuore? Questa è la santità a cui il Signore ci chiama. È un dono che egli ci fa perché ci ama e vuole il meglio per noi.

Francesco ce lo ricorda in modo chiaro. «Molte volte», scrive, «abbiamo la tentazione di pensare che la santità sia riservata a coloro che hanno la possibilità di mantenere le distanze dalle occupazioni ordinarie, per dedicare molto tempo alla preghiera. Non è così». Tutti, invece, siamo chiamati a essere santi e possiamo esserlo «vivendo con amore e offrendo ciascuno la propria testimonianza nelle occupazioni di ogni giorno, lì dove si trova». Francesco porta alcuni esempi: «Sei una consacrata o un consacrato? Sii santo vivendo con gioia la tua donazione. Sei sposato? Sii santo amando e prendendoti cura di tuo marito o di tua moglie, come Cristo ha fatto con la Chiesa». Ma ci sono anche altre categorie che il Papa ricorda: «Sei un lavoratore? Sii santo compiendo con onestà e competenza il tuo lavoro al servizio dei fratelli. Sei genitore o nonna o nonno? Sii santo insegnando con pazienza ai bambini a seguire Gesù». Anche i politici e gli amministratori possono essere santi? Sì, anche loro. Scrive Francesco: «Hai autorità? Sii santo lottando a favore del bene comune e rinunciando ai tuoi interessi personali».

C’è un passo che mi piace molto dell’esortazione. Quando Francesco parla dell’umorismo. Essere santi, infatti, non vuol dire avere «uno spirito inibito, triste, acido, malinconico». Il santo, scrive il Papa, «è capace di vivere con gioia e senso dell’umorismo. Senza perdere il realismo, illumina gli altri con uno spirito positivo e ricco di speranza». Oggi ne abbiamo davvero molto bisogno.

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