N. 16 - 2016 17 aprile 2016
INSIEME di don Antonio Rizzolo

Riscopriamo in tutte le nostre famiglie la buona notizia dell’amore

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Storia di copertina

Una buona notizia per la famiglia

Pubblicata Amoris laetitia, l’esortazione del Papa che conclude il cammino dei due Sinodi sulla famiglia. Francesco esalta…

Maria Pia Campanella

Rinnovare il sì da divorziati

Dopo la separazione cerca appoggio in diocesi, a Palermo. Trova apertura e così promuove lei stessa un percorso per separati…

Ite missa est di Enzo Romeo

Tra le note di un piano si cela l’essenziale per l’uomo

E’ demagogico contrapporre l’attenzione ai disoccupati e la pratica dell’arte. Una società vive anche di prospettive, non…

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Ite missa est di Enzo Romeo

Tra le note di un piano si cela l’essenziale per l’uomo

E’ demagogico contrapporre l’attenzione ai disoccupati e la pratica dell’arte. Una società vive anche di prospettive, non solo di rendita

Un pianista

Il mese scorso l’artista cinese Ai Weiwei ha portato un pianoforte nella tendopoli di Idomeni, al confine tra Grecia e Macedonia, capolinea della rotta balcanica seguita dalle migliaia di migranti che tentano di dirigersi verso l’Europa del Nord. Sotto una pioggia battente, ha tenuto un telo di plastica sullo strumento e su una rifugiata siriana, Nour Al Khizam, aspirante pianista fuggita da Deirez Zor. La ragazza ha suonato alcuni brani ed è sembrata una scena surreale. «Questa è più di una performance, è la vita stessa» ha detto Weiwei «l’arte batterà la guerra».

Il “concerto” di Idomeni ci suggerisce qualcosa sul sussidiario e sull’essenziale per gli uomini. Immersi nell’edonismo, consideriamo accessorio tutto ciò che non serve ai nostri bisogni immediati. Là dove c’è più abbondanza di beni ci sono anche maggiori possibilità di ingannarsi sulla natura delle proprie gioie: sembrano derivare dalle cose materiali e invece provengono dal significato che alle cose vien dato. La musica o la danza non lasciano tracce che possano arricchire le borse e neppure i musei, ma una civiltà riposa anche sulla qualità dei suoi musicisti e dei suoi danzatori. L’uomo non vive di rendita, ma di prospettive.

Saint-Exupéry fa l’esempio del pianoforte a coda e del disoccupato: è scioccante veder comprare uno strumento così costoso davanti a una persona senza lavoro che non sa come sbarcare il lunario. Eppure l’acquisto di quel piano dà grande dignità all’uomo. Bisogna permettere al disoccupato di mangiare, ma non lo si ottiene demagogicamente bloccando la vendita dei pianoforti a coda. Più che una soluzione, sarebbe un equivoco morale, che confonde il lusso con l’elevazione spirituale. La distribuzione dei pianoforti ai disoccupati non darebbe nulla in termini di profitto economico – sì e no qualche soldo a testa. Mentre la società ha bisogno che questo strumento continui a esistere e ad essere usato, perché dà speranza e un’emulazione di grandezza interiore di cui l’umanità non può fare a meno.

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