N. 16 - 2016 17 aprile 2016
INSIEME di don Antonio Rizzolo

Riscopriamo in tutte le nostre famiglie la buona notizia dell’amore

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Storia di copertina

Una buona notizia per la famiglia

Pubblicata Amoris laetitia, l’esortazione del Papa che conclude il cammino dei due Sinodi sulla famiglia. Francesco esalta…

Maria Pia Campanella

Rinnovare il sì da divorziati

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Maria Pia Campanella

Rinnovare il sì da divorziati

Dopo la separazione cerca appoggio in diocesi, a Palermo. Trova apertura e così promuove lei stessa un percorso per separati e divorziati che vogliono rimanere spiritualmente uniti al coniuge

 Maria Pia Campanella

Maria Pia Campanella, 72 anni, è un’insegnante di matematica in pensione, mamma e nonna felice. Dopo aver vissuto il dramma della separazione dal marito, ha cercato e voluto una pastorale dedicata ai separati e divorziati soli: «Mi separai nel 1990. In diocesi a Palermo cercavo un appoggio, ma a quei tempi nulla era dedicato a chi rimaneva solo».

Nel 1998 la commissione diocesana per la pastorale familiare la accolse come signora separata. Dopo un periodo di studio del Magistero della Chiesa, di impegno nel mondo del volontariato e nei gruppi di preghiera, periodo che Maria Pia definisce di «importante crescita», propone alla Commissione un percorso specifico per le persone separate sole.

A cavallo del primo convegno nazionale della Cei sui matrimoni in difficoltà, tenutosi a Roma nel 1999, scopre l’associazione ecclesiale francese Communion Notre-Dame de l’alliance dove si adotta il rinnovo del sì al coniuge. «Quando conobbi la Communion fu come trovare su un piattino quanto sentivo d’aver bisogno. Dopo diversi scambi epistolari con loro, nel 2001 partii per la Francia per fare l’esperienza del rinnovo del sì al coniuge. Presi coraggio, non avevo mai attraversato le Alpi, a Parigi trovai la persona che mi aspettava, mi ospitò e mi portò a Tressaint, in Normandia, dove quell’anno si organizzava l’incontro. Tornai più che convinta che la strada del rinnovo del sì fosse il percorso giusto per chi non voleva tradire la vocazione matrimoniale».

FORZA E SOFFERENZA

Nonostante tutta la sofferenza vissuta, la vocazione di sposata in Maria Pia è molto forte e lotta per conciliare l’indissolubilità del sacramento con la separazione. Cerca aiuto nei libri ma non trova nulla; legge tutto quello che c’è a disposizione sulla coppia unita, sperando di trovare suggerimenti anche per quella separata. «Posto che non si abita più insieme, che non c’è più il reciproco aiuto materiale, tutto il resto rimane: la missione del matrimonio e la santità del coniuge, anche se ha preso un’altra via. Con la Communion trovai il senso al mio disorientamento: la missione del sacramento continuava; seppur mio marito era da un’altra parte io rimanevo al suo servizio. Tutto ciò poteva sembrare assurdo, ma nel frattempo la mia fede cresceva. Con una fede più radicata capivo che effettivamente c’era una strada da percorrere».

Nel 2003, in accordo con la Curia palermitana e l’ufficio della pastorale della famiglia, nasce la pastorale dei separati e divorziati che decidono di rimanere spiritualmente uniti al proprio coniuge. Gli incontri si svolgono due volte al mese di domenica, sono aperti a tutti, anche ai familiari. Innanzitutto viene considerata la necessità che la persona colpita della separazione debba riprendersi dal trauma. Ma i punti fondamentali sono tre: la riedificazione della persona come figlia di Dio che in Lui si sente sempre amata; il perdono; far riemergere l’identità nuziale e riprendere questa missione a favore del coniuge lontano e dei figli. Al termine dell’anno, per chi lo desidera, c’è la possibilità del rinnovo del sì, e fino a oggi una trentina di persone lo hanno fatto.

«Noi non lo rinnoviamo al coniuge, ma a Dio. Il sacramento è una cosa di Dio. E questo sì aumenta certamente il dono della grazia. Dio è fedele per sempre e ci sostiene!».

Il cammino, lungo ormai tredici anni, ha portato grandi soddisfazioni e la più importante è quella di tre riconciliazioni che si sono verificate tra i partecipanti agli incontri.

LA FAMIGLIA RIMANE

Prosegue Maria Pia: «Per chi si ritiene cattolico cosa può significare la frase: il mio ex marito? Esiste per caso un ex sacramento? Oppure la frase: matrimonio fallito. Un sacramento può fallire? Tante volte ho sentito frasi del genere riferite alla mia persona, che mi ferivano profondamente. Famiglia distrutta, addirittura! “La famiglia rimane, io ce l’ho!”, dicevo ai convegni dopo essermi presentata come divorziata. Ditemi che è ferita, malata, ma c’è! E proprio questa idea della famiglia distrutta offre spesso il via alla volontà di farsene un’altra!».

La vita spirituale, la preghiera, l’ascolto della Parola e una fede sempre ravvivata dalla riconciliazione sono tappe determinanti per Maria Pia. «La vita del separato non è semplice; con la separazione non va tutto a posto, ma fuori posto! I bocconi amari sono tantissimi. Ecco che subentra la necessità del perdono, che è una pianta che va innaffiata ogni giorno. Suggerisco sempre di dire Messe per il coniuge che si è allontanato, perché le Messe servono per i vivi! E anche di dire Messe per il terzo incomodo, che è pure lui figlio di Dio!».

 

Testo di Vito Amodio

Foto di Melania Messina

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