N. 17 - 2017 23 aprile 2017
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Ite, missa est di Emanuele Fant

Non mettiamoci da soli sul piedistallo

Non ci sono statue recenti di personaggi illustri nelle nostre città. Nemmeno di chi lo meriterebbe. Evitiamo allora di innalzare…

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Ite, missa est di Emanuele Fant

Non mettiamoci da soli sul piedistallo

Non ci sono statue recenti di personaggi illustri nelle nostre città. Nemmeno di chi lo meriterebbe. Evitiamo allora di innalzare monumenti a noi stessi

Ite missa est

Garibaldi col tabarro, Parini in atteggiamento fiero, il re che frena il suo cavallo davanti al Duomo. Quante statue mi salutano dall’alto nel mio percorso mattutino verso il centro.

Faccio colazione al bar, mentre mi coglie una preoccupazione: l’amministrazione comunale ordina ancora riproduzioni di persone illustri? A giudicare dal centro di Milano, il settore della statuaria è in piena crisi. I piccioni condividono tubando la mia preoccupazione: la loro popolazione si moltiplica, ma la quantità di teste bronzee su cui sostare è sempre uguale da metà del Novecento.

Perché non innalziamo più statue? Il problema non è certo che non ci sono buoni artisti, o che scarseggia il materiale. Il vero impedimento è che non sappiamo più indicare uomini o donne degne di stare su un piedistallo di granito, da tramandare come esempio alle future generazioni.

Negli ultimi trent’anni dell’Ottocento, a Parigi, sono state inaugurate ben 150 riproduzioni di uomini esemplari. Il secolo successivo si è impegnato nell’occupazione opposta: farle cadere. Tutti hanno negli occhi il colosso abbattuto del dittatore Saddam Hussein, le teste di Lenin spaccate, i busti di Mussolini rovesciati per strada. Le tragedie contemporanee ci hanno svelato il pericolo degli uomini soli al potere, e forse è per questo che non ci azzardiamo più a dire che esiste qualcuno che si può elevare sopra agli altri, nemmeno se ha qualcosa da insegnare.

In assenza di maestri da immortalare, sta muovendo i primi passi una nicchia di mercato che costituirà il futuro dell’antica arte statuaria: le recenti stampanti 3D offrono la possibilità di riprodurre piccole copie di se stessi in tre dimensioni. Basta sedersi per qualche minuto in una cabina di scansione, e viene restituito il proprio monumento personale a prezzi, a dire il vero, non ancora concorrenziali. Ma resta un dubbio: pagando posso avere la mia statua, ma quale impresa memorabile me l’ha fatta meritare?

Illustrazione di Emanuele Fucecchi

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