N. 17 - 2018 29 aprile 2018
INSIEME di don Antonio Rizzolo

Don Tonino ci insegna a essere cristiani unendo preghiera e azione

Il vescovo di Molfetta, sulla cui tomba papa Francesco si è recato il 20 aprile, diceva che i cristiani non devono intendere…

Fratel Michaeldavide Semeraro

Chiamati a sognare in grande

Vive in un piccolo paese della Valle d’Aosta dove coniuga l’esperienza monastica con l’accoglienza: «La vita è complessa…

Grégoire Ahongbonon

Negli ammalati che libero vedo Gesù crocifisso

Qualcuno lo chiama il «Basaglia africano», perché da oltre 35 anni libera dai ceppi gli ammalati psichici e se ne prende…

Chiara Luce Badano

La ragazza che illuminò la morte

A 17 anni reagisce al tumore con il sorriso, trasformando il calvario della malattia in un abbraccio fiducioso con la croce.…

Santuario di Viggiano

Pellegrini al Monte Sacro

La prima domenica di maggio la statua della Madonna nera, patrona della Basilicata, viene portata a spalle al santuario sulla…

Ite, missa est di Enzo Romeo

Un’ora di religione per imparare a non avere risposte

C’è una sola materia scolastica per la quale non si danno voti, eppure può diventare la più importante nella vita dei nostri…

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Ite, missa est di Enzo Romeo

Un’ora di religione per imparare a non avere risposte

C’è una sola materia scolastica per la quale non si danno voti, eppure può diventare la più importante nella vita dei nostri ragazzi

Ite missa est. Illustrazione di Emanuele Fucecchi

Stiamo correndo verso la fine dell’anno scolastico. «Che voto prenderò? Ce la farò a ottenere la sufficienza e ad avere una buona media?». È ciò che si chiedono i nostri ragazzi. Da questo gioco dei numeri è esclusa una materia: la religione. Non fa media, si dice. Forse il fatto che sia svincolata dall’aritmetica del profitto la rende più libera, più alta e per certi versi più interessante. Tra tante voci perché non provare ad ascoltare anche quella di Dio? O, quanto meno, la voce degli uomini che si mettono in ascolto dell’Assoluto?

In fondo, andava in questa direzione la scelta del Papa di affidare le meditazioni della Via Crucis al Colosseo a un gruppo di studenti, guidati dal loro prof di religione. Parlare di fede a scuola può essere una boccata d’ossigeno in giornate asfissiate da troppe parole, piaceri epidermici e rumori. In Gaudete et exsultate Francesco scrive che tutto questo non è garanzia di gioia. Anzi, cresce l’insoddisfazione. I giovani sono esposti a una sorta di zapping esistenziale, dove reale e virtuale si confondono. Avvisa il Papa: «Senza la sapienza del discernimento possiamo trasformarci facilmente in burattini alla mercé delle tendenze del momento». L’individualismo consumista isola nella ricerca di un benessere appartato. Ci si concentra su se stessi, sul “diritto” a godersi la vita. Ecco l’ansietà nervosa e violenta che disperde e debilita, la negatività, la tristezza, l’accidia…

Un’ora di religione è un modo per cominciare a scrollarsi di dosso tutto questo, lavandosi alla fonte della trascendenza. Non si tratta di avere le risposte a ogni domanda e di impararle bene perché così si prenderà un buon voto. Se qualcuno dice di saper tutto, di solito è un falso profeta. Dio non gioca a scacchi con l’uomo. Supera e sorprende. Ecco perché è importante insegnare ai nostri ragazzi che ci sono domande senza risposta. Domande che non meritano voti e che garantiscono un unico premio: l’inquietudine del cuore e la voglia di cercare, sempre.

Illustrazione di Emanuele Fucecchi

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