N. 17 - 2018 29 aprile 2018
INSIEME di don Antonio Rizzolo

Don Tonino ci insegna a essere cristiani unendo preghiera e azione

Il vescovo di Molfetta, sulla cui tomba papa Francesco si è recato il 20 aprile, diceva che i cristiani non devono intendere…

Fratel Michaeldavide Semeraro

Chiamati a sognare in grande

Vive in un piccolo paese della Valle d’Aosta dove coniuga l’esperienza monastica con l’accoglienza: «La vita è complessa…

Grégoire Ahongbonon

Negli ammalati che libero vedo Gesù crocifisso

Qualcuno lo chiama il «Basaglia africano», perché da oltre 35 anni libera dai ceppi gli ammalati psichici e se ne prende…

Chiara Luce Badano

La ragazza che illuminò la morte

A 17 anni reagisce al tumore con il sorriso, trasformando il calvario della malattia in un abbraccio fiducioso con la croce.…

Santuario di Viggiano

Pellegrini al Monte Sacro

La prima domenica di maggio la statua della Madonna nera, patrona della Basilicata, viene portata a spalle al santuario sulla…

Ite, missa est di Enzo Romeo

Un’ora di religione per imparare a non avere risposte

C’è una sola materia scolastica per la quale non si danno voti, eppure può diventare la più importante nella vita dei nostri…

Per una lettura completa...

Santuario di Viggiano

Pellegrini al Monte Sacro

La prima domenica di maggio la statua della Madonna nera, patrona della Basilicata, viene portata a spalle al santuario sulla vetta del monte di Viggiano, dove rimane tutta l’estate. In attesa della Peregrinatio di ottobre a Matera e Potenza

La statua della Madonna nera viene portata a spalle al santuario sulla vetta del monte di Viggiano

Un tuffo nella natura nella Val d’Agri fa bene al corpo e allo spirito. I colori della terra a primavera e l’aria di rinascita accompagnano i fedeli, pronti al pellegrinaggio. È un cammino antico per il popolo della Basilicata quando, a fine aprile, tutto fa pensare al “monte sacro”.

Siamo su una delle cime più alte dell’Appennino Lucano, a 1.725 metri. Il Sacro Monte di Viggiano è, dagli inizi del secondo millennio, il più importante centro mariano della regione. Dalla valle del Sele alla piana di Metaponto, dal Vallo di Diano al Basento, dalle coste del Tirreno allo Jonio, migliaia di pellegrini da maggio a settembre raggiungono la vetta di questa montagna. Gente semplice, agricoltori, pastori da piccoli paesi, arrivano con i loro bambini. È la festa delle famiglie.

LA SALITA ALLA CIMA
Da secoli, la prima domenica di maggio, sulle spalle dei giovani, la Madonna viene riportata sulla cima del massiccio. Andare a piedi è un’esperienza unica, emozionante. Recitando il Rosario nel cammino si riscopre la bellezza dei sentieri di montagna, il silenzio tra praterie verdi dove, nelle macchie di faggi e ontani, pascolano le vacche. La scalata è dura. I giovani con lo stendardo precedono le “cente”, colonne di ceri portate in testa fin quassù. Alcune sono di grano intrecciato. La musica di zampogne e organetti è un’iniezione di allegria. «Iamm a lu Mont’, a trovare la Regina», cantano giovani e vecchi.

Arrivati alla cima, la festa è una giusta ricompensa. Oggi qui c’è una cappella dove, dopo tre giri intorno alla chiesetta, i pellegrini si fermano in preghiera sino al crepuscolo. In chiesa si vedono occhi umidi di lacrime di chi è venuto scalzo e, dopo tanta fatica, si inginocchia sul sagrato pregando.

CASA DELLA TENEREZZA
Storia e leggenda si incontrano nel santuario. L’origine più attendibile risale all’XI secolo e si collega alla caduta della cittadina di Grumentum, attaccata dai Saraceni più volte e rasa al suolo intorno al 1050. La statua della Vergine era custodita in paese. Per proteggerla, fu trasportata e nascosta sulla vetta del monte. Molto tempo dopo dei pastori la ritrovarono intatta e la sistemarono nella chiesa di Viggiano e nel luogo del ritrovamento, sul monte, sorse una cappellina.

«Molte cose sono cambiate in questi ultimi anni, specie da quando nei pressi di Viggiano è sorto il più grande centro in Italia per l’estrazione del petrolio, con relative trivellazioni, che tanto sta incidendo, e non sempre positivamente, sul costume della nostra comunità», commenta don Paolo D’Ambrosi, il rettore del santuario, mentre accoglie i fedeli. «Eppure io continuo tenacemente a credere che questo paese benedetto da Maria abbia ancora una missione soprannaturale da compiere e che il suo fascino spirituale sia tutt’altro che esaurito». Per don Paolo il santuario è il luogo del cuore che ospita la dimensione femminile e materna della Chiesa, «è la casa della tenerezza in cui fare esperienza viva della misericordia di Dio, come ci ricorda spesso papa Francesco».

Come nella cilentana Vergine del Monte Gelbison, la statua della Madonna nera ricorda, artisticamente, il passaggio da queste terre del monachesimo orientale che si rifaceva a san Basilio. «La statua», spiega don Paolo, «è di stile bizantino, con vari rifacimenti, ispirati anche allo stile della Madonna del santuario di Montserrat», testimonianza del dominio spagnolo nel Sud Italia.

SANTUARIO E CAPPELLA
La devozione di questa Madonna nera è così legata a due luoghi: la cappella sulla vetta del monte e il santuario a valle, dentro l’abitato di Viggiano. All’indomani dei Patti Lateranensi, negli anni Trenta del Novecento, il vescovo Monterisi ottenne per la diocesi di Potenza la gestione del santuario, caduto dal secolo precedente nelle mani della massoneria. A conclusione del concilio Vaticano II, con la bolla Lucanae genti, papa Paolo VI proclama la Madonna del Sacro Monte, patrona e regina della Lucania ed eleva il santuario nel centro abitato alla dignità di basilica pontificia. Il 28 aprile 1991, papa Giovanni Paolo II, in occasione della visita in Basilicata, rinnova l’incoronazione dell’immagine, mentre l’8 dicembre 1995 monsignor Ennio Appignanesi assegna a Viggiano il titolo di «Città di Maria».

Gli emigrati lucani non potevano distaccarsi dalla loro Madonna e ne hanno portata una copia in Argentina, Brasile e Australia. La devozione è presente anche in Zaire, dove il santuario sostiene l’evangelizzazione dei Cappuccini della provincia salernitano-lucana.

IL PELLEGRINAGGIO DI MARIA
Intanto Viggiano si prepara alla Peregrinatio Mariae: la statua della Madonna nera nel prossimo ottobre, dal 14 al 30, sarà portata a Matera – capitale europea della cultura per il 2019 – e Potenza, pronta a celebrare nel 2019, il IX centenario della morte di san Gerardo, patrono della città. «Crediamo che la devozione alla Madonna possa costituire ancora un potente ed efficace strumento di evangelizzazione», hanno dichiarato le due diocesi in un comunicato congiunto per annunciare la Peregrinatio.

LA STATUA CHE RICHIAMA L’ORIENTE
La statua di Viggiano rappresenta la Vergine con il bambino in braccio. Entrambi, secondo la tradizione delle antiche “Madonne nere” orientali, hanno un colorito scuro della pelle. Maria e Gesù reggono in mano il globo terrestre, simbolo di protezione sull’umanità.

I PAPI E LA VERGINE DI VIGGIANO
La Madonna nera di Viggiano nel 1991 accolse Giovanni Paolo II durante la visita pastorale in Basilicata. Fu invece la preziosa statua a viaggiare verso Roma quando il 1° gennaio 2010 fu esposta nella basilica di San Pietro, alla presenza di Benedetto XVI, per la festa di Maria Madre di Dio.

ORGANIZZARE LA VISITA
La basilica santuario Madonna del Sacro Monte si trova nel centro storico di Viggiano (Potenza) in via Roma 2. Orario di apertura invernale: dalle 7 alle 19; estivo: dalle 7 alle 20. La cappella sulla vetta del Sacro Monte è aperta solo da maggio a settembre dalle ore 8.30 alle ore 18.30. Le Messe festive in basilica si celebrano alle ore 8.30, 11 e 19. Sul monte alle ore 11. Per informazioni sul santuario e sul pellegrinaggio: basilica tel. 0975/61.113; rettore: tel. 0975/61.054 santuario.viggiano@tiscali.it.

L’OSTELLO
Il santuario dispone di un ostello intitolato alla Theotokos, la Madre di Dio. La struttura ha circa 100 posti letto, una sala-ristorante, una sala-conferenze, bar, cappella e spazi verdi. Aperto tutto l’anno, costituisce un punto di riferimento per i pellegrini e quanti, attratti dalla bellezza dell’Appennino lucano, desiderano trascorrere giorni di pace. È disponibile per campi-scuola o giornate di spiritualità. Ostello della gioventù Theotokos: tel. 0975/61.409.

Testo di Nicola Nicoletti - Foto Archivio santuario di Viggiano

Archivio

Vai