Un mese insieme con la Vergine Maria, madre di misericordia
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INSIEME di don Antonio Rizzolo
Un mese insieme con la Vergine Maria, madre di misericordia
Nella tradizione cristiana maggio è dedicato alla Madonna. In questo Anno santo lasciamoci guidare da lei per entrare nel cuore di Dio, ricco d’amore per ognuno di noi
Cari amici lettori, stiamo per entrare nel mese di maggio, che la tradizione popolare dedica alla Madonna. Anche se dal punto di vista liturgico il tempo mariano per eccellenza è quello di Avvento e Natale. Pensiamo, comunque, in questo mese di maggio al modello che Maria rappresenta per noi cristiani e invochiamo la sua intercessione. In particolare, riflettiamo sul titolo «Madre di misericordia» con cui viene invocata nella famosa preghiera della Salve Regina. Il titolo ben si adatta all’Anno santo straordinario che stiamo vivendo.
Perché invochiamo la Vergine come Madre di misericordia? Perché la sua esperienza dell’amore misericordioso di Dio è stata unica e grandissima. Più di tutti, infatti, ha compreso l’abisso della misericordia divina. Anzi, ne ha fatto esperienza diretta accogliendo il Verbo eterno nel suo grembo e in seguito, ai piedi della croce, unendosi alla passione e alla morte del suo Figlio. Diventando così madre di tutta l’umanità. Nella vita, morte e risurrezione di Gesù si è rivelato in modo definitivo il volto misericordioso di Dio. Lo spiega bene Giovanni nella sua prima lettera: «In questo si è manifestato l’amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui. In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati» (4,9-10).
Questa comprensione dell’amore, della misericordia di Dio che, come ha detto papa Francesco, «previene, anticipa e salva», Maria lo ha espresso in modo mirabile nel Magnificat. In questo canto di lode ella riconosce prima di tutto l’amore gratuito di Dio nei suoi confronti. Dio, infatti, «ha guardato all’umiltà della sua serva», cioè alla sua piccolezza, al suo essere “terra” (umile deriva da humus, terra), al suo essere “misera”. E in lei ha fatto grandi cose, ha manifestato «la sua misericordia» che si estende «di generazione in generazione» per «quelli che lo temono», cioè che affidano tutta la loro vita al Signore. La misericordia torna ancora alla fine del canto, come segno della fedeltà di Dio, che non viene mai meno, di cui si ricorda sempre. Cari amici, Maria ci aiuti a entrare nel cuore misericordioso di Dio. A te guardiamo, o Madre e ti invochiamo perché, come scrive Dante nel Paradiso, «la tua benignità non pur soccorre / a chi domanda, ma molte fiate / liberamente al domandar precorre./ In te misericordia, in te pietate, / in te magnificenza, in te s’aduna / quantunque in creatura è di bontate».