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Il viaggio del Papa a Lesbo ci ricorda che non c’è distinzione tra cristiani e musulmani quando si tratta di vittime della…
Ite missa est di Enzo Romeo
Tutti figli di Dio da proteggere contro il fondamentalismo
Il viaggio del Papa a Lesbo ci ricorda che non c’è distinzione tra cristiani e musulmani quando si tratta di vittime della violenza. La vera battaglia da fare è contro l’ingiustizia che genera conflitti
Al ritorno da Lesbo hanno chiesto al Papa: «Perché ha scelto solo musulmani tra i profughi da portare a Roma?». «Perché avevano i documenti in regola e perché sono figli di Dio», è stata la risposta disarmante di Francesco.
Il giorno dopo, alla preghiera del Regina caeli, ha raccontato una delle tante storie ascoltate al campo profughi di Mòria. È quella di un musulmano quarantenne, che insieme ai suoi due figli è in attesa che qualcuno decida della loro sorte. I tagliagole dell’Isis gli hanno ucciso la moglie perché cristiana. «Si amavano e si rispettavano a vicenda», ha detto Bergoglio, «ma questa ragazza è stata sgozzata dai terroristi perché non ha voluto rinnegare Cristo e abbandonare la sua fede». Poi il Papa ha esclamato a commento: «È una martire! E quell’uomo piangeva tanto!».
Cristiani e musulmani, curdi e yazidi, vittime della stessa violenza cieca. Eppure c’è chi si ostina a parlare di scontro di civiltà, di difesa dei nostri confini dalle orde degli invasori. E spesso a guidare il coro sono gli atei devoti, di destra e di sinistra, che si propongono quali defensores fidei. Mentre sono i principali rappresentanti di una società che ha provato a sbarazzarsi di Dio o che ha abbracciato il neopaganesimo consumista. Si invoca la costruzione di muri e barriere e ci si dimentica che la forza dell’Europa è rappresentata dai suoi valori, a cominciare dall’accoglienza. Il rispetto dell’altro, la capacità di integrare, la sacralità dei diritti umani: queste sono le armi che compongono il nostro arsenale. Se li sacrifichiamo sull’altare della demagogia, se cediamo – spesso strumentalmente – alle facili paure, allora sì che ci indeboliamo e rischiamo d’essere sopraffatti da chi vorrebbe imporre il fondamentalismo.
Se c’è una battaglia da fare è contro l’ingiustizia che genera conflitti. I morti provocati dall’Isis e quelli causati dalla fame sono i due piatti della stessa bilancia. Ecco perché non vale far distinzioni tra chi fugge dalle guerre e chi scappa dalla miseria.