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INSIEME di don Antonio Rizzolo
La nostra devozione alla vergine Maria e la fede dei piccoli
Il 13 maggio, durante il viaggio a Fatima, Papa Francesco dichiarerà santi i due pastorelli Francesco e Giacinta. Alla loro preghiera affidiamo la nostra vita cristiana
Cari amici lettori, sta per iniziare il mese di maggio, dedicato tradizionalmente alla Vergine Maria. È vero che è l’Avvento il tempo dell’anno liturgico che vede come protagonista la Madonna, dunque il più adatto per la devozione mariana, perché ci invita ad accogliere Gesù nella nostra vita come lei l’ha portato nel grembo, e a testimoniarlo e annunciarlo così come lei, con il suo parto, l’ha donato al mondo. Tuttavia, le tradizioni popolari conservano il loro valore. Come ha detto una volta papa Francesco, «se vuoi sapere chi è Maria vai dal teologo, ma se vuoi sapere come si ama Maria, vai dal popolo di Dio che te lo insegnerà meglio».
C’è poi una ragione in più, quest’anno, per pregare Maria, invocare la sua intercessione, imitare il suo esempio: il centenario delle apparizioni di Fatima. Per commemorare questo evento il Papa stesso, il 12 e il 13 maggio, si recherà in pellegrinaggio nella cittadina portoghese. Su Credere abbiamo già avviato diverse iniziative legate al centenario: una collana di libri allegati, intitolata “Ave Maria”, e la serie di articoli sugli itinerari mariani. In edicola e in parrocchia uscirà poi, il prossimo 11 maggio, uno speciale tutto dedicato a Fatima e un volume scritto da Saverio Gaeta. Da questo numero inizia anche una nuova serie di dossier intitolata “Maria vista da vicino”, scritta da don Marco Pozza con il suo stile immaginifico e moderno.
Sono stato sempre devoto di Maria e recito spesso il Rosario. Posso dire anch’io, come papa Francesco, che questa preghiera «accompagna sempre la mia vita. È anche la preghiera dei semplici e dei santi. È la preghiera del mio cuore». Confesso, però, che talvolta non capisco certe manifestazioni esteriori della devozione mariana, che mi sembrano eccessive fino a oscurare la centralità di Cristo. Ho la tendenza a essere troppo razionale, intellettuale. Mentre la nostra vita è fatta anche di emozioni e affettività. Oggi però, proprio da Fatima, ci viene un aiuto singolare. Mi riferisco ai due pastorelli Francesco e Giacinta, che il Papa proclamerà santi il 13 maggio. Ci si è interrogati a lungo se ammettere o no agli onori degli altari dei bambini che non avessero subito il martirio: è possibile parlare per loro di esercizio eroico delle virtù? Il problema è stato superato positivamente. Ed è proprio così: la fede dei piccoli può essere grandissima e in questi casi è la più pura, la più sincera, la più commovente. Cari Francesco e Giacinta, pregate per me e per noi, perché possiamo imitarvi nella vostra limpida semplicità, nel vostro ascolto della Mamma celeste, nel vostro stupore di fronte all’amore di Dio, nell’offerta della vostra vita.