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Como
Il duomo che parla con il lago
Fulcro della vita cittadina, la cattedrale, le cui origini affondano nel Medioevo, ha sempre mantenuto un rapporto diretto con il Lario, via di comunicazione e oggi attrattiva per i turisti
Il Lario è una delle mete turistiche più ambite d’Italia; la bellezza della natura si sposa con una ricchezza di architetture e di opere d’arte notevole. Lungo le sponde sono disseminate chiese romaniche di grande fascino, oltre a palazzi e ville che ricordano come questa sia da secoli una zona di villeggiatura.
Tra le città che maggiormente attraggono i turisti c’è Como, elegante e misurata. Cuore e gioiello della città è la cattedrale, dedicata alla Vergine Assunta. Essendo il fulcro di Como, la cattedrale attira molti turisti: lo scorso anno ne sono giunti 500 mila. Anche per questo, recentemente è stato avviato un progetto di alternanza scuola-lavoro denominato Visita al duomo, per un supporto ai visitatori, promosso dall’ente Cattedrale con la Camera di commercio, che vede come protagonisti studenti del liceo Volta.
Terzo edificio religioso per dimensioni in Lombardia, il duomo sorge, non casualmente, nelle vicinanze del lago. Eretto a fianco dell’antico palazzo vescovile, era nei pressi di una darsena, segno eloquente dell’importanza che il lago, quale via di comunicazione, rivestiva un tempo, mettendo in relazione Como con il Centro e il Nord Europa.
Nel tempio – affiancato dal Broletto, il cuore civile della città all’epoca dei comuni – armoniosamente si stratificano il romanico, il gotico, l’arte rinascimentale, il barocco, sino a giungere alla cupola settecentesca di Filippo Juvarra che completa il duomo nella sua spinta simbolica verso l’alto.
CAVALCATA LUNGO I SECOLI
«Una lapide», spiega Alberto Rovi, profondo conoscitore della storia di Como, incaricato del progetto dell’erigendo museo della cattedrale, «ricorda che la cattedrale fu fondata nel 1396, ampliando la precedente chiesa cattedrale dedicata a Santa Maria Maggiore. Però, per motivi legati alle guerre che sconvolsero quel periodo, i lavori incominciarono alla metà del Quattrocento. In quel secolo furono elevate le navate, probabilmente dovute a Pietro da Breggia. Lo sviluppo successivo della costruzione e della facciata si deve a Tommaso Rodari che fu responsabile della fabbrica fino al 1527. Nel Cinquecento fu fondata l’abside maggiore e nel secolo successivo le altre due, che hanno dato alla zona presbiterale un’impronta rinascimentale e classicista».
Una cavalcata lungo i secoli, quindi, che ha condotto alla realizzazione di un edificio sacro ricco e armonioso. La pietra utilizzata per la costruzione di questo tempio – principalmente il marmo di Musso, una località lungo la costa occidentale del Lario –, grazie al proprio colore, è in grado di dialogare con il paesaggio circostante e, in particolare, riesce a rinsaldare il legame con il lago.
LA STORIA DELLA SALVEZZA
Il visitatore che giunge nella piazza si trova dinanzi alla splendida facciata della cattedrale, a capanna, tripartita, ornata di statue, alleggerita dai finestroni e dal rosone. Le guglie rimarcano la spinta simbolica verso l’alto dell’edificio. L’apparato decorativo della facciata – i cui lavori iniziarono nel 1457 – conduce il visitatore a meditare la storia della salvezza. Nella parte centrale, attorno allo splendido rosone, troviamo infatti sculture raffiguranti Adamo ed Eva, l’Annunciazione e la Risurrezione, ovvero i caposaldi della fede cristiana. Nelle lunette che sovrastano i portali le sculture proseguono questo percorso, con la raffigurazione della Visita di Maria a Elisabetta e dell’Adorazione dei magi. Da notare la presenza, sempre sulla facciata, di sculture che hanno fermato nella pietra due personaggi importanti per la storia comasca: gli scrittori di epoca romana Plinio il Vecchio e Plinio il Giovane. Interessante anche la cosiddetta Porta della rana, cinquecentesca, che si apre nella parete laterale sinistra.
COME LA LUCE DI CRISTO
L’interno della cattedrale è solenne, a tre navate, con transetto. L’impronta gotica è chiara nelle volte a costoloni delle navate laterali. Dodici sono i pilastri, come gli apostoli. La chiesa è ricca di opere d’arte, a partire dagli arazzi eseguiti tra il Cinque e il Seicento nelle maggiori manifatture italiane e a Bruxelles, la pala di San Girolamo di Bernardino Luini, autore anche di una Adorazione dei magi, la ricca ancona di Sant’Abbondio, i due altari barocchi con cui termina il transetto, uno dedicato alla Madonna Assunta e l’altro al Risorto, oppure l’altare del Crocefisso. Piccoli scrigni d’arte sono le due sacrestie.
«Oggi la Chiesa ha la responsabilità di essere luce di Cristo che con la sua parola di verità illumina l’intelligenza dell’uomo per dare una risposta alle sue domande», spiega monsignor Flavio Feroldi, arciprete del Duomo. «Anche la nostra cattedrale si pone a servizio di questa opera con la sua liturgia, le sue iniziative culturali, con la sua storia e con le sue opere d’arte visibili a tutti».
ORGANIZZARE LA VISITA
La cattedrale di Como si trova in centro città. Como è raggiungibile in treno (www.trenitalia.it e www.trenord.it). La stazione più vicina al duomo è Como lago. In auto percorrere l’autostrada A9 e poi la E35, oppure la superstrada Milano-Meda.
ORARI E CELEBRAZIONI
La cattedrale è aperta nei giorni feriali dalle 7.30 alle 19.30 per i fedeli e dalle 9.30 alle 17.30 per i turisti; la domenica e i festivi dalle 7.30 alle 20. Orari Messe: feriali 8, 9, 18.30; sabato e vigilie ore 17; festivo 8, 10, 12, 17, 19. Confessioni tutti i giorni dalle 8.30 alle 19. La festa della cattedrale cade il 15 agosto.
700 ANNI DELL’ALTARE
I festeggiamenti per il 700° anniversario di consacrazione dell’altare avranno luogo domenica 27 maggio. All’ingresso della chiesa è stato collocato un totem multimediale con informazioni in più lingue. Per informazioni: www.cattedraledicomo.it; info@cattedraledicomo.it; tel. 031/33.12.275.
Testo di Barbara Garavaglia