N. 18 - 2019 5 maggio 2019
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Basilica di Superga

Quando la Madonna fece la grazia ai Savoia

Costruita nel settecento per ricordare una vittoria contro i francesi, è poi diventata il mausoleo dei Re di Sardegna. Settant’anni fa la tragedia aerea del grande Torino

 La basilica di Superga

È vero che «con i se e i ma non si fa la storia», ma se il 7 settembre del 1706, dopo quasi quattro mesi di assedio, le truppe francesi non fossero state sconfitte dai torinesi assediati, non è proprio certo che Torino sarebbe diventata, nel 1861, la prima capitale del Regno d’Italia. Il duca Vittorio Amedeo II era consapevole che quella battaglia, in un modo o nell’altro, avrebbe cambiato le sorti della città, del Ducato e dell’intera casata dei Savoia. Quando sembrava che i francesi stessero per avere la meglio, il duca andò a osservare dall’alto il campo di battaglia. Salì sulla collina di Superga, a est della città, ben oltre il Po, abbastanza in alto per avere un perfetto quadro d’insieme. Ebbe conferma di ciò che temeva stando all’interno della mura della città: Torino era sull’orlo del baratro. Lì, fece un voto alla Vergine Maria: se i Savoia fossero riusciti a mettere in fuga i soldati del re di Francia, avrebbe fatto erigere una basilica proprio su quella collina che dominava Torino.

Grazie al principe Eugenio di Savoia, naturalizzato austriaco, noto come Prinz Eugen, generale dell’esercito del Sacro Romano Impero, stratega d’eccezione giunto in soccorso del ducato, i Savoia ebbero la meglio. E la promessa fatta venne mantenuta.

EDIFICIO GRANDIOSO
Non fu facile. Dovettero sbancare la collina perché la basilica doveva essere degna di una vittoria militare epocale e lo spazio a disposizione non bastava. In un solo anno la abbassarono di una sessantina di metri spianandone la cima. Il 20 luglio del 1717 iniziarono i lavori, per terminare quattordici anni dopo. Il progetto era stato redatto dal messinese Filippo Juvarra, l’uomo che più di ogni altro ha lasciato a Torino il segno della sua matita geniale. Se l’ex capitale del Ducato sabaudo e, poi, del Regno d’Italia fa rima anche con barocco, il merito è tutto di Juvarra, che a lungo è stato l’architetto di corte dei Savoia.

La basilica di Superga, a 672 metri sul livello del mare, domina ancora la città. È imponente: alta 75 metri e lunga 51. Davanti c’è un piazzale ampio che offre un panorama unico sulla città, dietro c’è il corpo della basilica, una struttura a pianta rettangolare su più piani. Al centro un chiostro e, sotto, la cripta. Per i Savoia questo luogo ha mantenuto intatto nel tempo il proprio significato. Non è un caso quindi se sotto la basilica si trovino le tombe che ospitano 66 membri della ex Casa reale. Il cuore della famiglia batte qui.

LA TRAGEDIA DEL TORINO
Centosettantuno anni dopo la sua consacrazione, la basilica di Superga è tornata a segnare la storia della città in un modo tanto improvviso quanto tragico. Il 4 maggio del 1949, in un pomeriggio di pioggia e nubi basse, l’aereo che riportava a casa, da Lisbona, i giocatori del Torino, la squadra di calcio più forte che fino a quel momento il mondo del football avesse conosciuto, si schiantò sulla collina, nel retro della basilica. Nessun superstite. Il Grande Torino di Valentino Mazzola non esisteva più. Per la città iniziò un lutto sportivo che, ancora oggi, settant’anni dopo, non si è estinto. Torino era, è e rimarrà orfana dei suoi eroi sportivi. Superga diventa così, di nuovo, un luogo della memoria imprescindibile per capire la storia del capoluogo piemontese.

La chiesa nata per celebrare una vittoria, da quel momento, per i torinesi, gli amanti del calcio e l’appassionata tifoseria granata, racconterà soprattutto una storia di incredulità e lacrime. Ogni 4 maggio una variegata fiumana di famiglie, tifosi di ogni età e da ogni parte d’Italia e d’Europa, calciatori ed ex calciatori professionisti, semplici cittadini, sale a piedi i due chilometri e mezzo che da corso Casale portano fin su, al piazzale della basilica, per rendere omaggio al Grande Torino, ai giornalisti morti al seguito della squadra e all’equipaggio. In tutto, le vittime quella sera furono 31. 

I SERVITI SONO ANDATI VIA
A segnare il passo alla basilica di Superga è, per assurdo, la vita religiosa. Alla fine del 2013 la piccola comunità dei Servi di Maria, che ne aveva la custodia, scrisse una lettera alla Sovrintendenza dicendo: siamo anziani, siamo pochi, non possiamo più garantire l’apertura della basilica, siamo obbligati a passare la mano e scendere in città. Erano arrivati nel 1965 e tutta l’attività, dall’accoglienza turistica all’animazione liturgica, dalle celebrazioni alla vita pastorale della zona, erano organizzate e gestite da loro.

A Torino la comunità dei Servi di Maria si trova nella parrocchia di San Pellegrino Leziosi in corso Racconigi, tra i quartieri San Paolo e Campidoglio, nella zona ovest della città ma, per fortuna, un legame con Superga, seppur tra mille difficoltà, sono riusciti a mantenerlo. Ogni domenica alle 11,30 si celebra l’unica Messa della settimana. Niente più battesimi, matrimoni, funerali; c’è però un custode laico, dipendente dei Servi di Maria, il cui compito è continuare nell’opera di accoglienza di singoli, famiglie e gruppi che salgono a Superga. Da queste parti non mancano i camminatori, i gruppi parrocchiali e gli scout che scelgono le colline per le loro escursioni. Per loro ci sono un bed and breakfast e un ostello in pieno stile settecentesco. Anche la chiesa, grazie alla presenza del custode, è molto spesso aperta e per i gruppi che lo desiderano e che sono accompagnati da un sacerdote, è possibile celebrare la Messa.

A tre secoli e mezzo dalla sua edificazione, c’è da scommettere che, nonostante le difficoltà, la basilica continuerà ancora a lungo a rappresentare per i torinesi molto più che un punto familiare nello skyline.
  

ORGANIZZARE LA VISITA
Attualmente la basilica è chiusa per restauri. La Messa si celebra la domenica alle 11.30 (ingresso dalle ore 10). Gli orari di visita alle Tombe reali, appartamento reale e della cupola sono: dal lunedì alla domenica dalle 10 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 19 (ultimo ingresso 18.15). Mercoledì chiuso o disponibile per gruppi prenotati. Per salire a Superga si può utilizzare quella che i torinesi chiamano Dentera, la cremagliera attiva dal 1884, con partenza ogni ora da piazza Gustavo Modena 6. Info: www.basilicadisuperga.com.
  

Testo di Sante Altizio

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