N. 19 - 2014 11 maggio 2014
INSIEME di don Antonio Rizzolo

Dio è come una madre, non si dimentica mai di noi

Cari amici lettori, in questo numero abbiamo come sempre tante storie da raccontarvi e anche qualche novità. Tra le storie…

Pamela Villoresi

Meglio essere madre che vincere l’Oscar

Pochi mesi fa l’abbiamo vista al Festival di Cannes con il cast del film La grande bellezza. Ma per l’attrice è la maternità…

Padre Stefano Gorla

Una vocazione “disegnata” a fumetti

Sacerdote barnabita, educatore scout e giornalista: da sei anni direttore de il Giornalino, il settimanale del Gruppo San…

Ghiaie di Bonate

Il messaggio attuale delle apparizioni

Il medico torinese Lucia Amour ha studiato il significato delle rivelazioni affidate 70 anni fa dalla Vergine Maria a una…

Vincere il dolore

Una lacrima mi ha salvato

I medici la davano per morta mentre lei, dal coma, sentiva tutto. La straordinaria storia di Angèle, salva grazie all’amore…

Ite, Missa est

Costanza Miriano: La gratuità che fa breccia nei cuori

Una mamma, si sa, non può permettersi di morire prematuramente, con i bambini ancora piccoli. È categoricamente escluso.

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INSIEME di don Antonio Rizzolo

Dio è come una madre, non si dimentica mai di noi

Cari amici lettori, in questo numero abbiamo come sempre tante storie da raccontarvi e anche qualche novità. Tra le storie vi segnalo quelle legate alla Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, domenica 11 maggio. Vi proponiamo le testimonianze di padre Stefano Gorla, direttore del Giornalino; di suor Cristina Alfano, già cantante lirica e allieva di Katia Ricciarelli, di dom Franco Mosconi, monaco camaldolese. Una novità è il dossier di catechesi al centro del giornale, da staccare e conservare: iniziamo una nuova serie dedicata ai sacramenti e basata sulle domande che ciascuno porta nel cuore. Fateci sapere che cosa ne pensate.

Vorrei ora soffermarmi sulla storia di copertina, che vede protagonista l’attrice Pamela Villoresi. Nell’intervista ci racconta la sua fede e confida la sua grande gioia di essere madre: «È meglio di un Oscar». E non lo dice a caso, visto che è tra gli interpreti di La grande bellezza, che ha trionfato agli Oscar come miglior film straniero. Sì, essere madri è un’esperienza che trasforma radicalmente: dopo aver dato alla luce un figlio una donna diventa «madre per sempre», come cantava Fabrizio De André. E chiunque di noi è dall’inizio figlio. Non è un caso che nella Bibbia Dio sia immaginato anche con tratti materni. Più volte gli viene assegnato un termine femminile, rahamîm, che si riferisce alle viscere, al grembo della donna, e indica l’affetto, la tenerezza, la misericordia di Dio per noi. Ci sono due passi straordinari nella Bibbia che esprimono l’amore di Dio per ciascuno di noi. Il primo si trova nel libro del profeta Isaia. Dice il Signore: «Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai» (49,15). Il secondo si trova nel libro del profeta Osea e descrive l’amore di Dio per il suo popolo: «Io li traevo con legami di bontà, con vincoli d’amore, ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua guancia, mi chinavo su di lui per dargli da mangiare. Come potrei abbandonarti, Israele? Il mio cuore si commuove dentro di me, il mio intimo freme di compassione» (cfr 11,4.8).

La seconda domenica di maggio si celebra la festa della mamma. È l’occasione per fare gli auguri a tutte le nostre mamme. L’idea è nata negli Stati Uniti, ma il primo a importarla in Italia, nel 1957, è stato un sacerdote di Assisi, don Otello Migliosi. Le mamme sono le prime annunciatrici della fede in famiglia e il loro cuore, che nel profondo custodisce sempre il perdono, ci ricorda l’amore di Dio, che mai si dimentica di noi.

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