N. 19 - 2016 8 maggio 2016
INSIEME di don Antonio Rizzolo

Comunicare a tutti e sempre scegliendo la via della misericordia

Il tema della giornata delle comunicazioni sociali ci invita a usare un linguaggio che accarezzi invece di ferire, per testimoniare…

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INSIEME di don Antonio Rizzolo

Comunicare a tutti e sempre scegliendo la via della misericordia

Il tema della giornata delle comunicazioni sociali ci invita a usare un linguaggio che accarezzi invece di ferire, per testimoniare la gioia della fede

 

Cari amici lettori, domenica 8 maggio la Chiesa celebra la cinquantesima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, l’unica voluta espressamente dal concilio Vaticano II. Spesso questo appuntamento passa un po’ in sordina, forse perché ormai siamo talmente immersi nel mondo della comunicazione, soprattutto attraverso i nuovi media digitali, da non renderci conto che sono quasi come l’aria che respiriamo. Eppure noi cristiani non possiamo non chiederci come far sì che il Vangelo sia annunciato anche in questo ambiente. In particolare ce lo chiediamo noi Paolini, che abbiamo la missione di evangelizzare nella cultura della comunicazione. E per questo, da alcuni anni, insieme alle consorelle Figlie di San Paolo, abbiamo dato vita alla Settimana e al Festival della comunicazione.

Quest’anno il messaggio di papa Francesco per la Giornata è legato al Giubileo. Si intitola “Comunicazione e misericordia: un incontro fecondo”. Non si tratta, però, di un testo di circostanza. La misericordia, infatti, ci permette di scoprire cosa sia la comunicazione autentica, quella che deve caratterizzare noi cristiani nelle nostre relazioni, sia quelle a tu per tu, sia quelle mediate da strumenti digitali come telefonini, tablet, internet, o da strumenti tradizionali come libri e giornali. Il nostro linguaggio, sempre, anche quando si condanna con fermezza il male, deve trasmettere misericordia, «così da toccare i cuori delle persone e sostenerle nel cammino verso la pienezza della vita, che Gesù Cristo, inviato dal Padre, è venuto a portare a tutti». Si tratta, sottolinea il Papa, di «scegliere con cura parole e gesti per superare le incomprensioni, guarire la memoria ferita e costruire pace e armonia». Quante volte, invece, magari nascosti dall’illusorio anonimato della Rete, usiamo parole cattive, offensive, crudeli, vendicative.

Come scrive ancora Francesco nel suo messaggio, «non è la tecnologia che determina se la comunicazione è autentica o meno, ma il cuore dell’uomo e la sua capacità di usare bene i mezzi a sua disposizione». È proprio vero, «l’ambiente digitale è una piazza, un luogo di incontro, dove si può accarezzare o ferire, avere una discussione proficua o un linciaggio morale». Comunicare in maniera autentica è un compito che riguarda tutti noi, non solo i giornalisti. Per noi cristiani, poi, è un’occasione per testimoniare Cristo, la gioia della nostra fede in lui. Scegliendo sempre la strada della misericordia. Noi di Credere, insieme a tutti voi, cari amici, cerchiamo di farlo ogni settimana.

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