N. 19 11 agosto 2013
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Ferragosto. Assunzione della Vergine

L’ASSUNTA, PROMESSA DI RISURREZIONE

Per i cristiani Ferragosto è la festa della Vergine ascesa al cielo con anima e corpo dopo la sua morte. La riflessione…

Per una lettura completa...

Ferragosto. Assunzione della Vergine

L’ASSUNTA, PROMESSA DI RISURREZIONE

Per i cristiani Ferragosto è la festa della Vergine ascesa al cielo con anima e corpo dopo la sua morte. La riflessione del mariologo Salvatore Perrella...

«La morte, si sa, ci attende inaspettata. L’attualità dell’Assunta consiste proprio in questo: lei ci richiama al nostro destino ultimo di credenti, che è la vita eterna». Getta uno sguardo sulle tragedie di questi giorni – dal treno uscito dai binari a Santiago de Compostela all’autobus precipitato in un viadotto nell’Avellinese – padre Salvatore Maria Perrella, preside del Marianum, la Pontificia facoltà teologica dei Servi di Maria. E prosegue, riflettendo sul senso della festa mariana del 15 agosto: «Mentre per tanti uomini la morte è un dramma, una iattura, per la Vergine no. Per lei si è trattato del ricongiungimento stabile con l’amato, con il Dio dell’alleanza e della promessa. È stato il momento in cui ha vissuto sino in fondo il suo essere “nuova creatura”».

Fede e folclore con la processione dell’Assunta nel quartiere Ballarò di Palermo

Fede e folclore con la processione dell’Assunta nel quartiere Ballarò di Palermo (foto di Fabio Sgroi)

La Chiesa insegna che l’assunzione di Maria in cielo è una verità dogmatica. Che cosa significa?

«Un dogma è una verità che proviene da Dio e che la Chiesa ha conosciuto nel suo percorso di studio e di riflessione sulla Rivelazione. Non è soltanto un punto fermo dottrinale, ma anche un punto di partenza per rinnovare l’uomo nella sua conoscenza di fede. Come dice il Catechismo, i dogmi sono luci che illuminano il cammino semi-oscuro dell’uomo. I dogmi mariani sono quattro: la maternità divina di Maria, stabilita dal concilio di Efeso nel 431, la sua perpetua verginità, affermata nel concilio di Costantinopoli II del 553 e dal Concilio Lateranense del 649, l’Immacolata concezione, sancita da Pio IX nel 1854, e l’Assunzione, proclamata da Pio XII nel 1950. Ciascuno di essi è una verità che illumina la nostra intelligenza di fede, facendoci conoscere e apprezzare le grandi opere che Dio ha compiuto in Maria».

La festa dell’Assunta è dunque la garanzia che anche lei e tutti noi risorgeremo come Cristo e che la nostra fede «non è vana»...

«Esattamente. Maria al termine della sua esistenza ha ricevuto, per prima e in modo anticipato rispetto a noi, il dono dei servi fedeli, quello della Pasqua eterna. Quello che per noi avverrà alla fine dei tempi, in Maria è già avvenuto. Nella crisi di fede che il nostro mondo sta vivendo, dove tanti che avevano confidato nel progresso apportato dalla scienza e dalla tecnica sono restati delusi, Maria ci insegna la credibile speranza nella vita eterna. Celebrare l’Assunta è così la conferma della promessa di Cristo: “Ho preparato un posto per voi”».

La celebrazione dell’Anno della fede dà in qualche modo un ulteriore spessore all’ormai imminente solennità?

«Direi di sì, perché l’Anno della fede ha inteso richiamarci al senso globale della nostra esistenza. Avere fede significa compiere un atto umano di fiducia, non soltanto nella dimensione meramente affettiva, ma con una radicata consapevolezza. Come diceva Pio XII, “la Chiesa non teme i propri nemici, ma teme l’ignoranza del suo popolo”. Oggi, nonostante l’apparente disponibilità di mezzi d’informazione di ogni genere, viviamo realmente l’analfabetismo della cultura religiosa. La fede non è necessariamente un cammino lineare di comprensione, anzi il Vangelo ci dice che talvolta anche Maria e Giuseppe non comprendevano. Ma, diversamente da altri discepoli di Gesù, loro non si sono scandalizzati delle inedite vie di Dio, anzi sono entrati in queste vie con la fiducia che Dio non inganna mai: se promette, mantiene».

In che modo si può proporre una “riscoperta” di questa festa liturgica?

«Facendo comprendere ai fedeli che la fede non va “in ferie”, non segue banalmente il tempo degli uomini, quanto piuttosto il tempo della salvezza. Un suggerimento che mi sento di proporre è la novena in onore dell’Assunta (tradizione cara all’Oriente cristiano), tipica di alcune regioni del sud Italia, che si conclude nella notte della vigilia, quando la statua della Madonna viene rivestita di ori e di fiori, per simboleggiare nella gioia la sua risurrezione dai morti in virtù della promessa di Dio e del suo percorso di fede. In tal modo l’Assunta, in questi giorni di festa, ci chiama a non disaffezionarci del tempo di Dio, sempre colmo di cose buone per noi (è ciò che celebra la Chiesa durante l’Anno liturgico). Maria assunta è un bel frutto della redenzione e fa parte dell’inedita e sorprendente “fantasia” di Dio, ed è garanzia e testimonianza del fatto che vivremo in eterno nel Signore con un “corpo spirituale”».

Testo di Saverio Gaeta

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