N. 2 - 2018 14 gennaio 2018
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Missionarie della Divina Rivelazione

Fede e bellezza sono la nostra missione

Con le loro visite guidate alla scoperta dell’arte sacra di Roma, queste suore vivono un’originale forma di nuova evangelizzazione

Le Missionarie della Divina Rivelazione nella basilica di San Giovanni in Laterano a Roma

«Sul più bello di ogni visita, viene sempre fuori la domanda dell’ateo che cerca di metterti in difficoltà in ogni modo. Oppure del pauperista che inizia a dire che la Chiesa è ricca perché siamo circondati da opere d’arte di una meraviglia unica “e chissà quanto valgono, quanti soldi fate”. È allora che devi raccogliere anche queste sfide e cercare, con amore fraterno, di condurre alla riflessione il turista. Magari proprio attraverso l’arte. Perché l’arte è un’autostrada che ti permette l’incontro con Gesù». Madre Rachele Nazzaro, superiora delle Missionarie della Divina Rivelazione, usa più volte, nel corso della chiacchierata, quest’ultima affermazione. E ogni volta la sottolinea, per dare ancora più forza al carisma davvero particolare di queste suore: fare catechesi con l’arte.

Legate al messaggio della Vergine della Rivelazione alle Tre Fontane di Roma, affidato a Bruno Cornacchiola, e in particolare all’invito a essere missionari della Parola di verità, il carisma delle Missionarie, oltre alla diffusione della Divina Rivelazione, è quello del «servire i fratelli» attraverso varie forme di apostolato: oltre alle consuete (servizio in parrocchia, annuncio alle famiglie...), c’è proprio quello che definiscono «catechesi con l’arte». E madre Rachele premette che questo «si sta rivelando il più comunicativo. È un carisma che ci permette di essere strumento per trasmettere i contenuti della fede e della bellezza. Fare catechesi con l’arte, attraverso l’arte, significa servire i fratelli anche così. È un modo per evangelizzare, per far amare la Chiesa, per difenderla». E qui madre Rebecca fa di nuovo riferimento alla Vergine delle Tre Fontane e al suo messaggio: «La vera Chiesa di mio Figlio è fondata dai tre bianchi amori: l’Eucaristia, l’Immacolata e il Santo Padre».

FEDE INCARNATA NELLA STORIA
Non sembra esserci, almeno all’apparenza, un riferimento all’arte; ma allora, perché questa scelta? «Fin dalle origini della Chiesa», spiega la superiora delle Missionarie, «la fede si è espressa anche attraverso l’arte. Pensiamo alle catacombe: lì tutto parla di Cristo. È un’antica modalità, che però rischiava di perdersi». Almeno finché il loro istituto non ha ripreso in mano con sapienza tutta la materia, unico nel farlo. Ecco dunque che la proposta di queste religiose è rivolta non tanto a fare “da guide” attraverso le bellezze di Roma, in maniera che può sembrare riduttiva e che qualcuno potrebbe confondere con una visione addirittura “commerciale” della cosa, ma nel proporre itinerari di arte e fede.

«Abbiamo iniziato prestando servizio pastorale presso la basilica di San Giovanni, quindi con una prima accoglienza al museo della basilica», ricorda madre Rachele. «Da lì ci siamo accorte che al visitatore andava offerto un approccio diverso, a iniziare dallo storico, di quella storia della Chiesa che fa comprendere tante cose. Ecco la fede incarnata in una storia, quel Verbo che si fece carne. A quanti ci ascoltano, cerchiamo di far comprendere che questa storia bimillenaria ci è stata donata».

PROPOSTA CHE ATTIRA
La curiosità di sapere come la prendono non solo i fedeli, ma anche i semplici turisti, è tanta. «Ci rendiamo conto», argomenta madre Rachele, «che ci troviamo davanti anche a non cristiani del terzo millennio. Trasmettere le conoscenze dell’arte, e dunque della fede, è difficile. Però basterebbe che ogni parrocchia scoprisse un po’ di più questo aspetto e la fede troverebbe subito una freschezza nuova. Noi proviamo a fare anche questo: quando ci chiamano andiamo volentieri nelle parrocchie, nei paesi, e troviamo grande disponibilità. E nelle visite incontriamo molti giovani. Anche con loro non è facile, però in tanti scoprono questo interesse per la prima volta e ne restano appassionati. Ci succede anche che gli insegnanti si scoprono meravigliati di questo interesse e ci confidano che loro non riescono a coinvolgere gli studenti per più di un’ora su un argomento qualsiasi, anche leggero, mentre noi li teniamo incollati per tre ore. Sa, è come una flebo della fede: goccia a goccia entra qualcosa».

DAGLI OCCHI AL CUORE
Ma torniamo un po’ alla storia “artistica” di questa congregazione, la cui approvazione diocesana da parte del cardinale Camillo Ruini è del 2001 e che conosce un altro punto di svolta nel 2007, quando il cardinale Angelo Comastri chiede loro di scrivere un itinerario di arte e fede per la basilica di San Pietro, che diviene poi traccia per le audio guide: «Non sono semplici guide», sottolinea madre Nazzaro, «quanto piuttosto una vera e propria lettura spirituale di quello che c’è in San Pietro. Poi è stato chiesto a noi di fare proprio da guide, nell’anno sacerdotale del 2009, a contatto con tanti preti e seminaristi. E lo stesso abbiamo fatto nell’Anno della fede e in quello dedicato alla vita consacrata».

Alla superiora delle Missionarie della Divina Rivelazione piace anche un’altra sensazione che prova spesso durante queste guide: «Vediamo che in tante persone una certa immagine tocca il cuore. È la via della bellezza che arriva direttamente al cuore, senza passare dalla ragione. Oggi abbiamo questa ragione spappolata, se posso usare questo termine, da tante ideologie, dalle mode, dal pensiero unico. E il cuore piange, sanguina. Però poi arriva la bellezza e qualcosa dentro di te vibra. E in questa scintilla del cuore parla Dio, anche al malvagio. E se, quando sta per scoccare questa scintilla, viene fuori la solita manina alzata del pauperista, allora siamo pronte a raccogliere la sfida».

Testo di Igor Traboni - Foto di Stefano Dal Pozzolo/Contrasto

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