N. 2 - 2019 13 gennaio 2019
INSIEME di don Antonio Rizzolo

Lo scandalo di chi va in chiesa e vive odiando o parlando male degli altri

È possibile una “preghiera atea”? Con questa frase Papa Francesco ha denunciato l’incoerenza e l’ipocrisia. Come hanno fatto…

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INSIEME di don Antonio Rizzolo

Lo scandalo di chi va in chiesa e vive odiando o parlando male degli altri

È possibile una “preghiera atea”?  Con questa frase Papa Francesco ha denunciato l’incoerenza e l’ipocrisia. Come hanno fatto i profeti e lo stesso Gesù. Perché molti hanno frainteso le sue parole?

 

Cari amici lettori, mi ha molto colpito la catechesi di papa Francesco nell’Udienza generale di mercoledì 2 gennaio. Soprattutto, a dire il vero, per i fraintendimenti che ne sono nati. Francesco ha messo in rilievo il «grande segreto» alla base del discorso della montagna e della preghiera del “Padre nostro”: essere figli davanti al Padre dei cieli. Il cristiano non è chiamato prima di tutto a un impegno morale, ma ad accogliere e lasciarsi trasformare dall’amore di Dio. Come ha detto il Papa, Dio chiede «di invocarlo con il nome di “Padre”, di lasciarsi rinnovare dalla sua potenza e di riflettere un raggio della sua bontà per questo mondo così assetato di bene, così in attesa di belle notizie».

In questo rapporto filiale con il Padre non c’è spazio per l’ipocrisia o per i formalismi. Per questo il Papa, attualizzando le parole di Gesù contro gli ipocriti, parla di gente capace «di tessere preghiere atee, senza Dio», fatte solo per mettersi in mostra. «Quante volte», ha esemplificato Francesco, «noi vediamo lo scandalo di quelle persone che vanno in chiesa e stanno lì tutta la giornata o vanno tutti i giorni e poi vivono odiando gli altri o parlando male della gente». E così ha concluso: «Questo è uno scandalo! Meglio non andare in chiesa: vivi così, come fossi ateo. Ma se tu vai in chiesa, vivi come figlio, come fratello e da’ una vera testimonianza». Dare questo genere di scandalo, di controtestimonianza, è come essere atei, senza Dio. Paradossalmente, allora, è meglio non andare in chiesa. Se invece abbiamo veramente accolto l’amore di Dio, non possiamo che vivere da figli del Padre e fratelli tra di noi.

Francesco riesce sempre a trovare modi nuovi per ribadire verità antiche. È il caso dell’espressione «preghiera atea». Un’evidente contraddizione, un’incoerenza tra culto e vita già denunciata dagli antichi profeti d’Israele. Qualcuno, però, ha frainteso le parole del Papa. Prima di tutto gran parte del mondo dell’informazione che, magari per la fretta o per ignoranza, ha titolato «Meglio atei che ipocriti». Frase che Francesco non ha mai detto. Le sue parole sono state fraintese anche da molti utenti su internet che si definiscono cattolici. Alcuni in  malafede: i detrattori del Papa hanno colto l’occasione per gettare nuovo fango. Molti ingannati da titoli imprecisi e fuorvianti. Meglio andare sempre al testo originale (che si trova facilmente sul sito del Vaticano) o affidarsi a fonti d’informazione più sicure (come i siti di Famiglia Cristiana e Avvenire).

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