N. 2 - 2019 13 gennaio 2019
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Una pagina gloriosa dello scoutismo

In Val Codera, in provincia di Sondrio, tra il 1944 e il 1945 le “Aquile randagie”, con don Barbareschi, non si piegarono…

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Ite, missa est di Daniele Rocchetti

Una pagina gloriosa dello scoutismo

In Val Codera, in provincia di Sondrio,  tra il 1944 e il 1945 le “Aquile randagie”, con don Barbareschi, non si piegarono al diktat fascista e fecero di noi persone libere

 Illustrazione di Emanuele Fucecchi

Bisogna andarci apposta in Val Codera: pochi borghi, compresi interamente nel Comune di Novate Mezzola, in provincia di Sondrio. Qui, tra il 1944 e il 1945, lo scoutismo italiano – sciolto per decreto dal fascismo anni prima – ha scritto una delle sue pagine più gloriose. Un gruppo di loro, ragazzi di Milano e di Monza, decise di non sottostare al diktat fascista, di iniziare il periodo della cosiddetta “Giungla Silente”  e di mantenere ugualmente fede, in clandestinità, alla “Promessa” e alla “Legge”. Vollero chiamarsi “Aquile randagie”, proprio perché per ragioni di sicurezza erano privi di sede. Li guidavano Andrea Ghetti, del gruppo Milano 11, detto Baden, e Giulio Cesare Uccellini, capo del Milano 2, che prenderà il nome di Kelly. Il fascismo non li ignorò: Kelly fu pestato a sangue da una squadraccia e ci rimise l’udito da un orecchio. Le intimidazioni non li fermarono. Insieme a don Giovanni Barbareschi, Medaglia d’argento della Resistenza, Giusto tra le Nazioni, morto pochi mesi fa, e ad altri parroci milanesi, diedero vita all’OSCAR (Organizzazione Scout Collocamento Assistenza Ricercati) per favorire l’espatrio di ricercati dalle forze tedesche. La loro attività si riassume in 2.166 espatri clandestini, 500 preallarmi, 3.000 documenti di identità falsi... Tutto rigorosamente documentato.

Don Giovanni fu arrestato dalle SS tre giorni dopo l’ordinazione sacerdotale, mentre si preparava ad accompagnare in Svizzera alcuni ebrei. Restò in prigione fino a quando il cardinale di Milano non ne ottenne la liberazione. Quando in seguito si presentò a lui, Schuster si inginocchiò e gli disse: «Così la Chiesa primitiva onorava i suoi martiri. Ti hanno fatto molto male gli Alemanni?». Le “Aquile randagie”, don Giovanni e un piccolo gruppo di giovani, in un tempo in cui molti cattolici preferirono tacere,  hanno preso sul serio il motto di Baden Powell: «Be prepared», che lo scoutismo italiano ha tradotto in latino con l’espressione evangelica «Estote parati», siate pronti.  Pronti anche a resistere. Perché, come amava spesso ripetere don Giovanni, a fare di noi persone libere non saranno mai gli altri, non le strutture e neppure le ideologie.

   

Illustrazione di Emanuele Fucecchi

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