Credere n.20 - 18/05/2014
Abbiamo bisogno di crescere nella conoscenza della nostra fede
Cari amici lettori, voglio prima di tutto ringraziare il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, per le…
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INSIEME di don Antonio Rizzolo
Abbiamo bisogno di crescere nella conoscenza della nostra fede
Cari amici lettori, voglio prima di tutto ringraziare il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, per le parole di apprezzamento verso la nostra rivista. Nel suo intervento invita tutti noi cattolici a reagire di fronte al diffuso analfabetismo religioso. Come risulta da una ricerca, infatti, molti italiani, che pure si dichiarano credenti, hanno una conoscenza molto approssimativa del contenuto della fede. Monsignor Galantino parla di una fede light, cioè debole, leggera, fragile. Che spesso appare anche infantile, superficiale, inadeguata ad affrontare la realtà della vita, la quale richiede invece maturità , coraggio, responsabilità .
Che cosa fare? La nostra rivista Credere cerca di dare una risposta. È nata infatti da una duplice idea. La fede cristiana, prima di tutto, non è qualcosa di infantile e banale, non è neanche un insieme di regole da imparare a memoria, ma è gioia, vita piena, ci rende donne e uomini veri, autentici. Lo dimostrano le tante testimonianze di persone che hanno scommesso sulla fede la loro vita e che raccontiamo nella pagine del giornale. La seconda idea è che si possono comunicare i contenuti della fede in modo chiaro, interessante e accessibile a tutti: la catechesi a centro rivista, rubriche come quelle sull’arte, sulla Bibbia, sulle domande dei bambini, hanno proprio lo scopo di far conoscere la verità e la bellezza della nostra fede. Mi auguro che il nostro impegno ad aiutarci vicendevolmente a crescere nella fede, conoscendola sempre meglio e vivendola concretamente ogni giorno, possa essere apprezzato da tanti.
Aggiungo un’ultima riflessione. Per superare l’analfabetismo religioso hanno un ruolo fondamentale la scuola e i sacerdoti. Nel suo discorso al mondo della scuola, sabato 10 maggio, papa Francesco ha richiamato l’importanza di mettere insieme le forze citando un proverbio africano: «Per educare un figlio ci vuole un villaggio». L’educazione coinvolge tutti: famiglia, insegnanti, personale non docente, professori. Tutti dobbiamo sentirci partecipi a sviluppare «il senso del vero, del bene e del bello» in noi e nei nostri ragazzi. A proposito dei sacerdoti, mi è piaciuta l’immagine che il Papa ha usato nel Regina Caeli, citando san Cesario di Arles: quando il vitellino ha fame va dalla madre a prendere il latte. Essa, però, non lo dà subito. Allora il vitellino bussa col suo naso alla mammella della mucca, perché venga il latte. «Così voi dovete essere con i pastori», ha concluso Francesco, «bussare sempre alla loro porta, al loro cuore, perché vi diano il latte della dottrina, della grazia e della guida».