N. 20 - 2016 15 maggio 2016
INSIEME di don Antonio Rizzolo

Il grande sogno di Francesco per il futuro del nostro continente europeo

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Ermes Ronchi

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Aurelio Picca

Maria Goretti, mia sorella

Lo scrittore racconta la santa della purezza togliendole l’alone di “santino” e restituendole umanità e un’interiorità formidabile

Anna Pina Cannavacciuolo

Custodire la speranza fra le macerie

Parla la madre di una delle vittime del terremoto dell’Emilia. «Non è facile alzarsi al mattino, ma papa Francesco mi dà…

Ite missa est di Enzo Romeo

Quando a naufragare erano i migranti della povera Italia

La fuga dalla miseria, ieri come oggi, è la causa della morte di tanti migranti in mare. ma la storia non sembra aver sradicato…

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Ite missa est di Enzo Romeo

Quando a naufragare erano i migranti della povera Italia

La fuga dalla miseria, ieri come oggi, è la causa della morte di tanti migranti in mare. ma la storia non sembra aver sradicato i pregiudizi

Ite missa est 

Il 25 luglio 1956, al largo di Nantucket, l’Andrea Doria, ammiraglia della flotta mercantile italiana, entrò in collisione con una motonave svedese. A bordo c’erano persone famose, come l’attrice Betsy Drake, moglie di Cary Grant, e poveri sconosciuti che emigravano negli Stati Uniti in cerca di fortuna. Persero la vita 46 dei 1706 passeggeri, tra cui Concettina Zappia di Platì e i suoi quattro figli. Andavano a New York per ricongiungersi col resto della famiglia, che aveva lasciato anni prima l’Aspromonte per guadagnarsi il pane dall’altra parte dell’oceano.

Nessuno ricorda più quelle vittime. In compenso, nel commentare le stragi terroristiche di Bruxelles, qualcuno ha paragonato Platì a Molenbeek, il quartiere da cui provenivano alcuni degli attentatori: ’ndràngheta o jihad, il radicamento criminale è lo stesso. Nel lontano 1890 su La Cronaca di Calabria, un periodico che si pubblicava proprio a Platì, un articolista vicino ai proprietari terrieri scriveva che i contadini «sono invasi dalla febbre di partire per gli Stati Uniti d’America», non per sottrarsi alla fame ma per «l’ambizione di guadagnare molti quattrini».

Passano i secoli e i pregiudizi rimangono, mentre ci vorrebbe un surplus educativo. Ci sta provando padre Masino, piemontese della Consolata, che dopo 43 anni d’Africa fa il missionario a Platì, il Comune più commissariato d’Italia, e mette a disposizione la sala parrocchiale per i dibattiti politici. Una maestra, Irene Càrastro Mosino, ha raccontato nel libro Felice sera (Jaca Book) l’insegnamento nelle “pluriclassi” dei paesi aspromontani e le parole amare che uscivano dalla bocca degli alunni: «Domani non vengo a scuola, vado a trovare mio padre in carcere»… La maestra, con tanta pazienza, insieme all’algebra e alla grammatica, diede lezioni di educazione civica e di speranza.

Quella speranza che cercava Concettina per i suoi figli inghiottiti dal mare, stesso tragico destino di tanti piccoli migranti di oggi.

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