N. 20 - 2017 14 maggio 2017
INSIEME di don Antonio Rizzolo

Beata Maria Vergine di Fatima, guidaci verso l’amore del Padre

Un numero speciale per celebrare il centenario delle apparizioni. Una proposta riservata a voi lettori per venire insieme…

La postulatrice della causa

I bambini di Fatima, un esempio per tutti

Suor Angela Coelho ci parla della causa di canonizzazione di Giacinta e Francesco, i santi più piccoli nella storia della…

Fatima. Il pellegrinaggio

La meta di una fede viva

A un secolo di distanza migliaia di pellegrini continuano ad arrivare a Fatima per ritrovare un’intensità di fede che sembra…

Maria dos Anjos

Mia zia, suor Lucia

Maria dos Anjos ha 97 anni ma ancora oggi accoglie volentieri i pellegrini che le fanno visita nella sua casa, proprio di…

I figli ci chiedono

Perché la Madonna è apparsa a Fatima?

Che cosa sono le apparizioni mariane? Nel corso dei secoli è accaduto che la Madonna sia apparsa ad alcune persone per affidare…

Ite, missa est di Enzo Romeo

Fine del mondo? No, da Fatima l’inizio di tempi nuovi

Quale valore dare alle rivelazioni dei tre pastorelli? La Chiesa ci spinge a considerarle un aiuto della fede. Meglio ancora,…

Per una lettura completa...

INSIEME di don Antonio Rizzolo

Beata Maria Vergine di Fatima, guidaci verso l’amore del Padre

Un numero speciale per celebrare il centenario delle apparizioni. Una proposta riservata a voi lettori per venire insieme con noi a Fatima

 

Cari amici lettori, questo numero speciale di Credere è dedicato a Maria, la Madre di Dio, che cento anni fa, il 13 maggio 1917, nel paese portoghese di Fatima, apparve a tre bambini: Lucia, Francesco e Giacinta. In questi giorni, il 12 e 13 maggio, papa Francesco visita i luoghi delle apparizioni, «pellegrino nella speranza e nella pace», e incontra migliaia di fedeli.

Sono particolarmente legato alla Madonna di Fatima. Fin da piccolo per me l’immagine di Maria è stata quella della Vergine vestita di bianco, con le mani giunte che trattengono un Rosario. Quella, cioè, della statua della Madonna di Fatima che si trova nella chiesa del mio paese natale, Bonavigo, in provincia di Verona. Acquistata nel 1936 nella cittadina portoghese, fu trasportata in treno fino alla stazione di Verona. Da lì i parrocchiani la portarono in paese su un carro. E proprio su un carro, ogni anno, alla fine del mese di maggio, attraversava in processione le vie del paese. È un ricordo indelebile della mia infanzia, unito a quello dei colori delle luminarie che si appendevano fuori della case. A queste immagini risale la mia devozione mariana e l’abitudine a pregare il Rosario. Non è un caso che proprio questo 13 maggio, alle ore 17.30, venga consacrata la chiesa parrocchiale del mio paese, a 61 anni dalla sua costruzione.

Al di là degli aspetti esteriori della devozione a Maria – peraltro importanti perché la nostra fede non è solo intelletto, ma anche cuore, corpo, sentimenti – il centenario delle apparizioni di Fatima dovrebbe richiamarci al centro della nostra fede. Come ha detto papa Francesco nell’ottobre del 2013, alla vigilia dell’Atto di affidamento alla Beata Vergine Maria di Fatima da lui compiuto, «la sua statua, venuta da Fatima, ci aiuta a sentire la presenza [di Cristo] in mezzo a noi». Il Papa ha poi aggiunto: «Alla misericordia di Dio, lo sappiamo, nulla è impossibile! Anche i nodi più intricati si sciolgono con la sua grazia. E Maria, che con il suo “sì” ha aperto la porta a Dio per sciogliere il nodo dell’antica disobbedienza, è la madre che con pazienza e tenerezza ci porta a Dio perché egli sciolga i nodi della nostra anima con la sua misericordia di Padre».

Maria ci porta a Gesù, centro della nostra fede, al Padre misericordioso, che solo può sciogliere i nodi del peccato, del male, del dolore, dell’ingiustizia che stringono la nostra anima. Da parte nostra si tratta di accogliere l’invito della Vergine alla preghiera, alla penitenza, alla comprensione e all’amore, vincendo l’odio e il peccato che portano solo alla violenza, all’odio, alla sopraffazione, alla guerra.

Archivio

Vai