N. 20 - 2018 20 maggio 2018
INSIEME di don Antonio Rizzolo

Alla scuola di Maria, Madre della Chiesa, per vivere insieme il vangelo della fraternità

La nuova memoria liturgica istituita da Francesco ci presenta la Vergine come modello, colei che ci aiuta a essere ogni giorno…

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INSIEME di don Antonio Rizzolo

Alla scuola di Maria, Madre della Chiesa, per vivere insieme il vangelo della fraternità

La nuova memoria liturgica istituita da Francesco ci presenta la Vergine come modello, colei che ci aiuta a essere ogni giorno familiari e testimoni di Cristo

 

Cari amici lettori, in questo numero vi raccontiamo le visite apostoliche di papa Francesco a Nomadelfia e a Loppiano. Due incontri molto brevi ma significativi. Legati da un duplice filo rosso, la fraternità e il Vangelo. Nomadelfia e Loppiano rappresentano perciò, per ciascuno di noi, la possibilità di vivere davvero il Vangelo nella vita di ogni giorno, mediante la fraternità e l’amore reciproco.

Come ha detto Francesco a Nomadelfia, si crea in questo modo uno speciale vincolo di consanguineità e di familiarità, quella con Gesù, propria di chi, mediante il Battesimo, è rinato dall’acqua e dallo Spirito Santo. Infatti, come ha detto il Maestro divino, «chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre» (Marco 3,35).

Anche a Loppiano il Papa ha messo in evidenza il senso di famiglia che unisce coloro che vivono il Vangelo, «una famiglia in cui tutti si riconoscono figli e figlie dell’unico Padre, impegnati a vivere tra loro e verso tutti il comandamento dell’amore reciproco». Tutto questo, però, «non per starsene tranquilli fuori dal mondo, ma per uscire, per incontrare, per prendersi cura, per gettare a piene mani il lievito del Vangelo nella pasta della società, soprattutto là dove ce n’è più bisogno, dove la gioia del Vangelo è attesa e invocata: nella povertà, nella sofferenza, nella prova, nella ricerca, nel dubbio».

Il Vangelo, la fraternità, diventano perciò testimonianza, ci rendono missionari dell’amore, apostoli del Vangelo. In questo impegno, che non è un peso ma la conseguenza gioiosa dell’adesione a Cristo, abbiamo un modello straordinario, la Vergine Maria. Lei è davvero la Madre della Chiesa, cioè colei che precede con l’esempio e incoraggia ciascuno di noi. Non è un caso che papa Francesco, dopo che Paolo VI, nel 1964, aveva proclamato Maria appunto «Madre della Chiesa», abbia voluto istituire quest’anno la sua memoria liturgica il lunedì dopo Pentecoste. Che quest’anno cade il 21 maggio. Come ha detto il Papa a Loppiano davanti al santuario a lei dedicato, siamo tutti invitati «alla scuola di Maria per imparare a conoscere Gesù, a vivere con Gesù e di Gesù presente in ciascuno di noi e in mezzo a noi». Da Maria, Madre nostra, Madre della Chiesa, possiamo dunque comprendere che cosa vuol dire essere consanguinei, familiari di Gesù, per testimoniare nel mondo il Vangelo della fraternità.

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