N. 20 - 2018 20 maggio 2018
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San Miniato

La città sul monte nel cuore di Firenze

L’abbazia che La Pira sognava come laboratorio di convivenza e di pace festeggia nel 2018 il Millenario dalla fondazione

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San Miniato

La città sul monte nel cuore di Firenze

L’abbazia che La Pira sognava come laboratorio di convivenza e di pace festeggia nel 2018 il Millenario dalla fondazione

La basilica di San Miniato al Monte

La tradizione vuole che un esule di origine armena, forse addirittura un principe convertito al cristianesimo, sia stato decapitato, proprio perché cristiano, e lui, per tutta risposta, abbia miracolosamente raccolto la propria testa, attraversato l’Arno, e sia salito sul Mons Florentinus, la collina sopra Firenze ribattezzata così dai Romani. Era l’epoca delle persecuzioni dell’imperatore Decio, intorno al 250. Quell’uomo, di nome Miniato, testimoniò la sua fede fino al martirio. Fu poi riconosciuto santo e sepolto nel luogo in cui sarebbe poi stata eretta la basilica a lui intitolata: San Miniato al Monte.

L’ORIGINE DEL MILLENARIO
Ma è con l’XI secolo che San Miniato al Monte acquista importanza e comincia ad assomigliare al complesso sacro che possiamo ammirare oggi. Lo si deve in modo particolare al vescovo fiorentino Ildebrando, che con l’autorevole Charta ordinationis, datata 27 aprile 1018, fornisce quella che l’attuale abate, Bernardo Gianni, considera una «precisa e affidabile indicazione cronologica di due rilevanti gesti con cui si inaugura una nuova ed evangelica pagina di bellezza e di spiritualità nella vicenda storica di Firenze», la fondazione del monastero di San Miniato, di cui quest’anno ricorre quindi il Millenario. In quella stessa data, spiega l’abate, «Ildebrando, animato da grandi desideri di bene per il suo popolo, rintraccia e recupera tra le rovine della precedente chiesa carolingia le reliquie del protomartire Miniato per collocarle più dignitosamente in un altare destinato così a diventare la prima, vera pietra di fondazione di una nuova basilica romanica».

Ma non solo: il vescovo consegna il pastorale a un prete della diocesi, tale Drogo, «perché fosse il primo abate di una comunità monastica chiamata a vivere su quella collina una testimonianza di orante e operosa fraternità appresa alla scuola del Vangelo e della Regola di San Benedetto». È la nascita dell’abbazia.

Da quel momento parte la storia dell’edificio religioso (anche se la più antica testimonianza addirittura risale al 783) che ancora oggi si presenta a pellegrini e turisti nella sua monumentale bellezza: dalla straordinaria facciata in tarsie di marmi di vari colori, capolavoro del romanico fiorentino, all’interno con presbiterio rialzato sulla cripta e dominato dal mosaico dell’abside dove, con il titolo di Rex Erminie (Re dell’Armenia), il martire Miniato consegna la sua corona terrena all’unico vero Re, il Cristo Pantocrator (cioè Signore di tutto il creato).

LO SPIRITO DEL LUOGO
Dopo alterne vicende storiche – come l’assedio di Firenze del 1529-1530 quando il campanile di San Miniato fu utilizzato come postazione d’artiglieria per i cannoni e il monastero fu circondato da terrapieni e baluardi di difesa ideati da Michelenagelo Buonarroti –, San Miniato venne abbandonato dai religiosi. Solo nel 1924 tornarono ad abitarlo i benedettini Olivetani. Lo ha ricordato anche l’arcivescovo di Firenze, Giuseppe Betori, nel giorno dell’apertura ufficiale del Millenario dell’abbazia il 27 aprile scorso. Ma «lo spirito di questo luogo», ha subito precisato il cardinale, «ha attraversato i secoli e continua a rappresentare per Firenze come uno specchio su cui meditare a riguardo della sua identità». L’arcivescovo ha anche ricordato che un tempo la facciata di San Miniato era ben visibile dal centro di Firenze ma, nella seconda metà dell’Ottocento, quando la città divenne capitale d’Italia, la costruzione del celebre belvedere di piazza Michelangelo la celò alla vista. Ciò nonostante, secondo l’arcivescovo, «lo sguardo più completo di Firenze lo si ha da questo luogo, materialmente e soprattutto spiritualmente, perché una città non è un agglomerato di edifici e attività, ma un tessuto di relazioni umane e quindi di spirito; una città ha un’anima. E l’anima di Firenze si riflette come in uno specchio nell’anima di San Miniato, luogo di bellezza, di incontro, di comunione, di apertura verso l’oltre e l’Altro».

LA PORTA SANTA
In occasione del Millenario dell’abbazia è stata aperta la Porta Santa (fresca di restauro) che gode del privilegio di poter essere aperta ogni anno, il Venerdì santo, per consentire ai fedeli l’acquisizione dell’indulgenza plenaria. «Haec est porta coeli», «Questa è la porta del cielo», vi si legge sulla soglia, perché, come ha suggerito il cardinale Betori, «San Miniato è una porta che conduce al mistero di Dio e dell’uomo, che ne è l’immagine».

Giorgio La Pira, il «sindaco santo», aveva intuito in San Miniato il simbolo più rappresentativo della «città posta sul monte». «La terrazza protesa su tutte le nazioni da cui», spiega l’abate Bernardo, «un’intera comunità ecclesiale e civile potesse riconoscere la sua vera vocazione: farsi laboratorio di convivenza evangelica per divenire al contempo segno e sogno profetico di pace».

San Miniato ha accolto nel tempo pellegrini e visitatori di ogni credo e provenienza, dai grandi artisti del passato a figure rappresentative quali il Dalai Lama, il teologo Paul Evdokimov, la scrittrice Marguerite Yourcenar, il premio Nobel e segretario generale dell’Onu Kofi Annan, il monaco e attivista vietnamita per la pace Thich Nhat Hanh. Anche il cantautore Franco Battiato ha vissuto un periodo assieme alla comunità monastica dei Benedettini di Monte Oliveto attualmente composta da dodici monaci, alle cui attività di lavoro e di preghiera si è aggiunta, sei anni fa, la nascita del laboratorio di pasticceria, che è ora conosciuto e apprezzato per l’alta qualità dei suoi prodotti, preparati artigianalmente con ingredienti di prima scelta.

OSPITALITÀ PER LO SPIRITO
La comunità ospita anche coloro che desiderano trascorrere nel monastero qualche giorno di raccoglimento spirituale, basta che ne condividano in pieno l’orario. A San Miniato al Monte ha sede pure l’associazione La stanza accanto, nata nel 2009 per iniziativa di un gruppo di genitori che hanno perso prematuramente i loro figli.

Il Millenario appena iniziato (che culminerà il 25 ottobre, memoria liturgica di san Miniato) rappresenta l’occasione per far conoscere ancor di più l’abbazia, tanto «che San Miniato al Monte, in questo anno così speciale – come dicono i monaci –, diventi per tutti, senza esclusioni, un affidabile e sorprendente periscopio con cui avvistare meno impauriti il futuro che ci attende».

IL CIMITERO DEI FIORENTINI FAMOSI
Il Cimitero monumentale di San Miniato al Monte, come lo vediamo oggi, è frutto di un ampliamento realizzato nell’Ottocento quando l’area intorno all’abbazia fu trasformata in un camposanto monumentale e fu collegata da una scalinata al piazzale Michelangelo. Vi sono sepolti i fiorentini illustri: dagli scrittori Giovanni Papini, Carlo Collodi e Vasco Pratolini, ai pittori Pietro Annigoni e Ottone Rosai, ai cantori Riccardo Marasco e Odoardo Spadaro, al gastronomo Pellegrino Artusi, ai politici come Giovanni Spadolini fino al produttore cinematografico Mario Cecchi Gori.

ORGANIZZARE LA VISITA
La basilica di San Miniato al Monte si trova a Firenze in via delle Porte Sante. Ci si può arrivare in auto, con l’autobus urbano (linee 12 e 13 www.ataf.net) oppure a piedi salendo la scalinata da Porta San Niccolò o le Rampe da Piazza Poggi o la via di San Miniato al Monte da Piazza Ferrucci.

ORARI E CELEBRAZIONI
La basilica è aperta dal lunedì al sabato dalle 9.30 alle 13 e dalle 15 alle 19.30; la domenica dalle 8.15 alle 19.30. Messe festive: 8.30, 10, 11.30 e 17.30 (quest’ultima in latino e in canto gregoriano). Messe feriali: 7.15 e 17.45, in latino e in canto gregoriano. L’attiguo Cimitero monumentale è aperto in questo periodo dalle 8 alle 18 tranne la domenica in cui chiude alle 13.

IL MILLENARIO
Sono numerose le iniziative per il Millenario di San Miniato. Il programma comprende oltre 50 appuntamenti tra celebrazioni, mostre, restauri, convegni, spettacoli e concerti. Programma completo su www.sanminiatoalmonte.it.

Testo di Andrea Fagioli

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