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Metti una sera con Costanza Miriano
Una mamma di Roma è acclamata come una rock star in questa sala parrocchiale
Ite missa est di Emanuele Fant
Metti una sera con Costanza Miriano
Una mamma di Roma è acclamata come una rock star in questa sala parrocchiale
La bigliettaia mi sorride da dietro al bancone: «Lei ha proprio capito male. Senza prenotazione non si entra». Costanza Miriano appare nei pressi del mio paesino e io devo presenziare. Non ho chiamato il giorno prima e sono fuori dalla lista. «Siamo pieni!». I parcheggiatori si danno da fare per regolare gli inusuali ingorghi. Dai manifesti col suo primo piano, l’ospite sbirciava la mia via da più di un mese. Come posso non ricambiare?
Provo a fare un passo avanti, verso la sala. La bigliettaia lancia uno sguardo d’intesa ai volontari corpulenti sulla soglia: mi invitano a tentare con la fila di quelli dell’ultima ora. Stipati tra una transenna e il muro, si colpiscono il petto e si domandano a vicenda come ha potuto l’accidia avere preso il sopravvento sull’interesse per stasera: «Perché non ci abbiamo pensato prima? Bastava telefonare!».
Una mamma di Roma è acclamata come una rock star in questa sala parrocchiale. È normale? Ripenso a quando ho incrociato le sue parole. Ero cristiano da poco, affamato di letteratura che dicesse cose vere, possibilmente scritta bene. Stavo quasi per accettare il fatto che i miei nuovi valori potevano essere raccontati solo in modo austero, poi mi è capitato tra le mani il suo libro: Sposati e sii sottomessa. Punto uno, quel racconto mi faceva divertire. E il cristianesimo, detto in una parola, è gioia. Punto due, si elencavano senza troppe rimostranze conclusioni reali, ad esempio che il matrimonio è pure non capirsi, che maschi e femmine non sono uguali. Punto tre, il titolo affacciato in copertina era una esplicita provocazione, e io avevo appena chiarito a me stesso dove stava di casa la ribellione più produttiva: nel Vangelo.
Il buttafuori part-time mi si avvicina premiando la determinazione: «Venga pure». Vale la pena? Sì, se l’autografo non oscura l’obiettivo: Costanza Miriano è un trampolino per fare un salto in alto, verso le cose vere.