N. 21 - 2017 21 maggio 2017
INSIEME di don Antonio Rizzolo

Pellegrini nel mondo sotto la protezione di Maria, nostra madre

Francesco a Fatima ci ha ricordato che sotto il manto di Maria noi suoi figli non ci perdiamo nel percorso verso il cielo.…

Il Papa a Fatima

Sentinelle del mattino con Maria

Il Papa proclama santi i pastorelli Francesco e Giacinta, esempi di testimonianza evangelica. E avverte: la Madre di Dio…

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Il Papa a Fatima

Sentinelle del mattino con Maria

Il Papa proclama santi i pastorelli Francesco e Giacinta, esempi di testimonianza evangelica. E avverte: la Madre di Dio «non è una “santina” per favori a basso costo»

Il Papa a Fatima

«La Vergine non è una “santina” alla quale si ricorre per ottenere favori a basso costo». Papa Francesco, nel suo viaggio lampo in Portogallo, mette in chiaro che Maria è, per l’umanità, testimonianza di servizio e fede, Madre premurosa che si china a proteggere i suoi figli e figlie. Nel cuore della Vergine, apparsa a Fatima cento anni fa, ci sono tutti, a partire dalle persone semplici, come i tre pastorelli ai quali ha svelato il segreto per vincere il male: convertirsi, pregare, fare penitenza.

A migliaia sono venuti per la canonizzazione di Giacinta e Francesco, mentre il processo per la beatificazione di Lucia è ancora in corso. Quasi un milione titola la stampa portoghese. Lo spiazzo è pieno, la gente è assorta, in silenzio, assieme al Papa. Sono stati qui tutta la notte, con le fiaccole accese, a scaldare con le candele e le preghiere, il piazzale davanti alla cappellina.

E, nella Messa di canonizzazione, Bergoglio ridice ancora il senso del messaggio che la Madonna ha rivelato ai bambini di allora: la necessità della preghiera per arginare il male del mondo. Per non fare, della nostra terra qui e della nostra vita dopo, un inferno.

PICCOLI TESTIMONI DI FEDE
«A Fatima», ha detto papa Francesco nel primo Regina Caeli dopo il rientro in Italia, «la Vergine ha scelto il cuore innocente e la semplicità dei piccoli Francesco, Giacinta e Lucia, quali depositari del suo messaggio. Questi fanciulli lo hanno accolto degnamente, così da essere riconosciuti come testimoni affidabili delle apparizioni, e diventando modelli di vita cristiana. Con la canonizzazione di Francesco e Giacinta, ho voluto proporre a tutta la Chiesa il loro esempio di adesione a Cristo e la testimonianza evangelica e anche ho voluto proporre a tutta la Chiesa di avere cura dei bambini».

Il Papa in Portogallo ha voluto che tutti noi potessimo riconoscere in Maria, facendoci piccoli come quei pastorelli di allora, una Madre in pena per l’umanità. Una Madre che vuole ricoprire e proteggere tutti con il suo manto. Che vuole essere «come un’àncora» che sostiene la nostra speranza.

Pellegrino di pace, Francesco ha ricordato le parole di suor Lucia, la terza dei tre pastorelli, morta nel 2005 e della quale, nel 2008, si è aperto il processo di beatificazione. Scrive della visione di Giacinta: «Non vedi tante strade, tanti sentieri e campi pieni di persone che piangono per la fame e non hanno niente da mangiare? E il Santo Padre in una chiesa, davanti al Cuore Immacolato di Maria, in preghiera? E tanta gente in preghiera con lui?». E proprio pensando a queste parole Bergoglio ha affidato a Maria «i suoi figli e figlie. Sotto il suo manto non si pèrdono; dalle sue braccia verrà la speranza e la pace di cui hanno bisogno e che io supplico per tutti i miei fratelli nel Battesimo e in umanità, in particolare per i malati e i disabili, i detenuti e i disoccupati, i poveri e gli abbandonati».

SPERANZA PER TUTTI
A margine della Messa papa Francesco aveva incontrato una famiglia palestinese già conosciuta in Italia, lo scorso anno, al Cara di Castelnuovo di Porto, vicino Roma. Una famiglia profuga dal dopoguerra, passata per l’Iraq, la Siria, la Libia, Lampedusa e – grazie al progetto di ricollocazione europea – accolta oggi in Portogallo. Una famiglia musulmana devotissima alla Madonna. Pensa a loro Francesco, ai militari malati che ha incontrato nella base di Monte Real, appena sceso dall’aereo, agli altri malati che ha incontrato prima e dopo la Messa. E chiede a ciascuno di abbandonarsi nelle braccia di Maria e di essere, a nostra volta, speranza per gli altri. «Preghiamo Dio con la speranza che ci ascoltino gli uomini; e rivolgiamoci agli uomini con la certezza che ci soccorre Dio», ha detto poi nell’omelia.

«Egli infatti», ha proseguito, «ci ha creati come una speranza per gli altri, una speranza reale e realizzabile secondo lo stato di vita di ciascuno. Nel “chiedere” ed “esigere” da ciascuno di noi l’adempimento dei doveri del proprio stato, il cielo mette in moto qui una vera e propria mobilitazione generale contro questa indifferenza che ci raggela il cuore e aggrava la nostra miopia. Non vogliamo essere una speranza abortita! La vita può sopravvivere solo grazie alla generosità di un’altra vita».

L’IMPEGNO CONTRO IL MALE
Anche il cardinale Piero Parolin, nella Messa celebrata durante la veglia della notte, aveva sottolineato quanto sia indispensabile questa generosità, l’essere disposti a pagare un prezzo per arrestare il male e costruire la pace. Come quando si riceve una banconota falsa, aveva detto come esempio il segretario di Stato, e si è vittime innocenti del male. E quel male lo si arresta soltanto «caricandosi in qualche modo di quella banconota». La «reazione spontanea, e persino ritenuta logica, sarebbe di passarla a qualcun altro. In questo si vede come siamo tutti inclini a cadere in una logica perversa che ci domina e spinge a propagare il male. Se mi comporto secondo questa logica, la mia situazione cambia: io ero vittima innocente quando ho ricevuto la banconota contraffatta; il male degli altri è caduto su di me. Nel momento, però, in cui coscientemente passo la banconota falsa a un altro, io non sono più innocente: sono stato vinto dalla forza e dalla seduzione del male, provocando una nuova vittima; mi sono fatto trasmettitore del male, sono diventato responsabile e colpevole. L’alternativa è quella di fermare l’avanzata del male; ma ciò è possibile solo pagando un prezzo, restando cioè io con la banconota falsa e liberando così l’altro dall’avanzata del male».

ABBATTERE I MURI
L’esempio è quello della croce, «che Gesù ha portato prima di noi, caricandosi del male del mondo». Il Signore, ha concluso papa Francesco, «sempre ci precede. Quando passiamo attraverso una croce, Egli vi è già passato prima. Così non saliamo alla croce per trovare Gesù; ma è stato Lui che si è umiliato ed è sceso fino alla croce per trovare noi e, in noi, vincere le tenebre del male e riportarci verso la Luce. Sotto la protezione di Maria, siamo nel mondo sentinelle del mattino che sanno contemplare il vero volto di Gesù Salvatore, quello che brilla a Pasqua, e riscoprire il volto giovane e bello della Chiesa, che risplende quando è missionaria, accogliente, libera, fedele, povera di mezzi e ricca di amore».

Capace, come recita la preghiera scritta dal santuario di Fatima e pregata dal Papa con tutto il popolo, di abbattere muri e superare frontiere, di uscire dai recinti «verso tutte le periferie, manifestando la giustizia e la pace di Dio».

L’INIZIATIVA. CON CREDERE IN PELLEGRINAGGIO A FATIMA E SANTIAGO
Credere propone per il prossimo autunno un pellegrinaggio a Fatima e a Santiago de Compostela riservato ai suoi lettori. Un viaggio attraverso la spiritualità di due straordinari luoghi della fede in cui i pellegrini potranno vivere intensi momenti di preghiera. A Fatima parteciperemo al Rosario nella cappellina delle apparizioni, alla fiaccolata notturna, alla Messa e potremo pregare presso la tomba di Francesco e Giacinta, i due pastorelli canonizzati domenica scorsa dal Papa. Nella cittadina portoghese visiteremo anche le case natali dei pastorelli e il Museo “Luce e pace” che raccoglie migliaia di ex voto, tra cui la corona con incastonato il proiettile che colpì Giovanni Paolo II nell’attentato del 1981. Faremo poi tappa a Coimbra, dove visse in clausura suor Lucia dos Santos e infine andremo a Santiago de Compostela, in Spagna, dove è custodita la tomba dell’apostolo Giacomo. Il viaggio si svolgerà dal 28 ottobre al 1° novembre 2017 ed è prevista la partecipazione di un giornalista di Credere.

LA CONFERENZA STAMPA IN AEREO: «DUBBI» SULLE APPARIZIONI DI MEDJUGORJE
Papa Francesco ha parlato di Medjugorje nella conferenza stampa sul volo di ritorno da Fatima. E ha svelato le conclusioni della commissione presieduta dal cardinale Camillo Ruini incaricata da Benedetto XVI di indagare sulle presunte apparizioni. «Si devono distinguere tre cose», ha spiegato Francesco. «Sulle prime apparizioni, quando [i “veggenti”] erano ragazzi, il rapporto più o meno dice che si deve continuare a investigare. Circa le presunte apparizioni attuali, il rapporto ha i suoi dubbi». E ha proseguito: «Io personalmente sono più “cattivo”: io preferisco la Madonna madre, nostra madre, e non la Madonna capo-ufficio telegrafico che tutti i giorni invia un messaggio a tale ora… questa non è la mamma di Gesù.

E queste presunte apparizioni non hanno tanto valore. E questo lo dico come opinione personale. Ma chi pensa che la Madonna dica: “Venite che domani alla tale ora dirò un messaggio a quel veggente”, no». Infine il Papa ha parlato del terzo aspetto, che ha definito «il nocciolo vero e proprio», cioè «il fatto spirituale, il fatto pastorale, gente che va lì e si converte, gente che incontra Dio, che cambia vita… Per questo non c’è una bacchetta magica, e questo fatto spirituale-pastorale non si può negare. Adesso, per vedere le cose con tutti questi dati, con le risposte che mi hanno inviato i teologi, si è nominato questo vescovo (Henryk Hoser, l’arcivescovo polacco inviato speciale a Medjugorje, ndr) per vedere la parte pastorale come va. Alla fine si dirà qualche parola». Credere dedica un servizio a Medjugorje.

Testo di Annachiara Valle

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