N. 21 - 2017 21 maggio 2017
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Medjugorje

Sui passi della Regina della pace

La Chiesa non si è ancora pronunciata ufficialmente sulle presunte apparizioni che proseguono dal 1981, ma il pellegrinaggio nella cittadina bosniaca per moltissimi è una reale occasione di conversione

Medjugorje

Contrasti religiosi, fede, mistero, conversioni. Medjugorje è tutto questo e non cessa d’attirare pellegrini da ogni parte del mondo.

Sono passati quasi trentasei anni da quel 24 giugno 1981 in cui nel villaggio bosniaco «tra due monti» – questo il significato di Medjugorje – tutto ebbe inizio con le prime apparizioni della Gospa (Signora, in croato) a sei veggenti giovinetti (Ivanka Ivankovic, Mirijana Dragi?evi?, Vicka Ivankovic, Marija Pavlovic, Ivan Dragi?evi? e Jakov Colo) e il flusso di pellegrini non conosce battute d’arresto. Ad aprile, giusto per dare l’idea, sono state distribuite 160.300 comunioni e sono arrivati a celebrare Messa 2.672 sacerdoti, 89 al giorno.

DILEMMA MEDJUGORJE
Protagonisti, molti di questi pellegrini se non tutti, di un’esperienza spirituale che considerano importante e qualcuno addirittura decisiva. Conversioni, vite cambiate, vocazioni consacrate sbocciate, pratiche religiose riscoperte, speranze di nuovo rifiorite. Forse non è possibile scrutare il «dilemma Medjugorje», sul quale da tre decenni duellano senza requie credenti e increduli, uomini di fede e scienziati, scettici e curiosi, senza immergersi nei volti e nelle storie di chi a Medjugorje va e continua, imperterrito, a tornare. Con il fervore del devoto, la consapevolezza del pellegrino o – ce ne sono pure – lo scetticismo di chi, una volta laggiù, spera di “smascherare” finalmente l’imbroglio che si propagherebbe.

Proprio per questo, tra tutti i luoghi di pellegrinaggio mariani del mondo, Medjugorje è quello più eccentrico e controverso. Girovagando tra alberghi, negozi di souvenir e bar, ecco materializzarsi un miscuglio tra fede autentica e sacro selvaggio, paccottiglia devozionale e merchandising un po’ kitsch, scene dal sapore evangelico e quell’aura profondamente mistica che quasi ti pervade nel silenzio orante che avvolge migliaia di persone tutte in ginocchio durante l’adorazione eucaristica.

Ma perché andare a Medjugorje? Padre Roberto Panizzo, dei Figli e Figlie del Cuore Immacolato di Maria, trascorre qui sei mesi all’anno e snocciola un aneddoto che ben riassume lo spirito di questo luogo: «Una volta da Vigevano arrivò un prete: non fece in tempo ad arrivare in chiesa e posare il bagaglio che un gruppo di ragazzi lo bloccò alla stazione degli autobus per farsi confessare». Poi aggiunge: «Ai sacerdoti dubbiosi dico sempre una cosa: venite qui, restate due ore in confessionale e cambierete idea su Medjugorje. In tanti anni non ho mai visto il sole che gira o altri segni simili. Ma di conversioni del cuore sì, tante. E molte sorprendenti».

I LUOGHI DEL PELLEGRINAGGIO
In quello che, fino agli anni Ottanta, era un villaggio rurale da dove, chi poteva, emigrava altrove per cercare fortuna, tre sono i luoghi visitati dai pellegrini e che formano la geografia spirituale di Medjugorje.

Il primo luogo è la parrocchia, fondata nel 1892, dedicata a san Giacomo apostolo, il protettore dei pellegrini, e affidata ai francescani, che sono in aperto contrasto con il vescovo della diocesi di Mostar. La chiesa non riesce a contenere tutti i pellegrini, e quindi dietro ecco la grande spianata per le celebrazioni all’aperto durante particolari eventi, come il Festival internazionale dei giovani che si svolge ogni anno la prima settimana di agosto. Non è raro imbattersi, ai lati della chiesa, in file lunghissime di persone che aspettano per confessarsi, d’estate anche sotto il sole cocente. Basta scorgerne i volti per vedere che qui, in barba a ogni pretesa di liquidare tutto come un fenomeno devozionalistico per vecchi bigotti un po’ fissati con la Madonna, arriva gente di ogni età, condizione sociale, livello culturale.

Centinaia di sacerdoti e religiosi si alternano a confessare in tutte le lingue: inglese, francese, italiano. Ma pure arabo, magiaro, coreano, slovacco, cinese... Nessun confessore, a nessuna ora del giorno, resta disoccupato. Sorpresa? Meraviglia? Non agli occhi del parroco, fra Marinko Šakota: «Qui in fondo non accade nulla di speciale», dice, «si celebra l’Eucaristia, si adora il Santissimo, ci si confessa. È il modo con cui viene fatto che è diverso. Il fariseo del Vangelo faceva tutte queste cose, ma il suo cuore non era toccato da Dio. Qui l’invito della Madonna a pregare e convertirsi fa breccia nel cuore di molti. Ho visto vite spezzate rifiorire d’un tratto. Per capire Medjugorje bisogna venire e vedere».

Poi c’è il Podbrdo, il monte tutto speroni rocciosi delle apparizioni, che ogni due del mese si riempie di migliaia di pellegrini abbarbicati vicino alla Croce Blu dove avviene l’apparizione mensile a Mirjana, una dei sei veggenti. Il luogo esatto delle prime apparizioni della Vergine, invocata da sempre come Regina della Pace, è alcune centinaia di metri sopra il Podbrdo, sulla Collina delle apparizioni.

Terzo e ultimo luogo è il Križevac, il monte più alto di Medjugorje sul quale il 15 marzo 1934 i fedeli della parrocchia hanno costruito una croce di cemento armato alta quasi nove metri. Vi si legge: «A Gesù, Redentore dell’umanità, in segno della nostra fede, del nostro amore e della nostra speranza, ed in memoria del 1900° anniversario della passione di Gesù». Qui i pellegrini, dopo una scarpinata faticosissima, arrivano per la Via crucis.

Marco Zoppella, che a Medjugorje arrivò nel ’91 con la Comunità Cenacolo di madre Elvira («con alcuni dei veggenti giocavo a pallone e non passavano mai la palla», ricorda sorridendo), riassume così: «Da buon muratore bergamasco io sono molto terra terra, concreto. Di segni strani in tanti anni che sono qui non ne ho mai visti. Il vero miracolo di Medjugorje è la preghiera e la guarigione dell’anima. Mentre altrove le chiese si vanno svuotando, qui accade il contrario. È come se questo posto avesse la missione di custodire la fede».

APPARIZIONI SU CUI LA CHIESA SOSPENDE IL GIUDIZIO
Le presunte apparizioni della Madonna a Medjugorje vanno avanti dal 1981 e sulla sua autenticità il Vaticano non si è ancora pronunciato con un giudizio definitivo. Nel 1991 i vescovi della Jugoslavia avevano pubblicato la Dichiarazione di Zara in cui si affermava che «sulla base delle ricerche sin qui compiute non è possibile affermare che si tratta di apparizioni e fenomeni soprannaturali». L’11 febbraio scorso Francesco ha inviato l’arcivescovo polacco Henryk Hoser per «acquisire più approfondite conoscenze della situazione pastorale». Hoser non deve valutare l’autenticità delle apparizioni, ma fare un’analisi delle attività pastorali: «Ogni anno», ha affermato Hoser, «il santuario viene visitato da due milioni di pellegrini. Il fatto che Medjugorje venga visitata da tanti fedeli è una cosa da tenere bene a mente». Dal 2010 al 2014 una commissione internazionale istituita dalla Santa Sede e guidata dal cardinale Camillo Ruini ha esaminato la questione e consegnato un dossier alla Congregazione per la dottrina della fede. Gli esiti non sono stati resi noti ufficialmente, ma papa Francesco ne ha parzialmente svelato i contenuti tornando da Fatima. Attualmente i sei veggenti continuano a riferire apparizioni, ma con cadenze differenziate: quotidiane quelle di Vicka, Marija e Ivan; ogni secondo giorno del mese Mirjana; una volta l’anno Ivanka e Jacov.

COME ORGANIZZARE LA VISITA
Medjugorje si trova in Bosnia-Erzegovina e appartiene alla diocesi di Mostar, distante 25 km circa. Dall’Italia si può raggiungere con bus privati (numerose organizzazioni propongono pellegrinaggi) o, via mare, dai porti di Ancona, Pescara e Bari con arrivo a Dubrovnik o a Spalato; da qui si prosegue in auto o con bus di linea.

LE CELEBRAZIONI
Gli orari delle celebrazioni nella chiesa di San Giacomo variano dal periodo estivo (1° giugno 31 agosto) a quello invernale (1° settembre – 31 maggio). La domenica alle 10 c’è la Messa in italiano, nel pomeriggio il Rosario sulla collina delle apparizioni. Ogni giorno, dalle 17 alle 20 in inverno (18-21 in estate) c’è il programma serale con la preghiera e le confessioni in chiesa. Il giovedì sera è dedicato all’adorazione eucaristica, il venerdì pomeriggio, invece, c’è la Via crucis sul Križevac e in serata l’adorazione della croce. I confessionali si trovano su entrambi i lati della chiesa ed è possibile confessarsi in italiano.

Testo di Antonio Sanfrancesco - foto di Ugo Zamborlini

LA PROSSIMA SETTIMANA CON CREDERE IL LIBRO SU MEDJUGORJE
Le presunte apparizioni che i veggenti di Medjugorje riferiscono dal 1981 sono una delle manifestazioni mariane più spinose, anche perché i protagonisti affermano di continuare a vedere la Madonna ancora oggi. Per saperne di più, con Credere della prossima settimana uscirà il settimo volume della serie Ave Maria, curata da Saverio Gaeta, che sarà dedicato proprio a Medjugorje, alla Regina della Pace e ai dieci segreti da svelare.

 

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