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Feltre
Il viaggio delle meraviglie nel palazzo del vescovo
Attraverso il Museo diocesano, ampliato di recente, si compie un cammino spirituale nel patrimonio di fede e arte della Chiesa di Belluno-Feltre e si va alla scoperta del vescovado, un tempo castello fortificato
Per arrivare all’antico Palazzo dei vescovi di Feltre, che oggi ospita il Museo diocesano completamente rinnovato e inaugurato lo scorso 12 maggio, bisogna percorrere la via del Paradiso. Un percorso suggestivo e tutto in salita, fino alla sommità del colle di roccia. Il palazzo è di per sé un monumento straordinario, il cuore della cittadella verticale considerata la porta d’ingresso alla catena delle Dolomiti che le fanno da sfondo. «Domina come una rocca dove trovare protezione», spiega il vescovo di Belluno-Feltre, monsignor Renato Marangoni. «Vi entri e immediatamente si accende un sogno che abbraccia sette secoli d’arte».
Questo spiega lo sforzo compiuto per l’imponente restauro che ne ha decuplicato la superficie espositiva, oggi estesa a tutti i 27 ambienti della dimora millenaria dove sono custoditi tesori d’arte provenienti da chiese, monasteri e conventi del territorio feltrino e bellunese, oltre che da importanti donazioni private. «La Chiesa di Belluno-Feltre, essa stessa sorpresa della ricchezza artistica di cui è custode, invitando a visitare il suo Museo diocesano intende offrire una terapia di bellezza», continua il vescovo, «una crociera che rigenera, un viaggio delle meraviglie, un cammino interiore e spirituale».
DA CASTELLO A MUSEO
La costruzione di questo imponente castello-palazzo risale alla metà del 1200, quando una serie di scorrerie e saccheggi, soprattutto ad opera dei nemici trevigiani, costrinsero i vescovi di Feltre a individuare una posizione più difendibile. Il primo nucleo del palazzo fu quindi una fortificazione vera e propria, che venne poi ampliata e modificata dopo il terremoto del 1348. L’antico castrum diventa poi un elegante palazzo veneziano, ulteriormente rimaneggiato con gusto rinascimentale nel corso del Cinquecento e abbellito dagli affreschi di Marco da Mel.
Il degrado dell’edificio comincia purtroppo con le guerre di fine Settecento. Prima viene occupato dalle soldatesche austriache, poi dai francesi. Avvicinandoci ai giorni nostri, durante la Grande guerra diviene prima caserma, poi ospedale militare austriaco e infine sede del Tribunale militare. Nel secondo dopoguerra il vescovado di Feltre cambia definitivamente destinazione, diventando sede dei Canossiani, Casa del clero e infine colonia estiva dell’Opera nazionale sordomuti.
Il recupero del palazzo è avviato nei primi anni del 2000. Nel 2007, dopo una lunga stagione di restauri, viene finalmente inaugurato il Museo diocesano, seppure limitato ad alcuni degli ambienti. Oggi i restauri sono stati completati e il percorso che viene offerto ai visitatori è davvero un viaggio nella storia e nella fede nelle vallate di Feltre e di Belluno, dalla cui devozione provengono i tesori qui custoditi.
TRA MONTI E TESORI
Va tenuto comunque presente che già di per sé l’edificio è un’opera d’arte immersa nello scenario delle montagne che attraverso le finestre accompagna tutta la visita. L’itinerario si snoda fin dall’androne d’ingresso, decorato da un affresco del 1504 per molti studiosi opera di Andrea Mantegna. Nelle antichissime cantine sono esposti reperti lapidei altomedievali con immagini paleocristiane mentre nel piano mezzanino sono ospitati alcuni dipinti, tra cui un’elegante natività di Sebastiano Ricci.
Il cuore del palazzo è costituito dal Salone Gradenigo, dal soffitto di legno dipinto e dalle pareti decorate con le immagini delle Virtù. Qui sono esposte le opere più importanti della vicina Certosa di Vedana, con quattro capolavori di Sebastiano Ricci, Madonna con Bambino tra i Santi Brunone e Ugo di Grenoble, Battesimo di Cristo, San Brunone e Sant’Antonio Abate, e una suggestiva Crocifissione di Francesco Frigimelica. Nella cappella Gera sono esposti i tesori del Museo, tra i quali il calice del diacono Orso in argento, il più antico calice eucaristico dell’Occidente.
Ma il percorso più suggestivo del Palazzo è senz’altro quello della scultura lignea, un percorso che affonda le radici nella vocazione del territorio bellunese al quale non a caso sono riservate quattro sale. La prima è dedicata ad Andrea Brustolon, definito dallo scrittore francese Honoré de Balzac il «Michelangelo della scultura in legno». La sala successiva è dedicata ai santi, con i Dodici apostoli della chiesa di San Gottardo, attribuiti dagli studiosi a un anonimo maestro intagliatore di area veneziana. La sala a destra presenta sculture mariane, dalla medioevale Madonna di Sanzan alla gotica Pietà - Vesperbild di Sedico fino all’Assunta, il capolavoro di Brustolon. La quarta sala infine è dedicata al tema della crocifissione.
Imperdibile il salone originariamente dedicato alle udienze dove sono esposti dipinti del Cinquecento e del Seicento, tra cui Madonna col Bambino tra i Santi Vittore e Nicola da Bari di Jacopo Tintoretto, firmata tentor, come era solito fare l’artista nelle sue opere giovanili, San Gerolamo di Luca Giordano e la Madonna della Cintola di Nicola Grassi.
Tornando al piano terra, è da segnalare la collezione delle antiche icone e l’ambiente dedicato alla devozione popolare, con l’esposizione di diversi ex voto e di un commovente Compianto scultoreo proveniente dalla chiesa di Borgo Piave.
TERRITORIO DA SCOPRIRE
La città di Feltre e le sue vallate offrono l’opportunità di molteplici itinerari di visita, a partire dal cuore di Feltre stessa, la “città verticale”, borgo fortificato tra i più suggestivi del Veneto. Il nuovo Museo diocesano in questo contesto diventa il naturale epicentro di un affascinante percorso del sacro che lo unisce a due monumenti straordinari: il convento santuario dei Santi Vittore e Corona, che sovrasta le strade d’accesso al centro storico, e la magnifica Certosa di Vedana, immersa nei boschi delle Prealpi Bellunesi, al bordo del Parco nazionale omonimo, nel Comune di Sospirolo.
Il santuario dei Santi Vittore e Corona è uno dei siti più interessanti del territorio, sia dal punto di vista religioso che storico e artistico. Sorge sul monte Miesna, sul luogo dove anticamente sorgeva un castello a difesa di Feltre. Il santuario è stato edificato, probabilmente da maestri comacini, alla fine del secolo XI, in uno stile romanico caratterizzato da forti influenze orientali. Di grande pregio gli affreschi. Alcuni sono di scuola giottesca, altri della scuola di Tommaso da Modena. Nel convento annesso, costruito dai padri Fiesolani verso la fine del 1400, si possono ammirare nelle lunette del chiostro affreschi successivi, opera dei padri Somaschi, che raccontano, spesso con fantasia, miracoli e visite di personaggi illustri e di imperatori al santuario. L’ottocentesca scalinata di accesso è dell’architetto feltrino Giuseppe Segusini.
ORGANIZZARE LA VISITA
Il Museo della diocesi di Belluno-Feltre si trova nel centro storico di Feltre (Belluno) in via Paradiso 19 (disponibile parcheggio auto interno). È aperto venerdì, sabato e domenica. Orario estivo: dalle 9.30 alle 13 e dalle 14.30 alle 19; orario invernale: dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18. Solo su prenotazione sono possibili visite guidate per gruppi durante gli altri giorni della settimana. Il biglietto intero costa 5 euro, ridotto 3, le visite guidate 30. Facilitazioni e sconti nei musei del territorio con la Carta Musei di Feltre. Info: www.museodiocesanofeltrebelluno.it. Tel. 0439/84.40.82.
PROSEGUIRE LA VISITA
Il convento santuario dei Santi Vittore e Corona si trova in località Anzù di Feltre (Belluno). È aperto dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 19. Tel. 0439/2115. La Certosa di Vedana si trova a Sospirolo (Belluno). Dopo un lungo periodo di chiusura, da poco è tornata abitata: vi vivono le monache di clausura Adoratrici perpetue del Santissimo Sacramento. Solo la chiesa è aperta al pubblico.
Testo di Simonetta Pagnotti