Il prete, segno e strumento della tenerezza di Dio
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Non si sceglie tra Vangelo e Costituzione
Il premier si è giustificato sulle unioni civili: «Ho giurato sulla Costituzione e non sul Vangelo». Giorgio La Pira avrebbe…
Ite missa est di Enzo Romeo
Non si sceglie tra Vangelo e Costituzione
Il premier si è giustificato sulle unioni civili: «Ho giurato sulla Costituzione e non sul Vangelo». Giorgio La Pira avrebbe risposto diversamente
Contrapporre Vangelo e Costituzione è sbagliato. Provo a spiegare perché. Non c’è messaggio che preservi la “laicità” come quello evangelico. L’invito di dare a Cesare quel che è di Cesare dovrebbe già chiarire tutto. Ma è soprattutto l’epilogo drammatico della vita pubblica di Gesù a dar la misura di questa affermazione. Quando i soldati si recano nel Getsemani ad arrestarlo, il Messia non invoca nessuna immunità, ripudia ogni reazione violenta, risana l’orecchio che Pietro ha staccato a un “nemico” e si consegna alle autorità. Nonostante il processo sia iniquo, non fa ricorso al potere supremo, né contrappone la sua regalità all’Impero di Roma. Si limita a rispondere con un «tu lo dici» a Pilato che gli chiede se egli sia davvero un re. Sa pagare le conseguenze della sua fedeltà al Padre, anzi accetta la croce, il patibolo destinato al peggiore dei malfattori.
L’attuale presidente del Consiglio («Io sono cattolico ma ho giurato sulla Costituzione e non sul Vangelo», ha detto per giustificare la sua scelta a favore delle unioni civili) si è laureato con una tesi su Giorgio La Pira. Ebbene, La Pira faceva il segno della croce prima di iniziare i suoi interventi in Parlamento. Ma chi può dire che fosse un clericale che confondeva Stato e Chiesa? Fu quasi cacciato dalla Democrazia Cristiana perché considerato un sovversivo che difendeva a tutti i costi i diritti degli operai, andò al Cremlino a parlare di pace e si spinse avventurosamente fino in Vietnam per cercare di fermare la guerra con gli Stati Uniti. Giovane membro della Costituente, avrebbe voluto che la nostra legge fondamentale iniziasse con un affidamento allo Spirito Santo. Gli fecero capire che non era il caso, ma il suo contributo fu decisivo per la redazione dell’articolo 2, quello sul rispetto dei diritti inviolabili dell’uomo. La Pira aveva giurato con la vita sul Vangelo e ciò non gli impedì mai di giurare sulla Costituzione, che egli stesso – profondo credente – aveva contributo a redigere.