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Niente sindaco? Parte dai giovani la sfida all’illegalità
A San Luca nessuno si candida, ma il paese risorge grazie a una preside coraggiosa e ai giovani studenti. Che ora vanno sostenuti
Ite, missa est di Enzo Romeo
Niente sindaco? Parte dai giovani la sfida all’illegalità
A San Luca nessuno si candida, ma il paese risorge grazie a una preside coraggiosa e ai giovani studenti. Che ora vanno sostenuti
A San Luca, il paese di Corrado Alvaro e di Gente in Aspromonte, il prossimo 11 giugno non si voterà. Nessuna lista è stata presentata; il Comune, sciolto nel 2013 per condizionamenti mafiosi, rimarrà commissariato. L’ennesima sconfitta dopo le elezioni di due anni fa, quando l’unica lista non raggiunse il quorum.
Ad aprile è stato inaugurato il nuovo campo sportivo, con una partita di calcio tra le Nazionali dei cantanti e dei magistrati. Qualcuno ha pensato a una svolta, ma la democrazia si gioca su altri terreni, ben più delicati, che sono la mente e i cuori dei cittadini. Lasciamo a Giovenale il panem et circenses e cerchiamo altri metodi di intervento.
La sfida, non solo a San Luca, è prima di tutto educativa. Una preside tenace ha rimesso in piedi la scuola, ridotta a pezzi. Ha usato i pianali delle sedie, distrutte dai vandali, come tavolozze per le esercitazioni artistiche degli alunni, che hanno dipinto delle bellissime immagini della Madonna di Polsi, protettrice del paese. All’inizio tutti erano scettici e arrabbiati, perché in classe si pretendeva disciplina. Poi la gente ha capito. Sono state verniciate le aule, accomodate le porte sfondate, riparati i vetri rotti.
Gli studenti di San Luca hanno avuto perfino modo di essere ricevuti da papa Francesco, proprio nei giorni in cui un magistrato antimafia aveva parlato di presunti piani della ’ndrangheta per uccidere il Pontefice. Bergoglio volle far capire col suo abbraccio che nessun marchio criminale può togliere ai ragazzi la dignità e la libertà di crescere onestamente e cristianamente. Quel segno di vicinanza andrebbe moltiplicato. Il volontariato non è solo accoglienza ai profughi di terre lontane, ma anche aiuto ai giovani della nostra terra che rischiano il naufragio sugli scogli della violenza e dell’illegalità. E che sono messi davanti a una drammatica alternativa: nascondersi nei bunker del proprio paese per sfuggire alle vendette, o lasciarlo per sempre, tentando di costruirsi un futuro lontano da lì.
Illustrazione di Emanuele Fucecchi