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Progetto Alpha
L’annuncio arriva tra un pasto e un caffè
Approda in Italia il metodo di nuova evangelizzazione nato in America nel 1978 che porta la Buona novella dove nessuno se l’aspetta. L’idea di fondo? Riscoprire la fede con gli altri
Riuniti intorno a un tavolo, a mangiare, a parlare liberamente del più e del meno, per conoscersi. Riscoprire la fede è un percorso interiore, di riflessione e preghiera, ma è anche condivisione, aprirsi agli altri. Il progetto di evangelizzazione Alpha nasce con questo obiettivo nel 1978, in una chiesa del centro di Londra, la Holy Trinity, per intuizione di un curato che – per avvicinare le persone a Gesù – ebbe l’idea di organizzare una cena nella propria chiesa. Quindici anni dopo, nel 1993, Alpha viene presentato in una conferenza internazionale e adottato anche nella Chiesa cattolica. Oggi nel mondo circa 30 milioni di persone ne hanno frequentato un corso.
In Italia esiste da due anni e ha all’attivo già settemila adesioni. «Ma non è un movimento», ci tiene a precisare Gaetano Cammarata, giovane artista siciliano e direttore di Alpha Italia che incontriamo nella chiesa di Sant’Anselmo a Roma, «piuttosto un mezzo per aiutare le persone a riscoprire le radici del cristianesimo, condividendo un pasto ovunque sia possibile: in un pub, in un ristorante, a casa di amici, anche in chiesa, perché l’obiettivo è riscoprire quei valori semplici del guardarsi, dello stare insieme, del fare quattro chiacchiere».
OGNI POSTO È UN BUON POSTO
È curiosa l’idea che sta dietro al progetto Alpha, perché questi incontri avvengono davvero dappertutto: a Perugia in un centro commerciale, a Milano in un ristorante macrobiotico e all’università, a Palermo nel carcere dell’Ucciardone, a Roma nella chiesa di Sant’Anselmo. Basta fare una cena o una colazione dove poter parlare liberamente, perché «è nella libertà che nascono le cose belle, come la fede», sottolinea Gaetano. Che precisa: «Chi arriva da noi molto spesso non ha fede, è un cosiddetto “mangiapreti”, una persona che spesso vuole polemizzare con gli organizzatori del corso». Ed è qui che avviene il cambiamento: «Si viene con la tristezza negli occhi e si va via con la luce di chi ha scoperto o ritrovato nuove relazioni umane e la profondità della fede».
VICENDE PERSONALI
Le storie di conversione non mancano, esemplifica Gaetano. A Verona una coppia di conviventi ha frequentato il corso matrimoniale di Alpha, durante il corso si sono convertiti e hanno deciso di sposarsi. I loro testimoni di nozze sono stati proprio quelli che li avevano invitati a una cena Alpha. A Milano, invece, Pietro è stato invitato da una ragazza a una serata organizzata nel Museo diocesano. Lì un corso Alpha lo ha portato alla fede e gli ha fatto conoscere la donna che sposerà.
Nella chiesa di Sant’Anselmo sul colle Aventino, dove Alpha viene presentato a chi non lo conosce, è in preparazione un ricco banchetto, con tanti giovani da tutta l’Italia. C’è il fotografo milanese che ha finito di girare un documentario in Amazzonia, c’è la psicologa di Perugia che presenta la web-serie Alpha rivolta ai giovanissimi. E poi c’è Debora, manager di una multinazionale della dermocosmetica.
Con un bel sorriso a incorniciare il volto racconta che, in un momento di sofferenza, stava cercando risposte a domande che sembravano non averne. «Poi una sera ero in ufficio e mi sono ricordata dell’esperienza nella chiesa di Sant’Eustorgio a Milano, di cui mi aveva parlato una conoscente ai tempi dell’università. Cercando sul web ho trovato per caso informazioni sul corso Alpha e allora mi sono riproposta di farlo».
UNA BELLEZZA PROFONDA
Prosegue Debora: «Sono cresciuta in una famiglia cattolica non molto praticante. Il seme c’era, ma era una fede ingenua e da adulta mi sono allontanata. L’incontro con gli organizzatori di Alpha mi ha portato a riflettere in maniera leggera, ma non superficiale. Io mi occupo di bellezza, un ambiente frivolo per natura, in cui si lavora sull’effimero, ma la fede ha trasformato profondamente il mio approccio con il lavoro. Prima mi occupavo soltanto della superficie, ora vado in profondità, per esempio nel rapporto con i colleghi. Sento una responsabilità diversa».
Dalla propria esperienza, Debora ha tratto la convinzione che aprirsi agli altri può aiutare: «Parlando della mia storia con il nostro direttore generale, una persona distaccata per il ruolo che svolge, ho trovato una comunione di emozioni, tanto che ha voluto partecipare a un corso Alpha. Ma non era questo il mio obiettivo, è soltanto accaduto».
In fondo anche Gesù duemila anni fa parlava alle persone, per strada, ovunque ne capitasse l’occasione. Il potere della condivisione è quello di aprire strade nuove. La fede rinata di Debora e di tutti gli altri frequentatori di Alpha ne è un esempio.
Testo di Paolo Travisi