Celebriamo insieme la Domenica della Parola per ascoltarla e viverla
L’iniziativa dei Paolini e della Comunità di Sant’Egidio, scaturita da un’idea del Papa, è di dedicare l’ultima domenica…
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INSIEME di don Antonio Rizzolo
Celebriamo insieme la Domenica della Parola per ascoltarla e viverla
L’iniziativa dei Paolini e della Comunità di Sant’Egidio, scaturita da un’idea del Papa, è di dedicare l’ultima domenica di settembre alla Parola di Dio, centro della vita cristiana
Cari amici lettori, si è appena concluso il Festival biblico, di cui abbiamo già parlato su Credere. Oggi però voglio rendervi partecipi di una grande iniziativa promossa durante il festival dalla Società San Paolo, insieme a tutta la Famiglia paolina e alla Comunità di Sant’Egidio: dedicare l’ultima domenica di settembre alla Parola di Dio. In verità, l’idea è stata lanciata da papa Francesco nella lettera apostolica Misericordia et misera. La novità è nella proposta di una data precisa e cioè la domenica più vicina al 30 settembre, memoria liturgica di san Girolamo, il grande traduttore della Sacra Scrittura in latino, la cosiddetta Vulgata.
Sono molto belle le parole del Papa: «È mio vivo desiderio che la Parola di Dio sia sempre più celebrata, conosciuta e diffusa, perché attraverso di essa si possa comprendere meglio il mistero di amore che promana da quella sorgente di misericordia». Per questo invita ogni comunità a scegliere una domenica dell’Anno liturgico per «rinnovare l’impegno per la diffusione, la conoscenza e l’approfondimento della Sacra Scrittura: una domenica dedicata interamente alla Parola di Dio, per comprendere l’inesauribile ricchezza che proviene da quel dialogo costante di Dio con il suo popolo». L’iniziativa di scegliere come Domenica della Parola l’ultima di settembre (che quest’anno cade il giorno 24) è stata lanciata al Festival biblico, sabato 27 maggio, da don Valdir José De Castro, superiore generale dei Paolini, e da Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio.
Mentre invito tutti ad aderire, non posso che rallegrarmi di questa opportunità di riscoprire insieme la centralità della Parola di Dio nella vita cristiana. Su questo il nostro fondatore don Alberione ha insistito tanto. Nella sua autobiografia carismatica scriveva che agli inizi del secolo scorso «si leggeva raramente e solo da qualche persona il Vangelo, come poco si frequentava la Comunione. Vi era anche una speciale persuasione che non si potesse dare al popolo il Vangelo, tanto meno la Bibbia. La lettura del Vangelo era una quasi esclusività degli acattolici, che lo interpretavano secondo il senso privato». Perciò Alberione indica tre strade: far entrare il Vangelo in ogni famiglia, accompagnato dalla spiegazione catechistica; prendere il Vangelo come «il modello e l’ispiratore di ogni edizione cattolica»; dare al Vangelo e alla Parola di Dio un culto, venerarlo con rispetto. «La predicazione», scriveva, «deve assai più riportare il Vangelo e modellarsi sopra di esso: soprattutto viverlo nella mente, nel cuore, nelle opere».