N. 23 - 2017 4 giugno 2017
INSIEME di don Antonio Rizzolo

Celebriamo insieme la Domenica della Parola per ascoltarla e viverla

L’iniziativa dei Paolini e della Comunità di Sant’Egidio, scaturita da un’idea del Papa, è di dedicare l’ultima domenica…

Salvatore Martinez

50 anni vissuti nel soffio dello Spirito

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Il primo incontro con il Rinnovamento Marcella Reni lo vive come una minaccia: «Mi costringeva a scavare dentro di me». Poi…

Luigino Bruni

Stop al gioco d’azzardo, la Chiesa deve fare di più

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Santuario di Kibeho

Un faro di pace e speranza per l’Africa

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Ite, missa est di Emanuele Fant

La mia stramba preghiera del pendolare

Chi si è permesso di dire che non abbiamo più cuore? La nostra umanità si sa sempre ritrovare!

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Salvatore Martinez

50 anni vissuti nel soffio dello Spirito

Parla il presidente del movimento carismatico cattolico che compie mezzo secolo: «Accogliamo chi cerca una fede del cuore aperta ai doni dello Spirito Santo»

Preghiera carismatica durante una convocazione nazionale.

L’inizio è una foto in bianco e nero che ritrae un pugno di giovani intenti a consumare il pasto finale di un ritiro: tutti hanno la serenità stampata sul volto, molti alzano il bicchiere (rigorosamente di plastica) come a voler solennizzare il momento con un bel brindisi collettivo. Febbraio 1967, Pittsburgh, Pennsylvania, Stati Uniti d’America. Il movimento carismatico cattolico muove i suoi primi passi. Salvatore Martinez guarda quello scatto con indulgente nostalgia: «Sono nato a Enna, in Sicilia, il 4 maggio 1966. Ero a migliaia di chilometri da lì e non avevo ancora un anno di vita. Nella casa per esercizi spirituali The Ark and the Dove (L’arca e la colomba) 25 studenti dell’università di Duquesne e due professori furono “investiti” dalla grazia prodigiosa dell’effusione dello Spirito Santo divenendo i primi testimoni di quel potente e capillare “risveglio carismatico” che avrebbe raggiunto oltre 200 Paesi nel mondo e toccato la vita di oltre 120 milioni di cattolici. Quell’evento era destinato a segnare anche la mia esistenza».

Laureato in Paleografia e Filologia musicale all’università di Pavia, scrittore prolifico e compositore di brani liturgici molto usati, presidente della Fondazione vaticana dedicata alla famiglia, sposato, dal 1997 Salvatore Martinez guida il Rinnovamento nello Spirito Santo, che festeggia i primi 50 anni del movimento carismatico cattolico a Roma con un ricco programma di appuntamenti destinati a culminare sabato 3 giugno, vigilia di Pentecoste, al Circo Massimo, in un incontro presieduto da papa Francesco. «Quel che è successo in mezzo secolo è un vero miracolo», osserva Martinez, «impossibile da immaginare – figuriamoci da pianificare – che riconduce solo alla sovrana e imprevedibile azione dello Spirito. Preghiera, ascolto profetico, condivisione delle mozioni dello Spirito ci hanno permesso di apprezzare i frutti di questi decenni e al contempo le attese che oggi ci muovono in comunione con Jorge Mario Bergoglio. Non essendo il nostro un movimento “unificato”, come avviene per altri movimenti con un fondatore, la bellezza e l’originalità del Rinnovamento risiedono proprio nella diversità di stili, di cammini, di esiti, di espressioni comunitarie, di realizzazioni missionarie, di organizzazioni ecclesiali e sociali».

POPOLO IN CAMMINO
Martinez sceglie con cura parole levigate per definire quel che Rinnovamento è e quel Rinnovamento non è. «Siamo un movimento dal forte impatto esperienziale, aperto a tutti, senza distinzioni. Rinnovamento nello Spirito Santo è l’immagine di quel popolo di Dio che crede, soffre, gioisce, condivide la presenza di Gesù vivo e operante in special modo tra i “piccoli del Regno”. È un luogo vitale, difficile da standardizzare, in cui a partire dalla riscoperta dell’effusione dello Spirito ogni persona intraprende un cammino di vita nuova».

Dono delle lingue, guarigioni, preghiere lunghe, insistite, che puntano molto ai sentimenti… A chi gli chiede se non ci sia il rischio di fermarsi a momenti eclatanti, per alcuni profili spettacolari, trascurando il lento scorrere dei giorni in cui il credente è chiamato a radicare e far vivere la parola di Dio, Martinez replica così: «Occorre andare oltre le apparenze. Nei Vangeli, come negli Atti degli apostoli, leggiamo come le manifestazioni carismatiche, nelle quali lo Spirito è sovranamente presente e operante, creassero scandalo, perplessità, giudizio. La storia non è cambiata».

«La gente che bussa alle nostre porte», prosegue, «chiede un cristianesimo imbevuto di Spirito Santo, a portata di cuore prima che di ragione, accessibile, che regali la gioia di credere, di sentirsi amati e di amare. Sono soprattutto i più dimenticati e bisognosi, dei quali Gesù vuole ancora prendersi cura mediante il suo Spirito. Certo “esperienza e conoscenza” devono sempre procedere insieme, così che siano fugati tutti gli “ismi” che facilmente allignano in una comunità che si sottrae al bene grande della formazione, dell’obbedienza al Magistero, del discernimento comunitario e pastorale. I carismi, tutti, per loro natura sono missionari, cioè rivelano la presenza viva di Gesù Salvatore. Sono “la misericordia in atto” e insieme alla vita sacramentale costituiscono i due “polmoni” con i quali la nostra fede deve respirare. Al centro di ogni esperienza, poi, c’è sempre la parola di Dio».

UN PERCORSO NELLA CHIESA
Non sempre il rapporto con la Chiesa istituzionale è stato idilliaco. Martinez lo riconosce: «In mezzo secolo è accaduto che con qualche vescovo non si sia avuta la sintonia necessaria e doverosa. Certe testimonianze rese da nostri responsabili e da nostri animatori ci portano a fare autocritica. Diverso il discorso che riguarda i Papi con cui non ci sono state incomprensioni o tensioni. Con il beato Paolo VI abbiamo imparato ad “amare la Chiesa e a farla amare”. Con san Giovanni Paolo II a “varcare la soglia della speranza creatrice”. Con Benedetto XVI a “passare la porta della fede operante e operosa”. Con Francesco a “entrare nell’abisso dell’amore misericordioso”. Volgendoci indietro davvero in ogni Pontefice abbiamo avuto “padri e maestri” che ci hanno accolto, incoraggiato, stimolato ad andare oltre. Il Magistero sul Rinnovamento è davvero assai ricco e benefico, anno dopo anno, sino a Francesco che entra in Conclave da assistente episcopale del Rinnovamento in Argentina».

E con gli altri movimenti e le altre associazioni: collaborazione o competizione? «Mi pare che si possa dire archiviata la stagione dell’autoreferenzialità in cui le distinzioni spesso dividevano. Alla fine del millennio, come un grande dono per il nuovo, si è intensificato un cammino di amicizia, di condivisione, di mutuo riconoscimento e apprezzamento che non si è mai arrestato ed è testimoniato in tutto il mondo, in molti ambiti, in tante iniziative, progetti e reti che ci fanno stare insieme, collaborare, gioire gli uni degli altri. Ebbi il privilegio, con Chiara Lubich e Andrea Riccardi, di dare avvio a questo processo dopo la storica Pentecoste del 1998».

Il colloquio scivola veloce verso la fine. C’è tempo per una manciata di riflessioni personali. «Sono stato educato in una famiglia cattolica. Il Rinnovamento nello Spirito è giunto in Sicilia, ad Enna, nel 1977. Mia zia e i miei genitori sono stati tra i primi a conoscere questa nuova realtà e mi coinvolsero in qualità di animatore musicale. A 14 anni ero già membro del primo Pastorale di servizio della Comunità “Ancilla Dei” che, all’epoca, contava circa 100 persone. A 31 anni, nel 1997, sono diventato coordinatore nazionale e poi presidente, primo laico nella storia del Rinnovamento nello Spirito Santo in Italia». Il Giubileo postula un bilancio. «Rinnovamento è stato un esaudimento delle attese del concilio Vaticano II. Si auspicava una “scossa” nella Chiesa, dal basso, “a trazione” giovanile e carismatica. E lo Spirito Santo non tardò a rispondere alle invocazioni di Giovanni XXIII e Paolo VI, che il Concilio aprirono e chiusero. La presenza di papa Francesco ne è l’ultima conferma in ordine di tempo».

Testo di Alberto Chiara

IN FESTA A ROMA CON FRANCESCO
Dimensione internazionale, ecumenismo, preghiera... A Pentecoste il Rinnovamento nello Spirito Santo celebra mezzo secolo di vita

È una tappa importante. Cinquant’anni sono un traguardo ragguardevole: nella vita dei singoli, delle coppie, della Chiesa. Da festeggiare con cura, attenti al più piccolo particolare. È accaduto così che per volontà del Papa il programma sia stato allestito dall’Ufficio internazionale a servizio del Rinnovamento carismatico cattolico (Iccrs) e della Fraternità cattolica delle Comunità d’alleanza (Cf) attraverso un apposito Comitato esecutivo. Gli eventi si svolgono a Roma, da mercoledì 31 maggio (udienza generale; poi, nel pomeriggio, Messa a Santa Maria maggiore) a domenica 4 giugno, Messa di Pentecoste, a San Pietro. Sono rappresentate tutte le anime del Rinnovamento presenti nei vari continenti. C’è spazio per le scuole di evangelizzazione, per un simposio teologico in chiave ecumenica, per 20 laboratori tematici in varie lingue affidati ai leader più rappresentativi nel mondo, per 4 celebrazioni eucaristiche in altrettante basiliche papali, per il grande raduno carismatico al Circo Massimo, che culmina con l’incontro con papa Francesco, sabato pomeriggio. Il Santo Padre ha personalmente curato il programma della veglia e ha invitato decine di pastori da tutto il mondo per testimoniare la grazia dell’ecumenismo spirituale, un’anima vitale del Rinnovamento nel mondo. Per maggiori informazioni, segnaliamo il sito ufficiale: http://www.rns-italia.it.

Testo di Alberto Chiara

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