N. 23 - 2019 9 giugno 2019
INSIEME di don Antonio Rizzolo

Testimoni di libertà e misericordia con la grazia dello Spirito Santo, dono del risorto

A Pentecoste invochiamo il Consolatore perché ci doni la forza di vivere sempre quello che ci ha detto Papa Francesco dalla…

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INSIEME di don Antonio Rizzolo

Testimoni di libertà e misericordia con la grazia dello Spirito Santo, dono del risorto

A Pentecoste invochiamo il Consolatore perché ci doni la forza di vivere sempre quello che ci ha detto  Papa Francesco dalla Romania: far prevalere fratellanza e dialogo sulle divisioni

 

Cari amici lettori, tra i diversi interventi che papa Francesco ha fatto durante il suo viaggio apostolico in Romania (di cui trattiamo da pag. 16 a pag. 19), vorrei soffermarmi sull’omelia al Campo della Libertà di Blaj, durante la beatificazione di sette vescovi greco-cattolici martiri. Francesco ha parlato di libertà e misericordia, due parole che sintetizzano il messaggio che i nuovi martiri lasciano al popolo rumeno e a tutti noi. Oggi, ha spiegato, ci sono nuove ideologie che cercano sottilmente di imporsi. Si tratta di «colonizzazioni ideologiche che disprezzano il valore della persona, della vita, del matrimonio e della famiglia e nuocciono, con proposte alienanti, ugualmente atee come nel passato, in modo particolare ai nostri giovani e bambini lasciandoli privi di radici da cui crescere; e allora tutto diventa irrilevante se non serve ai propri interessi immediati, e induce le persone ad approfittare delle altre e a trattarle come meri oggetti». Tutto questo viene fatto «seminando paura e divisione».

Come reagire da cristiani a questi modi di pensare? Il Papa ci invita a essere sempre «testimoni di libertà e di misericordia, facendo prevalere la fraternità e il dialogo sulle divisioni». Non è facile, ma possiamo trovare la forza di realizzare tutto questo se ci lasciamo guidare dallo Spirito Santo. La solennità di Pentecoste che celebriamo questa domenica ci ricorda proprio il dono dello Spirito che abbiamo ricevuto nel Battesimo e nella Cresima e la cui presenza si rinnova in noi ogni volta che partecipiamo all’Eucaristia. Nella Messa, infatti, il sacerdote celebrante invoca lo Spirito Santo non solo perché trasformi il pane e il vino nel corpo e nel sangue di Cristo, ma anche perché «per la comunione al corpo e al sangue di Cristo lo Spirito Santo ci riunisca in un solo corpo».

Come leggiamo nel Vangelo di questa domenica, lo Spirito Santo, il Paraclito, cioè il nostro Difensore e Consolatore, ci ricorda tutto ciò che Gesù ci ha detto e insegnato. Nell’etimologia latina “ricordare” fa riferimento al “portare nel cuore”. La nuova legge che Gesù è venuto a insegnarci con la sua vita e che si riassume nell’amarci gli uni gli altri come lui ci ha amato, lo Spirito Santo la imprime nel nostro cuore, nel profondo del nostro essere. Per vivere da veri figli del Padre, misericordiosi come lui è nei nostri confronti. Invochiamo allora con forza lo Spirito in questa solennità di Pentecoste, perché sappiamo ascoltare sempre i suoi suggerimenti di bene e tutto ciò che porta alla comunione.

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