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Gli amici animali non sono in gara col nostro prossimo
Che sia più sgradevole avere a che fare con una persona bisognosa che con un cucciolo, non ci esime dall’aiutare il fratello…
Ite missa est di Enzo Romeo
Gli amici animali non sono in gara col nostro prossimo
Che sia più sgradevole avere a che fare con una persona bisognosa che con un cucciolo, non ci esime dall’aiutare il fratello in difficoltà
Il mese scorso il Papa ha ammonito a non confondere l’affetto verso gli animali con l’attenzione doverosa nei confronti del prossimo: «Quante volte vediamo gente tanto attaccata ai gatti, ai cani, e poi lasciano senza aiuto il vicino… Così non va». Francesco stava offrendo una catechesi su misericordia e pietà, che non va ridotta a pietismo, cioè a un’emozione superficiale. Tutto chiaro, dunque: nessun disprezzo per gli animali, ma non mettiamoli in concorrenza coi nostri simili. Sapendo bene che spesso è più sgradevole avere a che fare con una persona bisognosa che con un cucciolo scodinzolante.
Agli animalisti più intransigenti consiglio di sfogliare la Bibbia; troveranno un bestiario senza pari. Sull’arca di Noè insieme al patriarca salgono tutti gli amici animali. Quella del Libro per eccellenza, però, non è una fauna alla Walt Disney; la descrizione è a tutto tondo, realistica, proprio come per gli uomini. E agli uomini gli animali sono indicati quali simboli del bene o del male. Non a caso durante l’ultimo Festival biblico è stato proposto anche un percorso guidato nel parco-zoo di Verona. Ammirando un ippopotamo, ad esempio, si può andare al libro di Giobbe, dove è Dio stesso a descrivere questo animale e ad esaltarne la forza mansueta.
Tra i mille episodi della Sacra Scrittura dove protagonista è un animale, ce n’è uno poco conosciuto nel libro dei Numeri: un’asinella senza nome salva la vita a Balaam, il suo padrone, che però la ricompensa a bastonate. Sarà l’Onnipotente a intervenire in difesa della povera bestia. L’asina aveva riconosciuto l’intervento divino, mentre Balaam era rimasto sordo alla propria coscienza. «Quell’asinella la chiamerei Coscienza» ha scritto Juan Arias: tutti la cavalchiamo sprezzanti e pensiamo d’essere noi a condurla a forza di nerbate, e invece è lei che ci porta verso la verità. Quando Dio le dona la parola e la fa parlare, Balaam non può che dire «ho sbagliato» e risalire in groppa con rispetto e fiducia.