N. 24 - 2017 11 giugno 2017
INSIEME di don Antonio Rizzolo

Preghiamo per i nostri sacerdoti, perché siano segno della tenerezza del Padre

«Essere preti», ha detto il Papa, «è giocarsi la vita per il Signore e per i fratelli, portando nella propria carne le gioie…

Suor Carol Tahhan Fachakh

Il coraggio di amare anche sotto le bombe

Nonostante le violenze è rimasta in Siria, a Damasco, dove gestisce una scuola e una sartoria per cristiani e musulmani:…

Antonio Ciccone

Sono ‘a lince’, ma non fate come me

L’attore, impegnato nelle riprese per la fiction Gomorra 3 nel ruolo di camorrista, invita i giovani a capire il vero volto…

Antonella Ferrari

Sulla malattia vince l’amore

L’attrice di popolari fiction televisive racconta come l’amore e la fede in Dio l’abbiano aiutata ad accettare la sclerosi…

Don Giacomo Perego

Portiamo la Bibbia tra la gente

Famiglia paolina e Sant’Egidio raccolgono l’invito del Papa dopo il Giubileo e lanciano la “Domenica della Parola” con tre…

Civitavecchia

Lacrime di sangue che consolano

A pochi passi dalla casa della famiglia Gregori, dove nel 1995 il viso di una statuetta della Vergine si rigò di tracce ematiche,…

Ite, missa est di Enzo Romeo

Contro le stragi l’estremismo della carità

Il caso di Giulio Regeni ha svelato il vero volto dei regimi autoritari che dicono di proteggere i cristiani ma tutelano…

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Ite, missa est di Enzo Romeo

Contro le stragi l’estremismo della carità

Il caso di Giulio Regeni ha svelato il vero volto dei regimi autoritari che dicono di proteggere i cristiani ma tutelano solo se stessi

Ite missa est

I cristiani vorrebbero essere cittadini di serie A nei Paesi arabi a maggioranza musulmana. Vale la lettera a Diogneto del II secolo: «I cristiani né per regione, né per voce, né per costumi sono da distinguere dagli altri uomini. Infatti, non abitano città proprie, né usano un gergo che si differenzia, né conducono un genere di vita speciale».

L’Egitto, ad esempio, non sarebbe ciò che è senza la componente copta, pari al 10% della popolazione, la più vasta comunità cristiana del Medio Oriente, presente ben prima dell’arrivo dell’islam. La questione aperta è come far crescere, tra i cristiani d’Egitto e di tutto il Medio Oriente, una solida “cultura della cittadinanza”, che accetti la simbiosi con il mondo arabo, ma allo stesso tempo lo aiuti a uscire dalla logica della vendetta e delle stragi e contribuisca a evolvere una mentalità che oggi favorisce l’affermarsi di sistemi totalitari. I vari Al Sisi e Assad hanno il sostegno pressoché totale della componente cristiana, che sorvola sui metodi duri dei regimi. Il caso di Giulio Regeni (il ricercatore torturato e ucciso in Egitto nel 2016 con le complicità di apparati statali) ha però scoperchiato il vaso di Pandora. Tutti, senza distinzione alcuna, possono finire nel tritacarne se considerati un pericolo per il sistema di potere.

D’altra parte, la paura del fondamentalismo blocca chi potrebbe innescare un cambiamento in positivo della società. La minaccia dell’Isis, il terrorismo jihadista, il crescente fondamentalismo di matrice religiosa spaventa la minoranza cristiana, che vede erodere i propri spazi di autonomia e di sicurezza. Ma il rischio è che si mantenga uno status quo rispondente di fatto alla logica perversa dello “scontro di civiltà”. Sostenendo le leadership degli “uomini forti”, quanto meno come male minore, si avalla quel sistema di violenza che si vorrebbe eliminare.

Valgono le parole di papa Francesco al Cairo: «Per i credenti l’unico estremismo ammesso è quello della carità».

Illustrazione di Emanuele Fucecchi

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