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INSIEME di don Antonio Rizzolo
Testimoni del Vangelo in tutto il mondo spinti dall’amore di Cristo
Nel suo messaggio per la prossima Giornata missionaria mondiale, il Papa ricorda la dimensione universale dell’annuncio cristiano, che ci apre all’incontro e al dialogo con l’altro
Cari amici lettori, a Pentecoste papa Francesco ha reso noto il suo messaggio per la Giornata missionaria mondiale, che si celebra il 20 ottobre. In verità il Papa ha indetto per ottobre un mese missionario straordinario, in occasione dei cento anni della Lettera apostolica Maximum illud di Benedetto XV. Un documento importante, con il quale il Pontefice segnò il distacco della Chiesa da ogni legame con le potenze coloniali, con i loro interessi politici, economici e militari. L’unico intento dei missionari, infatti, è e deve essere l’annuncio del Vangelo.
Come spiega bene Francesco, Benedetto XV «ricordava che l’universalità divina della missione della Chiesa esige l’uscita da un’appartenenza esclusivistica alla propria patria e alla propria etnia». Questo vale per ogni battezzato. Anche oggi, infatti, «la Chiesa continua ad avere bisogno di uomini e donne che, in virtù del loro Battesimo, rispondono generosamente alla chiamata ad uscire dalla propria casa, dalla propria famiglia, dalla propria patria, dalla propria lingua, dalla propria Chiesa locale».
Sono parole che devono farci riflettere, per non identificare il Vangelo e la nostra fede con una cultura, una tradizione, un’appartenenza etnica. Il Vangelo, che è Cristo stesso, è infinitamente più grande. E trasforma dal di dentro ogni cosa, ogni persona, ogni tradizione e cultura. Questo significa che dobbiamo lasciarci plasmare ogni giorno dal Vangelo, dall’incontro con il Signore. Questo conformarci ogni giorno di più a Cristo ci apre poi all’altro, qualsiasi sia la sua provenienza e la sua cultura, ci rende testimoni del Vangelo, missionari. Come scrive ancora il Papa, la Chiesa, di cui tutti noi facciamo parte, è sempre in missione nel mondo. Infatti, «la fede in Gesù Cristo ci dona la giusta dimensione di tutte le cose facendoci vedere il mondo con gli occhi e il cuore di Dio; la speranza ci apre agli orizzonti eterni della vita divina di cui veramente partecipiamo; la carità, che pregustiamo nei sacramenti e nell’amore fraterno, ci spinge sino ai confini della terra». Gli esempi non ci mancano: «Quanti santi», continua Francesco, «quante donne e uomini di fede ci testimoniano, ci mostrano possibile e praticabile questa apertura illimitata, questa uscita misericordiosa come spinta urgente dell’amore e della sua logica intrinseca di dono, di sacrificio e di gratuità». Quel che veramente conta, conclude il Papa riprendendo un’espressione centrale della Maximum illud, è questo: «Sia uomo di Dio chi predica Dio».